Partito Comunista Cinese 18° Comitato Centrale

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    In un lungo articolo, apparso sul quotidiano napoletano il Mattino a firma di Romano Prodi,viste le conclusioni del 18° Comitato Centrale del PCC, terminato il 12 novembre scorso,si delinea una similitudine con i gattopardi descritti dal principe Giuseppe Tommasi di Lampedusa.Il celebre romanzo, pubblicato postumo, premiato e trasformato in opera cinematografica memorabile ed eterna dal regista Luchino Visconti di Modrone,descrive l’epopea dei Mille vista da un aristocratico siciliano il principe don Farizio di Salina. Il paragone tra la celebre frase “noi fummo i gattopardi,i leoni,quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti,le iene,e tutti quanti, gattopardi,sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”, che indica l’immobilità della Sicilia, e dei siciliani,che sapendo o credendo di essere i migliori non accettano “lezioni” dai conquistatori,siano essi mussulmani,angioni o svevi,od anche piemontesi, viene forzato con l’evoluzione ed il futuro della Cina voluto e programmato dall’alto del Comitato Centrale, senza alcuna partecipazione popolare. Situazioni completamente diverse, quelle di una nobile terra occupata costantemente da un oppressore e quindi sfruttata, ed una nazione governata verso l’occidentalizzazione, con tutti i pro e i contro esistenti,da un ristretto numero di persone. Adattamento alla globalizzazione economica con stimolo dell’economia non pubblica,cercando in essa la direzione per una riforma strutturale economica,peraltro già in atto,soddisfazione per gli sforzi fatti per la riduzione di emissioni di carbonio, e per la lotta al terrorismo in collaborazione con l’India,queste le sintesi determinanti per il prossimo futuro. Geppi Rossano

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