Poggiomarino. Violentata dal suo compagno davanti al figlioletto di tre anni

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Poggiomarino. La donna è lì che singhiozza, ha le mani sul viso e la voce che trema. Ha paura. Paura di tornare nel suo inferno. Paura del suo compagno. L’uomo che amava e che invece s’è trasformato nel suo incubo. Ha tentato di violentarla sotto lo sguardo atterrito di un bambino di tre anni. Spaventato, anche dopo l’intervento dei carabinieri, è lì che gioca tranquillo. O sembra. Lei, una donna di 39 anni, nata in Romania il 13 agosto del 1974, riempie le pagine dei verbali di denuncia. Non avrebbe mai pensato di doverlo fare. Per tanto tempo ha sperato di poter cambiare quell’uomo per il quale aveva perso la testa tanto tempo fa. Un tempo che adesso nemmeno ricorda. Piange A.S., si asciuga le lacrime tra una frase e l’altra. I carabinieri che sono arrivati in tempo per salvarla la rassicurano, provano a ridarle un briciolo di serenità, ma è un’impresa difficile. Davanti agli occhi della donna ci sono ancora gli occhi violenti del suo aggressore. E ci saranno ancora, perché dovrà incrociarli di nuovo al processo. Che ci sarà. Lui, A.E., è di qualche anno più piccolo della donna. Ha 33 anni e anche lui arriva dalla Romania. Ora è accusato di violenza, o meglio di violenza sessuale. Anche se i militari sono intervenuti tempestivamente, allertati da una telefonata anonima che ha segnalato le urla della donna provenire dall’abitazione della coppia. Ai militari l’uomo ha detto di non ricordare nulla, ha detto di non aver mai voluto aggredire la sua donna. Ma le sue dichiarazioni non sono determinanti. Del resto, stando alle prime indiscrezioni, il 33enne, al momento dell’aggressione alla sua donna, era con ogni probabilità ubriaco. L’episodio si è verificato a Poggiomarino, nell’area Vesuviana, dove i due si erano trasferiti da qualche tempo. Lei la raccontano come una ragazza tranquilla, sempre assieme al suo bambino. Di lui, quelli che lo conoscono di vista confermano il vizio dell’alcool. I carabinieri della stazione lo hanno arrestato in flagranza di reato. Nei verbali c’è scritto che «il cittadino rumeno, in stato di alterazione psicofisica da abuso di alcool, ha aggredito sua moglie (A.S.), costringendola ad avere un rapporto sessuale». La donna aveva rifiutato le richieste dell’uomo e a quel punto è stata aggredita. I carabinieri intervenuti sul posto hanno definito la scena «raccapricciante », così come è sottolineato in una nota ufficiale consegnata alla stampa. L’uomo aveva costretto la donna sul letto della camera matrimoniale e le aveva già strappato i vestiti. Le urla della donna, sulla quale l’uomo si era avventato, sono state udite da alcuni vicini che hanno segnalato la lite in famiglia. In realtà era qualcosa di peggio di una delle solite liti tra i due e mentre l’uomo tentava di violentare la 39enne il loro bambino era lì, costretto ad assistere ad una scena orribile. Anche il piccolo piangeva, ovviamente spaventato dalle urla della mamma e dalla violenza del padre. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento, l’uomo non ha tentato nemmeno di fuggire, anzi si è detto anche stupito dell’intervento, convinto di non aver fatto nulla di illecito. Ovviamente la donna soccorsa è stata trasportata in caserma, poi in ospedale per essere medicata. Dopo aver ritrovato un po’ di calma ha deciso di raccontare tutto ed ha verbalizzato la sua storia. Dall’inizio alla fine, fino alla violenza sessuale subita davanti al figlioletto di tre anni. Ha sporto formale denuncia nei confronti del marito che, tratto in arresto, è stato trasferito in una cella del carcere di Poggioreale in attesa del processo. Il piccolo è rimasto accanto alla donna, che in serata è rientrata a casa. Questa volta libera. Senza l’angoscia di dover dormire sotto lo stesso tetto del suo aggressore. (Metropolis)

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