"Incontri al buio", il 16 sullo schermo del Marianiello "C.R.A.Z.Y"

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Dopo lo spagnolo Pedro Almodovar, è la volta di un giovane regista canadese Jean – Marc Vallèe.Continua dunque questo straordinario viaggio nel mondo del cinema d’èssai,della cinematografia di qualità,alla scoperta di pellicole premiate in varie festival ma che per una deprecabile censura di mercato che da spazio solo a film di cassetta cadono immeritatamente nell’oblio. Lunedì 16 settembre alle ore 20,30 nell’ambito della XXX ed. degli “Incontri al buio”sullo schermo del Marianiello un piccolo gioiello:”Crazy”, presentato nel 2005 nella Giornata degli Autori a Venezia e premiato al Giffoni Film festival.Genere Drammatico ma con un finale conciliante, durata 125 minuti, è la storia di due intrecci amorosi; quello di un padre per i suoi cinque figli, e quello di un figlio per suo padre, un amore così forte che lo costringe a mentire su se stesso(Il direttore artistico Antonio Volpe) Recensione del film: C.R.A.Z.Y. Negli anni sessanta, in Canada, c’era una famiglia composta, oltre che dai due genitori, da tre piccoli maschietti. Beh, si da il caso che proprio il venticinque Dicembre la madre di questo scatenato trio ne metta alla luce un quarto, il quale verrà battezzato con il nome di Zachary. Lo spunto di questo C.R.A.Z.Y, diretto da Jean Marc Vallee, narra l’inizio dell’odissea personale, intima, di quest’ultimo arrivato che, proprio per la sua nascita, in quel giorno fatidico, si trova sin dal principio della sua incompleta vita con un piccolo gruccio sulle spalle: quello di dover per forza dividere i regali di compleanno con gli altri del mucchio, senza avere una piccola festicciola tutta per lui. Oltre a questo trauma che per i più grandi potrebbe sembrare una stupidaggine, ma naturalmente per un bambino s’ingigantisce ulteriormente, sopraggiunge quello più tangibile, in base ad un altro tipo di diversità quella sessuale. Quando un giorno il padre torna prima a casa dal lavoro e trova il giovane Zac vestito da donna intento a cantare una ninna nanna al suo fratellino (il quinto arrivato), al genitore gli si spezza il cuore e quello della famiglia che era il preferito diventa improvvisamente lo sfavorito. Il personaggio di C.R.A.Z.Y è un ragazzo sensibile che cerca di lottare durante tutto l’arco della sua giovinezza con lo spettro dell’omosessualità. Ma la famiglia non è l’unico colosso da cui difendersi c’è anche la religione, la chiesa, per uno, poi, che è nato proprio nello stesso giorno di Gesù Cristo ancora più complicato. Il padre, in realtà come tutti i padri, lo rivorrebbe con se nel suo amato nucleo familiare, a sfornare figli come ha fatto lui, perché come dice in una scena “sono la più grande gioia e il più grande dolore?”. La voce di David Bowie chiama, Zac si veste come il cantante rock, si trucca come uno Spider from Mars e canta “Space Oddity” nella sua stanzetta, mentre un poster di Bruce Lee lo fissa attaccato alla parete. La spinta interiore vuole uscire come una furia, prima picchia a sangue un suo compagno di scuola , poi ci finisce a letto, e le ragazze sono difficili da digerire. “Crazy” è anche una canzone di Patsy Cline, uno dei dischi preferiti del padre di Zac, una copia, naturalmente in vinile, rarissima ed a cui lui tiene come una reliquia e che il piccolo bimbo incompreso, qualche anno prima, rompe volutamente. Poi ci sono i Rolling Stones che attraverso le bocche dei protagonisti cantano a favore del giovane, durante una messa, “Sympathy for the Devil”, perché lui, il diavolo, se lo sente dentro. Se tutto questo non vi basta per andare a vedere il film di Vallee, potrebbero essere messi in ballo molti altri fattori, primo fra tutti l’incredibile energia visiva che viene liberata dallo schermo, l’eccellente performance del giovane Marc André Grondin, nei panni di Zac, il dirompente messaggio indirizzato verso chi fa della famiglia e della religione un peso insostenibile per chi vuole semplicemente vivere la propria vita come più gli aggrada, senza per forza sentirsi in colpa per le proprie azioni. E se tutto questo non vi basta, beh… pazienza. A tutti gli altri: Buona visione!

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