Vico Equense crisi politica ed exit strategy per evitare le demolizioni

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Vico Equense crisi politica ed exit strategy per evitare le demolizioni , mentre si ritorna a parlare delle possibili dimissioni di Gennaro Cinque nel comune della Penisola sorrentina per provare a farsi rieleggere , con l’intimazione a Maurizio Cinque a dimettersi da presidente del consiglio che poi lo rieleggono (stiamo freschi dice sostanzialmente Maurzio Cinque, ndr) e mentre si allontana dalla costa di Sorrento sui servizi sociali decidendo di gestire da soli , con un’opposizione molto ferrata sui social network, ma la sicurezza di avere ancora con se la maggior parte del consenso sociale, Cinque cerca di trovare una soluzione alle imminenti demolizioni che ne mettono a repentaglio il consenso elettorale. E’ l’ultima spiaggia per gli abusivisti, lo scrive Salvatore Dare ottimo giornalista di Metropolis -. Ed è quella messa a punto dalla Regione Campania che, con una legge approvata lo scorso mese di maggio, ha previsto la possibilità per i Comuni di destinare ad alloggi di edilizia popolare gli immobili «fuorilegge» e già acquisiti a patrimonio comunale dagli enti locali. Con la precedenza per l’occupazione – fissata proprio dalla normativa regionale – prevista a favore di chi, negli immobili abusivi, ci ha comunque vissuto e che al momento dell’avvio della procedura non dispone di altre «soluzioni abitative». A Vico Equense, in tal senso, qualcosa sembra muoversi. Si tratta di una città che, nelle frazioni collinari, deve quotidianamente fare i conti con una situazione d’emergenza. Non è un mistero che, negli ultimi anni, l’autorità giudiziaria abbia dovuto emettere a raffica ordinanze di demolizioni per le strutture abusive. E gli appelli, sollevati a più riprese pure dal mondo degli anti-ruspe, non mancano. Basti pensare al caso di alcuni mesi fa quando, a Massaquano, ci fu una sommossa popolare perché di buon’ora partirono gli interventi di demolizione per buttare giù un manufatto occupato anche da alcuni disabili. Insomma, la querelle c’è. Ecco perché la giunta guidata dal sindaco Gennaro Cinque, appena pochi giorni fa, ha deciso di «accedere» a quest’opportunità. Si tratta di un semplice atto di indirizzo al consiglio comunale. Se ne dovrà discutere in aula, insomma, con l’opposizione. E bisognerà capire quale atmosfera ci sarà. Perché l’ultima seduta dei lavori è stata contrassegnata da uno scontro all’arma bianca con i fedelissimi del sindaco Cinque, capaci di bocciare in pochi istanti numerose proposte della minoranza, anche sul tema dei servizi sociali. Mentre, all’interno dell’amministrazione, rimane sempre l’interrogativo sul futuro politico dello stesso primo cittadino che è tornato a chiedere la testa – politica – del presidente del consiglio comunale, Maurizio Cinque, successore dell’originario titolare della poltrona, Matteo De Simone (eletto nel corso delle amministrative 2010 e dimessosi all’improvviso la scorsa primavera), ed eletto con i voti di «franchi tiratori» e opposizione. Sulla questione del mattone selvaggio e delle rinnovate chance previste dalla normativa regionale, in ogni caso, potrebbe consumarsi l’ennesima battaglia. La legge emanata dalla Regione Campania fissava in 90 giorni dall’entrata in vigore il termine in cui i Comuni avrebbero potuto decidere di aderire all’iniziativa. Ora siamo già arrivati a metà settembre e i tempi sembrano quindi essere sfumati via. Eppure, nella delibera approvata dall’esecutivo di Vico Equense l’altro giorno, si definisce il termine «non perentorio». Per gli enti municipali, la strada tracciata dalla Regione Campania è allettante anche sotto il profilo finanziario. Nel caso di demolizioni «coatte», sono proprio i Comuni a doversi far carico delle spese necessarie per finanziare gli interventi rivalendosi poi sui privati finiti nel mirino delle ruspe.

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