Amalfi frana i lavori fermi alla bonifica i tempi si allungano

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    AMALFI Il presidio di rocciatori che avrebbe dovuto controllare i costoni rocciosi della Costiera e verificare, in tempo reale, situazioni di pericolo, per procedere alla pulizia e al disgaggio delle rocce instabili sulla Statale amalfitana, non è stato ancora attivato per anomalie nell’aggiudicazione della gara d’appalto. A confidarlo è l’assessore regionale alla protezione civile, Edoardo Cosenza, che nel novembre del 2012 aveva presentato il progetto “pilota” in prefettura a Salerno, per un costo complessivo di 250mila euro. «Il primo bando – rimarca sconsolato Cosenza – è stato addirittura annullato, in quanto è risultato, in seguito alle verifiche di rito, che la ditta che si era aggiudicata la gara aveva presentato un’offerta così bassa che non copriva neppure il costo del lavoro». Perciò è stata indetta una nuova gara e, pure stavolta, sono in corso i controlli, proprio per capire il perché sia stata nuovamente proposta una somma notevolmente inferiore rispetto a quella base. «I ribassi anche stavolta – evidenzia l’assessore regionale – sono stati notevoli e noi vogliamo vederci chiaro prima di rendere esecutivo il progetto e assegnare ufficialmente l’appalto». Fare previsioni sull’attivazione della task force, pertanto, risulta alquanto difficile, anche se non si riesce a comprendere appieno il perché di questi “saldi” alquanto sospetti che, al contrario, invece di favorire l’attuazione del programma, lo rimandano all’infinito. Di sicuro una volta che il piano di lavoro sarà operativo, eliminerà gli interventi di somma urgenza che, fino ad oggi, sono stati utilizzati dai comuni del comprensorio amalfitano per l’affidamento diretto della messa in sicurezza delle aree a rischio a imprese di fiducia. Questa potrebbe essere una delle chiavi di lettura di questo apparente sabotaggio al progetto, che punta alla prevenzione del dissesto idrogeologico della Divina, per non trovarsi impreparati ad affrontare eventuali emergenze. Gli interventi di bonifica, infatti, una volta che il presidio di rocciatori sarà attivo, dovranno essere garantiti entro un massimo di 4 ore e, attraverso un controllo capillare della 163, anche nel versante “napoletano”, e, in questo modo, dovrebbe non solo diminuire il rischio frane ma, attraverso accertamenti frequenti, sarebbero azzerati pure i cosiddetti “interventi tampone” che, negli anni, hanno caratterizzato, in caso di smottamento, le operazioni di bonifica, non migliorando ma, in certi casi, peggiorando addirittura la situazione. Gaetano de Stefano

     

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