Gaeta. Un convegno meridionalista non come gli altri… foto

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    Venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 ottobre ha avuto luogo a Gaeta, all’ hotel Serapo, un convegno meridionalista in ricordo della strage che si verificò in quella città nel 1861 ai danni della sua popolazione e dei valorosi soldati borbonici che la difendevano. Un convegno  assai diverso da quelli che lo hanno preceduto per anni sullo stesso tema poiché, al di fuori della solite manipolazioni sull’argomento, tenderà a mettere in luce le reali caratteristiche di quella più che drammatica vicenda. Di cui nei precedenti convegni si occultavano in genere con cura i fatti e le ragioni che l’avevano in realtà determinata. Basti dire che fra suoi relatori non figurano i soliti “meridionalisti” alla De Crescenzo, Gulì, Dicé, Pino Aprile, Lino Patruno e simili, che ne hanno sempre data una versione non a caso manipolata. E vi figurano invece relatori come Stefano Surace, il celebre giornalista d’inchieste rivelatosi come il leader di meridionalisti autentici, che recentemente ha tenuto a ristabilirne rigorosamente la realtà dei fatti e connesse responsabilità. Un convegno che si annuncia dunque particolarmente interessante. Al riguardo riteniamo utile riportare l’annuncio datone dagli organizzatori con a capo Pietro Golia, editore di Controcorrente.

     

    19/10/2013 AGGIORNAMENTI….                                                         
     
    Si è svolto un interessante convegno a Gaeta, giunto alla sua 21ma edizione, organizzato da Edizioni Controcorrente e la famosa rivista “L’Alfiere”. Non si tratta della solita sbobba meridionalista, dove si continua a magnificare il passato  “Borbonico”, di quanto eravamo belli e bravi, migliori di quella o codesta civilità, ma ha uno sguardo sul presente per prepararsi ad un futuro immediato.
    Lo si evince dallo spessore degli ospiti della prima serata, di cui ero testimone ed osservatore. Due moderatori molto seri e preparati, come il Dott. Eduardo Vitale, direttore della rivista L’Alfiere e Pietro Golia, editore.
    Apre la serata la scrittrice Chiara Curione, che parla del suo ultimo lavoro letterario “Un eroe dalla parte sbagliata”, che ha come protagonista l’esempio Sergente Romano, in una chiave più moderna e attuale.
    Poi è la volta di Simona Schiano di Coscia, che racconta di una mala-Italia nella sua Procida, delle peripezie accadute ( e che ancora accadono) a Lei e alla sua famiglia per aver denunciato la commistione palese tra comune di Procida, capitaneria di porto e soggetti locali che hanno lottizzato gli spazi di terra e di mare che circondano la bellissima isola. Si prosegue con Felicia di Paola, con un interessante elogio del cibo e della dieta mediterranea, con un suo excursus storico, dalla nostra Magna Grecia fino ai giorni nostri, passando anche per la “terra dei fuochi”.
    C’è posto anche per Vincenzo Giannone, dirigente scolastico della scuola primaria di Scafati “Ferdinando II di Borbone”, rinominata proprio da Lui durante la sua dirigenza, incontrando non pochi ostacoli, inoltre ha mostrato alcuni testi che egli ha perfezionato, e che gli alunni (ma soprattutto i genitori di essi) sono completamente “presi”, ottenendo successo indiscusso. Un esempio per tutti i docenti e dirigenti denne nostre scuole…
    Un altro protagonista è stato il cardiologo/scrittore Enzo Capuano, di Salerno che ha scritto un bel romanzo “Quel ponte sul fiordo do Furore”, ambientato tra la cittadina della costiera amalfitana e Mostar (Bosnia) attraverso il protagonista del romanzo, che parte da quel paesino dove da bambino aveva vissuto una guerra (ex Jugoslavia), perdendo molti amici e familiari, e che attraverso lo sport dei tuffi, dove viene chiamato a gareggiare la famosa gara internazionale di tuffi che ogni anno si svolge sopra il ponte del Fiordo di Furore, riesce a dare un senso alla propria triste esistenza.
    Chiude in bellezza Stefano Surace, ormai noto negli ambienti meridionalisti come un “tagliateste”, smascherando continuamente alcuni meridionalisti fasulli,i quali tendono solo a nuotare nel torbido, omettendo le parole come “Indipendenza o Secessione”. Ebbene ha confermato le parole che ormai da qualche anno ripete, cioè che solo staccandoci da questo stato cosiddetto italiano possiamo migliorare le nostre condizioni di vita. Il convegno terminerà domenica 20 ottobre con la consueta storica cerimoniale.   Fonte: ABCnewsEuropa  – Giovanni Cervero

     

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