Sorrento. Un 2013 da dimenticare in fretta

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    Sarà un 2013 da gettare nel dimenticatoio per il Sorrento. Retrocessione dopo 22 anni dalla C1, terzultimo posto in classifica e una situazione che ha del tragicomico. Dopo l’addio di Mario Gambardella ed i tanti sacrifici per andare avanti, la barca di trovare la rotta giusta non vuole saperne. Colpa dei comandanti? Forse. Quattro cambi di panchina nel solo 2013 non sono serviti per individuare il varco idoneo e tirarsi fuori dai marosi delle paludosi zone della bassa classifica. Bucaro prima, Chiappino, poi, hanno pagato sulla propria pelle l’aver detto sì alla società di via Califano. I sostituti non sono riusciti a dare quel segno indelebile alla stagione. Se Papagni ha, almeno, raggiunto il minimo stagionale dei play-out, Simonelli, dopo la prima vittoria in quel di Santa Croce sull’Arno, non ha portato novità nel rendimento interno. Un anno nel quale l’Italia, bistrattato da tutti, è diventato terreno di gioco amico per le avversarie dei rossoneri. 3 vittorie, 2 pari e 11 sconfitte, questo il ruolino di marcia del Sorrento in casa. Ogni domenica l’amaro post pranzo veniva servito ghiacciato da parte dell’undici peninsulare. Goccio dopo goccio la bottiglia è finita in un amen. La voglia di ripartire dei tifosi, in estate, è stata rasa al suolo da un cumulo di sconfitte (7 interne) che hanno portato le storiche tribune dell’impianto a svuotarsi gara dopo gara. Dal Sorrento chiappiniano a quello simonelliano non sono cambiati i risultati interni, ma la qualità della prestazione. L’ex trainer del Genoa primavera aveva improntato i suoi con un gioco offensivo, Simonelli per non prenderle. In sintesi due filosofie opposte per uguali risultati. L’equilibrio del campionato potrebbe consentire ai rossoneri di rientrare dalla porta di servizio senza colpo ferire. La tattica servirà relativamente. Occorrerà uno scatto d’orgoglio, un impeto di vitalità che, una squadra senza personalità, saprà trovare nel profondo le motivazioni giuste per piazzare un filotto di risultati positivi. Personalità che servirà anche sul mercato. Sì, perché sbagliare un solo innesto nella squadra vorrà dire condannarla alla seconda retrocessione consecutiva senza se e ma. Un colpo mortale di cui i dirigenti dovranno farsi carico. Gli sforzi, le scuse sono ridotte ai minimi termini. Simonelli ha dettato la sua linea. Alla lunga senza innesti sarà durissima fare il piazzamento desiderato, quindi dentro almeno sei calciatori di peso e qualità. Il “nome” questa volta dovrà essere lasciato in un angolo. Si dovrà pensare a cosa serve con urgenza, muoversi in tempo e dimostrare con i fatti che non si vuole abbandonare la categoria facendo la comparsa. Pensare a dover acquisire un portiere dopo aver avuto la chance di confermare Rossi, in estate,è il paradosso pirandelliano della società. Le lacrime di quanti a Prato hanno pianto ancora una volta nella vita per i colori rossoneri meritano il rispetto che l’amore i chilometri ed i viaggi. Il top per il Sorrento sarebbe trovare un difensore ed un attaccante che alla prima saprebbero fare la differenza senza guardare, per una volta, la carta di identità, ma l’integrità fisica e la voglia di mettersi in discussione. (Sport in Penisola)

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