NA 12/1/14 presso Ass. Lucana “NAPOLI D’ALTRI TEMPI” di Alberto Del Grosso, riscuote grande successo. foto

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    NA 12/1/14 presso Ass. Lucana “NAPOLI D’ALTRI TEMPI” di Alberto Del Grosso, riscuote grande successo.

    Cronaca di un evento di Gaetano Iaccarino

     

    Dello spettacolo “Napoli d’altri tempi” presentato domenica 12 Gennaio 2014 da Alberto Del Grosso all’Associazione Lucana Giustino Fortunato, ne devo scrivere perché ci sono stato.

    Il salone era gremito di pubblico e alcuni ospiti erano anche in piedi. I protagonisti, meravigliosi ambasciatori di una cultura canora che è nostra, assolutamente nostra, sono stati sommersi di applausi. Ne devo scrivere, perché Alberto Del Grosso, regista e ideatore dello spettacolo, non ha portato al Lucano solo uno spettacolo teatrale che ha compattato per ragioni di spazio, ma un veicolo di emozioni, ricco di umanità e  ilarità,  come dovrebbe essere la vita.

    Questo scritto è una cronaca e non vuole essere una recensione dello spettacolo, perché sono privo degli strumenti tecnici necessari per questo tipo di analisi; altri bravissimi professionisti, ve ne hanno fornito una approfondita opinione.   

    Molti spettatori assistevano a bocca aperta ai flash di filmati, foto, e canzoni registrati in  quei vicoli di Napoli, ricchi di venditori ambulanti e allegri ragazzi. I protagonisti, attraverso le loro interpretazioni, accompagnati dal bravo maestro Angelo Mosca, hanno onorato le memorie di autori che furono, delle più belle canzoni napoletane. Lo spettatore era portato anche a sorridere, perché era consapevole ed orgoglioso di appartenere alla terra ed alla cultura che ha dato grandi Geni che hanno fatto la storia della canzone napoletana.

    Hanno partecipato (in ordine alfabetico)

    La frizzante soubrette Lilly Amati che ha riportato il pubblico ai tempi della Belle Epoque e della “mossa” che il prof. Aldo De Gioia, ha brevemente ma efficacemente illustrato prima del numero Lily Kangy.

    Il giovane talento cantante Roberto Arnone, dotato di ottimo timbro canoro, ha cantato due note canzoni napoletane. 

    Cristiano Avolio, giovane rampollo di Giò Siciliano, e… buon sangue non mente,  ha fatto rivivere brani e macchiette di successo.

    Tina Bonetti, mezzo soprano, ben nota apprezzata e richiesta in molti teatri, salotti e circoli culturali canori. Le sue doti vocali, le consentono di passare facilmente dalla lirica al classico.

    Antonio Gallo ha interpretato una macchietta di Nino Taranto, accompagnandosi con il putipù, tipico strumento napoletano.

    Gennaro Guerra, tenore che negli ambienti canori è soprannominato “il piccolo Caruso” ha fatto rivivere noti brani di potenza vocale. 

    Antonietta Pujia, ha cantato allegre canzoni, portando come sempre, tanta allegria.

    Giò Siciliano, nella vita medico chirurgo e brava cantante, ha cantato tre tra le più belle canzoni napoletane, onorando anche la memoria di Gilda Mignonette, che portò al successo in America: “A cartulina ‘e Napule”. Mi piace dire che mi è apparsa di possedere le stesse cadenze canore della grande Gilda.

    La direzione musicale è stata affidata al maestro Angelo Mosca, già accompagnatore dei più noti cantanti, da Mario Merola a Luciano Rondinella, ad Alberto Amato e tanti altri.

    Lo spettacolo è stato presentato con eleganza e professionalità dalla giornalista Anna Aita.

    Tutti i protagonisti sono parte degli interpreti degli spettacoli presentati da  Alberto Del Grosso in collaborazione con il prof. Aldo De Gioia. Lo scorso Ottobre, al teatro Immacolata al Vomero, nello spettacolo “Quando c’era il varietà”, registrarono ampi consensi di pubblico e dalla stampa qualificata.

    La regia audio è stata affidata a Mark Piantadosi.

    La regia video è stata affidata a Renato Ciardi.

    La direzione di scena. affidata a Slavik Del Grosso Ozinkovkyi.

    L’assemblaggio video è  di Umberto Santacroce.

    Le riprese di scena sono del fotoreporter Filippo Tufano

    I progetti grafici sono di Umberto Santacroce e Salvatore Scotti

     

    L’atmosfera è stata resa ancora più amicale quando Alberto ha invitato in scena una sua emerita collega del Consolato Generale Americano che non vedeva da molti anni e ritrovata in facebook. Ella, che si è rivelata una persona simpatica e spigliata, quando Alberto le ha rivolto qualche domanda e le ha passato il microfono, a ruota libera ha anche raccontato di una visita alla antica Napoli con il prof. Aldo De Gioia come guida e un suo aneddoto su una vincita al lotto del coniuge, correlato a quella  visita culturale. 

    Ho la sensazione che alla fine, lo spettatore abbia pensato di aver assistito non ad uno spettacolo teatrale, ma ad un magico incontro che gli ha preso tutti i sensi, indirizzandoli in una precisa direzione; perché se in due ore e mezza, ha riso, si è commosso, ha applaudito ed è stato portato a riflettere, egli stesso si è sentito protagonista di quella “Napoli d’altri tempi”, che l’autore ha inteso portare in scena. Tutto questo non è poco e nessuno lo potrà mai negare ad Alberto Del Grosso.

     

     

     

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