Fondazione Ravello e i quattro milioni di euro dati dalla Regione Campania. Mettete in rete il Bilancio e spese .NOTA

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Sotto NOTAFondazione Ravello, se è pubblica, deve fare il bilancio dei quattro milioni di euro dati dalla Regione Campania? Cozzolino da Napoli si “accontenta” delle dichiarazioni di Secondo Amalfitano sul fatto che la Fondazione Ravello non ha membri privati al suo interno, cosa che ne renderebbe illegale l’erogazione di fondi, sempre secondo l’accusa. Ma non punta il dito sulla mancanza di dati e documentazione sulle spese della Fondazione stessa in rete, la quale è privata o pubblica a secondo dell’interlocutore. Pubblica per prendere i fondi, privata per evitare gli obblighi di pubblicazione di bilanci e spese in dettaglio. La querelle, con toni smorzati, continua. Al “colpo di sole” di cui Brunetta accusava i suoi denigratori, replicano i giovani democratici: “Il colpo di sole lo ha preso lui”. Insomma il batti e ribatti continua, ma non ci si ferma a riflettere su dati fondamentali. L’unico che lo ha fatto è stato il professor Domenico De Masi, non si mette in discussione la valenza dello staff del Ravello Festival, ma dove si vuole andare con questi finanziamenti, chi li gestisce e come. Ora, assodato che, come dicono Secondo Amalfitano e Brunetta, la Fondazione è totalmente pubblica e visto che tutti gli enti pubblici devono pubblicare bilanci e atti, dalle delibere alle determine, visto che l’ultimo segretario della Fondazione, quel Mansi ex direttore de La Città di Salerno, ha fatto accuse durissime proprio sulla gestione dei fondi e viste le polemiche che ne sono seguite, perchè non fare un atto di grande trasparenza, secondo noi consono alle leggi, mettendo in rete il bilancio ed ogni singolo emolumento che dir si voglia, come avviene già per i Comuni, provincia e Regione? Altrimenti possiamo pensare che la Fondazione sia solo uno schermo per evitare qualsivoglia tipo di controllo pubblico, cosa che avviene con gli stessi enti di cui fa parte. Detto serenamente, sarebbe un gesto corretto verso la popolazione, da cui vengono i fondi pubblici, e per la trasparenza che smorzerebbe polemiche eventualmente infondate dovute, come lo stesso Cozzolino ha detto, alla poca chiarezza dell’informazione che traspare dal sito internet della Fondazione perlomeno per quanto riguarda le spese fatte nel dettaglio che gli enti pubblici sono tutti obbligati a mettere in rete, un obbligo e preveniamo eventuali levate di scudi che asseriscono che le Fondazioni in quanto enti di diritto privato (ma formate, in questo caso, da enti pubblici normalmente tenute a render noto pubblicamente in rete anche cento euro, ndr) non sono tenuti a pubblicare il bilancio ed il dettaglio delle spese. Che lo si faccia, vi è un obbligo morale nei confronti dei cittadini tutti a dettagliare e specificare le spese come vengono effettuate e non tramite comunicati stampa ma con la pedissequa pubblicazione di ogni atto, come fa ogni singolo, anche piccolissimo, Comune d’Italia, o la più grande Provincia e Regione. Rendete conto delle spese, che sicuramente effettuerete nel migliore dei modi, e si dipaneranno molte nebbie. Ecco il sito dove tutto c’è fuorchè il dettaglio delle spese http://www.fondazioneravello.com/. Parliamo ovviamente, precisiamo, dei fondi pubblici ricevuti ogni anno, milioni di euro pubblici, dove non vi è una dettagliata descrizione di tali spese, continua e puntuale, come, secondo noi, si dovrebbe, per evitare qualsiasi dubbio o sospetto. La Fondazione Monte dei Paschi risulta ancora socio fondatore con atto pubblico di una Fondazione che, con atto notarile, viene definita di “Diritto Privato”, non c’è un atto che dice che sia uscita fuori dalla Fondazione, lo presumiamo e ci fidiamo di pubbliche dichiarazioni, ma si dice che dal 2010 non contribuisce più. Contributi pubblici che sono sempre arrivati senza che però siano stati resi pubblici nel dettaglio, per singole voci, per singoli emolumenti ai vari soggetti che ne fanno parte, per i singoli concerti e attività, nel dettaglio, periodicamente, cosa che succede oggi, ripetiamo, con tutti gli enti pubblici. Farlo per il futuro sarebbe auspicabile per poter effettuare un maggior controllo da parte dei cittadini sulla spesa di questi soldi pubblici o almeno per sapere nel dettaglio al di là dei comunicati stampa, come sono stati spesi questi soldi.

 Nota della Redazione: quello che rammarica è il silenzio dei politici locali rispetto a questa circostanza. Che non sia pubblico il bilancio, nel dettaglio, che è l’unico modo per capire veramente come stiano le cose, pare non importi a nessuno, ne ai passati ne ai presenti amministratori, che siano di maggioranza o di minoranza. Questo significa che tutti prima o poi sperano di trarne beneficio dalla gestione senza un controllo pubblico e diretto dei cittadini?

 

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