Procida. Imminente l’abbattimento della casetta di Elisabeth: lo stato continua ad accanirsi contro i poveri cristi

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A Procida sono giorni di terribile angoscia quelli che sta vivendo Elisabeth, la donna vedova, povera, sola e disoccupata che tra pochi giorni vedrà sgretolarsi sotto i colpi delle disumane ruspe di Stato, la sua unica ricchezza: una casetta di appena 20 mq. costruita dal marito morto di crepacuore proprio a seguito dei primi abbattimenti che furono eseguiti sull’isola di Graziella. Una casetta talmente piccola che per dormire Elisabeth è costretta ad aprire una brandina nel cucinino: da non credere. Se vivessimo in una società degna di poter essere definita civile, lo Stato, anziché recarsi in via Morea per abbattere quattro misere mura, si recherebbe da Elisabeth per costruirle una camera da letto decente dandole, così, una maggiore dignità esistenziale. E invece lo Stato sta per schiacciare sotto i colpi di una pala meccanica i sogni di un’intera esistenza e con essi il diritto alla casa di una donna destinata a diventare una nuova clochard dei giorni nostri: che vergogna. Una donna per la quale negli anni scorsi il popolo procidano si è mobilitato a difesa della sua modestissima casetta con imponenti manifestazioni di protesta popolare organizzate dal “Movimento di Lotta per il Diritto alla Casa della Regione Campania” guidato da Domenico Savio, movimento che tutela con forza l’abusivismo di necessità e al tempo stesso chiede che venga abbattuta la grossa speculazione edilizia affaristica e camorristica. Abbiamo telefonato Elisabeth che disperata per quanto le sta per succedere, ci ha dichiarato: “Il mio stato d’animo è di disperazione, sono in un momento di disperazione e non so a cosa appoggiarmi. Il governo non mi aiuta in nessuna maniera. Io sono una vedova senza pensione. Una persona che vive di carità. Non lo so che sarà di me, non lo so. Più disperazione di questa ci vorrebbe solo un suicidio”. La frase pronunciata da Elisabeth “più disperazione di questa, ci vorrebbe solo un suicidio”, è un duro atto di accusa soprattutto verso quel potere politico di centro, centrodestra e centrosinistra che per anni, attraverso i suoi rappresentanti locali e nazionali, ha strumentalizzando la tragedia degli abbattimenti al solo scopo di accalappiare voti: che vergogna!  E pensare che mentre Elisabeth viene condannata a dover rinunciare per sempre al suo inalienabile diritto alla casa, senza ulteriore possibilità di appello, le forze politiche che hanno affossato l’Italia e affamato il popolo italiano e che, tra l’altro, sono anche responsabili degli stessi abbattimenti e dell’abusivismo edilizio per non averci messo in condizione di costruire nella legalità, con il pretesto della necessità di dover svuotare carceri superaffollate, stanno studiando  come evitare, con l’approvazione dell’indulto o dell’amnistia, la galera a politici condannati in tutta Italia in via definitiva. L’altra anomalia è rappresentata dal fatto che ad eseguire l’abbattimento sarà il Comune di Procida il cui sindaco nei giorni scorsi invocava l’indulto per gli abusi di necessità. E anche per questo motivo abbattere la casetta di questa donna sarebbe cosa assurda per l’Amministrazione comunale in carica guidata dal Sindaco Vincenzo Capezzuto. Ma la cosa più vergognosa è che l’abbattimento sarà eseguito nel mentre in Parlamento è in itinere l’approvazione di una legge che possa consentire la graduazione delle demolizioni. Una sorta di protocollo di Siracusa che almeno per ora potrebbe far slittare l’abbattimento delle case di necessità come quella di Elisabeth. (Gennaro Savio)

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