E´ morto Alberto Bevilacqua. Il ricordo dello scrittore in Costa d´Amalfi – VIDEO

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    E’ morto Alberto Bevilacqua scrittore, poeta, sceneggiatore, regista. Era nato 79 anni fa a Parma. Si è spento oggi, nella tarda mattinata, a Roma, a Villa Mafalda, dove era ricoverato da circa due anni. L’ho conosciuto, frequentato; lo stimavo molto e gli ero amico. Mi ricambiava amicizia e stima. Lo conobbi, per la prima volta, ad Amalfi, dove lo invitai per una manifestazione letteraria verso la fine degli anni ’60. Era giovane, ma già affermato scrittore. Aveva già al suo attivo romanzi di successo come “La califfa”, “Questa specie d’amore”, “L’occhio del gatto”. Era già una sicura promessa della letteratura italiana dell’ultimo secolo. Promessa mantenuta e consolidata ed ampiamente ufficializzata con riconoscimenti delle giurie dei più noti ed affermati Premi letterari italiani e stranieri. Ricordo che mangiammo a “La Caravella”; e, reso audace dalla giovane età del poeta/scrittore, gli sottoposi alcuni miei scritti. Ne restò vivamente e positivamente impressionato e mi esortò ad andare avanti. Diventammo amici e tornò altre volte ad Amalfi, in forma strettamente privata e pretese (!) di tornare a mangiare a “La Caravella”. Amalfi lo aveva catturato per la sua storia, per la sua arte, per la sua bellezza e, soprattutto, per la vivacità e la simpatia contagiosa degli abitanti. Agli inizi degli anni ’80 gli consegnai il “Premio Palinuro”, che allora organizzavo nella bella località cilentana. Ne fu molto contento e ricordo che fu molto toccato dal fascino e dalla dolcezza malinconica della terra dei miti (lo sono un po’ tutte le terre del mito, pervase dalla venatura tenera della malinconia). Nell’intervento, che fu una vera e propria “lectio magistralis” sulla poesia del mito, lo fece notare e rivolgendosi a me espresse il desiderio di tornare almeno per poche ore nella festosa vivacità di Amalfi che gli metteva gioia di vivere. Lo accontentai, ovviamente. Nei primi anni di questo secolo, quando reggevo le sorti del turismo di Maiori, nella mia qualità di Amministratore della locale Azienda del Turismo, lo invitai più volte: 1) in occasione del Premio Rossellini, nella sua qualità di sceneggiatore e regista; 2) come vincitore del Premio Maior in qualità di poeta con la raccolta “Tu che mi ascolti – poesie alla madre” (Feltrinelli); 3) per un veglione di Capodanno, quando si scatenò con grande simpatia in una cena vivacissima al Ristorante “Da Mammato”. Furono densi di attività culturali i miei due anni di impegno turistico istituzionale a Maiori. Io li ricordo con nostalgia. Furono ritmati da presenze prestigiose: Mario Luzi, Alberto Bevilacqua, Raffaele La Capria, Raffaele Nigro, Antonio Ghirelli, Giovannino Russo, la Mondadori e tanti, tanti altri… Non tutti i Maioresi apprezzarono, ma io ho la coscienza tranquilla di aver dato un bel contributo alla città, che recitò il ruolo di protagonista culturale nella Costiera, nella Provincia e nella Regione. Ho visto l’ultima volta Alberto in una manifestazione letteraria pubblica cinque/sei anni fa al Premio Sabaudia, (ero membro della Giuria), quando gli fu attribuito, in una memorabile serata, il premio alla carriera. L’ho rivisto, poi, a più riprese, nel corso degli ultimi anni in incontri privati, carichi di reciproci attestati di calda amicizia e profonda stima. Era gravato nel fisico e demotivato nello spirito fino all’aggravarsi della malattia, che stamattina lo ha portato alla morte. Non mi sfugge un particolare. E’ morto a Villa Mafalda, nella stessa clinica dove fui ricoverato io, alcuni anni fa, per un delicato intervento con esito positivo. Con Alberto Bevilacqua la Comunità Letteraria Italiana ed Europea perde un Testimone/Protagonista di grande spessore. La nostra Costiera perde un estimatore incantato. Io perdo un amico prestigioso, di cui vado orgoglioso.

    La presenza, a più riprese, di uno scrittore/poeta/regista del livello di Alberto Bevilacqua mi spinge a fare una riflessione sulla tante, forse troppe, manifestazioni letterarie che si fanno in lungo e in largo in costa d’Amalfi lungo l’arco dell’anno, ma soprattutto d’estate. Agli organizzatori – privati, ma soprattutto pubblici – mi sia consentita una raccomandazione. La Costa d’Amalfi ha una immagine da difendere, tutelare ed esaltare. Pertanto stiano attenti alla qualità nella selezione degli ospiti. Che siano all’altezza della storia prestigiosa e della tradizione delle località che li ospitano. Ciò non significa che non bisogna dare spazio agli esordienti (ci mancherebbe!!!). Ma che si dica e si sappia che sono esordienti! Anzi è auspicabile una rassegna letteraria di esordienti!!! Ma tutti sappiano, autori, editori e lettori, che possono anche andare incontro a delusioni cocenti di disinteresse e di sedie tristemente vuote. Ci siamo passati tutti per queste amare esperienze!!!
    La mia non è una critica, ma una testimonianza amara dovuta all’età!

     Giuseppe Liuccio

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