Mazzarri-Conte, il derby d’Italia delle panchine

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    Così uguali, così diversi. Inter-Juventus è innanzitutto il duello tra Antonio Conte e Walter Mazzarri, protagonisti di sfide a colpi di tattica, dichiarazioni al veleno e voglia di primeggiare. Accadrà anche domani a San Siro: stavolta però il Napoli non c’entra, gli azzurri sono solo spettatori interessati. La rivalità tra i due è destinata ad aumentare, perché l’Inter – anche per la vicenda della revoca degli scudetti – è la prima nemica sportiva della Juve. Mazzarri e Conte non si sopportano, eppure sono simili: motivatori sino all’eccesso, maniacali nel preparare le partite, leoni in gabbia a bordo campo, aggressivi nella comunicazione. Conte talvolta anche a voce alta, Mazzarri con concetti spietati. Si aggrappano a tutto pur di vincere, sono polemici e, talvolta, anche «lamentosi»: in realtà c’è anche molta strategia, la volontà di non mollare di un centimetro, dentro e fuori dal campo. Eppure sono anche diversi: Conte è più duttile tatticamente, visto che ha receduto dal suo dogma iniziale, il 4-2-4. Mazzarri è invece il teorico del 3-5-2, al quale rinuncia (poco) solo a partita in corso. Il duello ha un inizio, il 6 gennaio 2010: in principio fu Walter a battere Antonio. Il Napoli vince 2-0 a Bergamo con l’Atalanta di Conte: il leccese litiga con i tifosi orobici e viene esonerato. Si ritrovano il 29 novembre 2011: al San Paolo è sfida epica, il Napoli va avanti per 3-1, la Juve pareggia per 3-3, è Conte stavolta a vincere il duello tattico con Mazzarri, sorprendendolo con un inedito schieramento a specchio, 3-5-2. È la svolta per la Juve che vincerà, da imbattuta, lo scudetto. Walter non la manda giù e dirà: «Conte mi ha copiato, così gioca il mio Napoli». Antonio s’infuria. È solo l’inizio di una sfida a distanza. Nella gara di ritorno perde ancora Mazzarri, 3-0 per la Juve lanciata verso lo scudetto. Walter si prende la rivincita portando il Napoli a vincere a maggio la Coppa Italia contro la Juventus. Le schermaglie tra i due diventano roventi in agosto, per la Supercoppa di Pechino: Mazzarri manda delle spie all’allenamento bianconero, Conte (che non sarà in panchina per la squalifica del Calcio scommesse) lo attacca tramite il vice Carrera: «Se lo abbiamo copiato perché ci spia?». In campo succede di tutto: espulsi Zuniga, Pandev e lo stesso Mazzarri, errori dell’arbitro e coppa alla Juve. Il Napoli, risentito, non si presenta alla premiazione. Conte e la Juve attaccheranno a freddo il comportamento degli azzurri, Walter, a inizio settembre, replica piccato: «Non accetto lezioni di sportività da chi dice che ha vinto 30 scudetti nonostante non sia vero». In campionato Mazzarri perde ancora a Torino (anche se sulla panchina juventina c’è Alessio), a febbraio è nuovo duello a distanza. Walter attacca la Federazione e la Juve, favorita – a suo dire – dal calendario: «Esiste un trattamento diverso tra chi gioca la Champions e chi l’Europa League, ma tanto noi dobbiamo stare zitti», dice il toscano, Conte replica stizzito: «È una fesseria: chi ha giocato tre gare in 7 giorni, noi o loro?». Al San Paolo è 1-1, la Juve vince lo scudetto. In estate altre stilettate a distanza in occasione dell’amichevole negli States (vinta ai rigori dall’Inter). Mazzarri rifiuta il parallelo con la prima Juve di Conte, il tecnico bianconero lo accusa: «Vuole solo mettere le mani avanti». Il bilancio nelle 7 sfide tra i due è favorevole a Conte, che ha vinto 4 volte, due delle quali da “squalificato”. Ora il derby d’Italia, in attesa di nuove schermaglie: la prima forse già oggi, visto che Mazzarri ha deciso di tenere la conferenza stampa alle 15.30, mezz’ora dopo quella di Conte, magari per avere l’ultima parola. Quella, però, spetta al campo… (Dario Sarnataro – Il Mattino)

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