SALERNO. Muore Massimo Carusio, indagato nel maggio scorso per smercio di banconote false

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Salerno. Indagato per smercio di banconote false e agli arresti domiciliari dopo il blitz dei carabinieri del maggio scorso, il 41enne salernitano Massimo Carusio non potrà più difendersi dalle accuse della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore: è morto ieri mattina in seguito all’aggravarsi della grave malattia di cui soffriva da tempo. Non ce l’ha fatta il fisico debilitato del quarantunenne salernitano, residente in via Marchiafava ma nato e cresciuto nell’altro capo della città: in zona Carmine. Lascia la moglie e i due figli e tanto sconcerto tra gli amici. Tantissimi, sin da ieri mattina, i messaggi sulla sua bacheca facebook, il cui profilo era sotto il nome di Massim ‘o piezz. Emblematica una frase: “sei stato, sei e sarai il protagonista della nostra amicizia sapendo che nessuno muore se rimane in vita nel cuore di chi resta. grazie Massimo ti amo fratello caro ,veglia sempre su di noi e quando sara’ il momento della fine della mia esistenza .vienimi a prendere”. Carusio era finito ai domiciliari nell’ambìto dell’operazione dei carabinieri di Nocera Inferiore denominata Green Fake Money. L’attività trae origine nel mese di agosto dell’anno 2011 quando veniva verificata l’attendibilità di una notizia confidenziale che aveva segnalato una spendita di una banconota contraffatta dell’importo di euro 100 euro presso l’esercizio pubblico denominato “Mon Amour” ubicato a Nocera Superiore. Accertata la veridicità di quanto suggerito, i carabinieri procedettero ad acquisire presso i vari uffici di polizia dell’agro nocerino-sarnese le varie denunce relative a spendite di banconote false. Dalla certosina successiva analisi investigativa, veniva individuata la coppia autrice delle varie spendite, identificata in Rosa Misciascio e Antonio De Rosa. per gli inquirenti il cambio dei soldi falsi veniva effettuato proprio da Rosa e Lucia Misciascio, coadiuvate dal genitore Gioacchino Misciascio o da De Rosa, con i trasporti sull’asse Napoli- Salerno eseguiti da Sebastiano Frasca, Rosa Misciascio, Raffaele e Vincenzo Santoriello, gli ordini eseguiti da Rosa Misciascio a Carusio, e quest’ultimo che acquistava le banconote da Vitone. Per la Procura Massimo Carusio era ritenuto il capo della banda, un’accusa per la quale il 41enne salernitano, ex edicolante della zona Trincerone, lato Caserma Pisacane, ora non potrà più difendersi (re.cro.).

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