Piano inchiesta della Procura su case popolari

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FRANCESCO AIELLO Piano. Dopo oltre vent’anni di ritardi e polemiche si arricchisce il capitolo giudiziario nella vicenda delle cooperative edilizie e arriva una nuova indagine della procura di Torre Annunziata. Nei giorni scorsi, infatti, gli agenti della polizia giudiziaria su disposizione del pubblico ministero Silvio Pavia hanno effettuato un sopralluogo nell’insediamento abitativo che sorge nei pressi della frazione collinare di Trinità. Motivo? Verificare la fondatezza della segnalazione fatta dai proprietari di un edificio confinante con le palazzine appena costruite che, in un dettagliato dossier, hanno denunciato il mancato rispetto della normativa relativa alle distanze tra edifici. In pratica, secondo quanto riferito agli investigatori, nel progettare i fabbricati delle cooperative sarebbe stata completamente ignorata l’esistenza della costruzione localizzata all’interno di un fondo agricolo adiacente. Da qui la denuncia e l’indagine che proseguirà nei prossimi giorni con l’esame dell’intero incartamento relativo alle cooperative tramite l’acquisizione di documenti al Comune. Quello emerso in questi giorni, tuttavia, non è l’unico tentativo di bloccare il completamento dell’insediamento edilizio. Appena prima dell’estate, infatti, a scendere in campo per fermare i lavori sono stati anche gli occupanti del condominio che sorge nelle immediate vicinanze delle palazzine che hanno chiesto ai magistrati chiudere il cantiere in quanto «non sono stati rispettati né il progetto originario né le distanze tra edifici confinanti». Risultato? «Il fabbricato della cooperativa la Comune è stato realizzato in modo da occludere sia l’aria che la luce, oltre al diritto di affaccio delle nostre abitazioni», ha scritto nell’esposto-denuncia Salvatore Amendola, uno dei proprietari degli alloggi confinanti. In pratica, a seguito dell’adozione del nuovo regolamento sismico, e considerato che la zona è stata oggetto di numerosi ritrovamenti archeologici, le palazzine delle cooperative hanno subito spostamenti rispetto alle iniziali localizzazioni di progetto con la conseguenza che oggi ci sono finestre e terrazzi completamente oscurati dai nuovi fabbricati. Da qui la guerra a colpi di carta bollata tra vicini con numerose richieste di intervento per fermare i lavori. «Ci sembra assurdo che dopo una calvario durato oltre vent’anni oggi ci vengano a contestare la posizione dei nostri alloggi, i cui progetti sono passati al vaglio di tutti gli organi competenti» è la replica dei diretti interessati. Sembra non arrivare mai, dunque il momento in cui le 60 famiglie, socie delle cooperative, potranno finalmente ottenere l’alloggio che attendono da oltre vent’anni. Non a caso, anche in seguito agli ultimi episodi, i lavori per la realizzazione dell’insediamento edilizio della Trinità assomigliano sempre più a una interminabile telenovela. Dopo aver atteso per oltre dieci anni l’avvio dei lavori, i guai per i soci cominciano nel 2000 quando la Procura di Torre Annunziata, in seguito a un’indagine dei carabinieri, dispone il sequestro del cantiere. Motivo? Presunte variazioni che si sarebbero verificate tra i progetti approvati e i fabbricati costruiti, oltre a difformità nell’iter delle autorizzazioni necessarie per avviare la costruzione.

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