RAVELLO FIORELLA MANNOIA E I SOLIS STRING QUARTET A VILLA RUFOLO AMMIRA IL TRAMONTO POI CANTA FOTO

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 VENERDI 6 SETTEMBRE 2013 ORE 19.32. Pochissimi minuti fa, l’arrivo di Fiorella e dei Solis sul palco di Villa Rufolo a Ravello sulla costa d’ Amalfi , per il check spond, ma il nostro fotografo Mariella, per positanonews , il giornale della Costiera amalfitana e Penisola sorrentina,  coglie il momento in cui la cantante si lascia sedurre dal paesaggio, dal fascino del tramonto, dal mare, dall’infinito wagneriano, insomma, e si affaccia per la prima volta.

Duetto a sorpresa, a Ravello, per Peppe Servillo e Fiorella Mannoia, che sul palco di Villa Rufolo hanno intonano “Te voglio bene assaje” davanti a una platea gremita in ogni ordine di posti. L’improvvisazione è andata in scena durante i bis del concerto della cantante romana e dei Solis String Quartet nella penultima serata del Ravello Festival. Senza presentazioni, accompagnato da una breve introduzione del quartetto d’archi napoletano, Servillo ha intonato i primi versi della canzone, seguito dalla Mannoia. È stato il momento clou di uno spettacolo in cui la Mannoia ha regalato nuove versioni dei suoi successi, impreziosite dagliarrangiamenti inediti dei Solis String Quartet. Il gran finale è stato affidato a “Il cielo d’Irlanda”, eseguito come una danza nordeuropea.

Due ore prima del concerto l’interprete ha incontrato i suoi fan nell’incontro moderato dal direttore artistico, Stefano Valanzuolo. Esordendo così: «Sono incantata da questo luogo, non c’era mai venuta. È un posto incantato. Mai vista una roba così. Erano anni che ci rincorrevamo e Ravello ci ha finalmente dato l’opportunità di questa collaborazione. Un progetto da camera? Mica tanto da camera. Loro hanno un ritmo che è difficile trovare in un quartetto d’archi. Diciamo che sono anche da ballo». Valanzuolo ha poi cheisto come sono state scelte le canzoni da eseguire a Ravello. «Io ho scelto le canzoni che normalmente canto –ala risposta dell’artista – quelle più amate dalla gente. Loro hanno arrangiato tutto in maniera così straordinaria ed originale che tutte sarebbero andate bene. Non è facile sentire un arrangiamento così e forse sarà un’occasione unica».

Poi, a microfono quasi spento, alla fine dell’incontro, si è lasciata andare: «Nella mia carriera ho seguito la mia voce, che mi ha portato quasi per mano. È lei che sceglie. Poi è normale che la vita passi, si prendono delle posizioni, le ribadisci, le esterni anche con le canzoni e i loro contenuti. Decidi di cantarle perché anche quelle canzoni ti rappresentano e poi.. una parola tira l’altra, forse parlo troppo. Qualcuno mi ha chiesto: perché non ti candidi… (ride) Non mi candiderò mai». La Mannoia ha infine esternato il suo amore per la musica napoletana: «La adoro. Per me rappresenta la canzone italiana tradizionale – ha rivelato – Non c’è niente da fare, se uno pensa ad una canzone tradizionale italiana pensa ad una canzone napoletana. Ci sono dei maestri che hanno scritto canzoni intramontabili che mettono a fuoco quello che l’Italia ha di più, l’amore per la melodia che non tutte le altre culture hanno. Ho provato a cantare delle canzoni in napoletano, comprese quelle di Pino Daniele, con estrema difficoltà soprattutto per la pronuncia che ho studiato con molta attenzione anche grazie ad una mia amica napoletana che mentre cantavo mi correggeva. “Arteteca” me la ricordo… mi ha levato il sonno».

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