Ravello ma l´auditorium è proprio da fare?

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    Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!!

    Mai come nel caso dell’auditorium di Ravello questa affermazione è vera.

    Perché quest’opera “non s’adda fare”?

    I motivi sono semplici ed estremamente chiari:

    la realizzazione dell’Auditorium di Ravello è illegittimo. Infatti essendo Ravello sprovvisto di PRG, la normativa di riferimento non può che essere il PUT (Piano Urbanistico Territoriale) della area amalfitano-sorrentina che ha valenze paesaggistiche. Tutte le scorciatoie messe in atto da Bassolino, Di Lello e “company” sono destituite di qualsiasi legalità. Più in generale la Regione Campania è sfigurata, giorno dopo giorno, da accordi di programma, studi di fattibilità, progetti di finanza ed una incuria generalizzata, sia sulla linea di costa che nelle zone  interne, che di fatto collocano la nostra Regione al primo posto per numeri di abusi edilizi. Quando poi si tratta della Costiera Amalfitana che per valenza paesaggistica non ha uguale nel mondo, la cautela è d’obbligo.

     

    Pensare che a due passi da Ravello, a picco sul mare la frazione di Amalfi, Pogerola, è stata deturpata da un ospedale costruito 50 anni fa e che oggi e che oggi è diventata discarica abusiva; mentre tutto un costone è stato cementificato da centinaia di ville abusive. E che dire scempio fatto a Furore, una delle zone più vincolate d’Europa, che vede sul suo promontorio una mega costruzione alberghiera completamente abusiva (nuovo Fuenti), sorta con i fondi regionali ed europei stanziati solo per recuperare la zona e finalizzati all’occupazione, utilizzati da privati, complici assessori e sindaco diessino, per una struttura a cinque stelle?

    Se passasse il principio che basta la firma (peraltro apposta su un progetto partorito dall’UTC di Ravello) di un luminare dell’architettura, per quanto bravo, per stravolgere ordinamenti, leggi, ambiente e territorio, andremmo incontro ad una anarchia generalizzata dove di volta in volta i poteri forti assegnando progetti a questi e a quelli, decidendo,arbitrariamente, delle sorti del territorio e delle popolazioni. Tutto il rispetto per il grande Niemeyer, che tra l’altro non ha mai messo piede a Ravello, ma è proprio la scienza dell’architettura che ci insegna a rispettare le regole e non a sovvertirle.

    In ultimo, una nota non determinante, ma immaginare un obbrobrio simile a fianco di Villa Rufolo, uno dei posti più incantevoli della costiera, è impresa veramente ardua! Certo qualcuno ha usato espressioni forti e la definizione : “…un intreccio tra un motorola e un copriwater” non la facciamo nostra, ma trattandosi della costiera amalfitana non la si può che considerare come un quadro del ‘700 dove devono essere ammissibili solo restauri conservativi. Tutto il resto è da rigettare con buona pace di Bertinotti, De Masi, Bassolino, Cacciari e tutti gli altri che hanno firmato a favore di questa “opera massima”.

     

    Eleonora Gitto

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