Castellammare di Stabia. Francesca Pia, 5 anni. Non sente, non parla e rischia di diventare cieca. Appello dei genitori

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Castellammare di Stabia. Francesca Pia ha 5 anni. Non sente, non parla e rischia di diventare cieca. Comunica soltanto con i suoi occhioni vispi e il suo sorriso contagioso. Un sorriso figlio di un miracolo. Perché Francesca Pia Ingenito, nata prematura a 5 mesi e mezzo, vince ogni giorno la sua battaglia con la vita. “Pur trovandomi in un ospedale, a Battipaglia, ho partorito senza assistenza – ricorda mamma Maria Annunziata Staiano – Perché i medici erano convinti che mia figlia sarebbe rimasta dentro di me ancora per qualche giorno. Erano le 5 del mattino del Natale 2009. Partorii nel letto della mia camera. Fu un infermiere ad aiutarmi e a cercare subito un medico per trasferirla d’urgenza in una incubatrice. Qualche ora dopo, mi dissero che Francesca Pia aveva poche possibilità di sopravvivenza”. Invece la piccola continua a vivere e a ridere. Emette suoni divertiti quando vede il suo album da colorare con i disegni di Peppa pig che ha in mano. L’idolo di tante bimbe della sua età ce l’ha anche sulla maglietta che indossa. E’ gioiosa, guarda con attenzione tutto ciò che ha intorno. E’ questo il suo mondo: stare aggrappata alla sua mamma, i colori, la barba del papà e Peppa pig. Francesca Pia è affetta da broncodisplasia polmonare. La sua disabilità ha origine con la sua nascita, quando, a causa della forte prematurità, riportò infezioni all’intestino, asfissia e un’emorragia cerebrale. “Rimase a Battipaglia, in terapia intensiva, per due mesi – racconta la mamma – poi iniziò la nostra odissea da un ospedale all’altro perché, ad ogni nuovo problema che Francesca presentava, bisognava trasferirsi in strutture specializzate”. Un mese al Monaldi, due al Santobono e ancora un altro al Monaldi. La famiglia, i medici e lei hanno superato infezioni gastriche, insufficienze respiratorie e retinopatie. Tuttavia non si può affermare, benché siano trascorsi anni, che Francesca Pia sia guarita dalle patologie neonatali. “Per provare a correggere in parte la sua sordità – spiega la madre – ci siamo rivolti al dottor Lucio Vigliaroli. Lo specialista dell’ospedale San Giovanni Rotondo di Foggia le ha introdotto a marzo un impianto cocleare all’orecchio destro. Questo auricolare le permette di sentire i rumori. A settembre gliene verrà messo un altro, ma a sinistra”. Affinché il suo cuore continui a battere, lottano al suo fianco i suoi genitori, papà Catello e mamma Maria Annunziata. Entrambi stabiesi, entrambi disoccupati da anni. Vivono a casa della mamma di lei, insieme ad un altra figlia di 16 anni, in via Don Bosco. Nei pressi del quartiere denominato “Aranciata Faito”. Il marito, Catello Ingenito, 37 anni, da quando è stato licenziato dalla Entalpia, una ditta dell’indotto Fincantieri, non ha più trovato lavoro. Il suo dramma ha inizio proprio nel 2009, con la nascita della bimba. “La ditta – afferma – mi impose di osservare anche gli straordinari. Ma io non potevo, perché mia figlia era ricoverata in Tin a Battipaglia. Non ce l’avrei fatta. Il mio capo – aggiunge – liquidò le mie richieste dicendo che non era un suo problema. Queste erano le condizioni”. Tra il lavoro e Francesca, trovandosi alle strette, Catello scelse la strada del cuore. Da allora è l’unica che persegue insieme a Maria Annunziata. L’altra, quella del lavoro, l’ha totalmente smarrita. “Ho fatto qualche lavoretto e consegnato qualche pizza, mettendo da parte un po’ di soldi per le cure di Francesca. Ma ora non ce la faccio più. Mia moglie deve stare tutto il giorno con lei e con l’altra bimba”. Francesca Pia, che al momento gode solo della legge 104 per i portatori di handicap, con la quale riceve gratuitamente i pannolini, potrebbe beneficiare anche del diritto all’accompagnamento e alla comunicazione. La pratica è seguita da Nicola Cuomo, sindaco di Castellammare, ma stavolta in veste di avvocato. “Il Sindaco – dichiara – già prima della sua elezione ha seguito il nostro caso. Sta lavorando affinché possiamo ottenere questi diritti che a mia figlia spettano. Gli chiedo di intervenire con maggiore incisività e, magari, di aiutarci offrendomi qualsiasi tipo di lavoro. Mi appello anche alla generosità di chiunque – conclude – voglia aiutare mia figlia”. A chiunque voglia far continuare a tenere accesa la speranza di Francesca Pia, viva per miracolo. (Paolo Di Capua – Metropolis)

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