«RIUNIRE CIÒ CH’È SPARSO» – CAPITOLO N° 16 foto

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    «RIUNIRE CIÒ CH’È SPARSO» – CAPITOLO N° 16
    Sergio Zazzera

    Il seguente articolo, apparso su “Il Brigante” del 5 luglio u.s., firmato da Sergio Zazzera. magistrato e giornalista, mi e’ stato inviato dall’autore, che ringrazio con la redazione de “Il Brigarnte” e lo pubblico di seguito, anche per i nostri lettori.

    Alberto Del Grosso – Positanonews..  

    5 luglio 2013

    Alcuni fra i miei quattro o cinque lettori mi hanno sollecitato a riprendere questa modalità d’incontro, rimasta sospesa a lungo; eccoli, dunque, accontentati.

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    Beppe Grillo (nella prima foto), dopo avere chiesto e ottenuto un incontro con il Presidente della Repubblica, aveva fatto sapere di essere già impegnato per la data comunicatagli dal Quirinale; poi ha dato la propria disponibilità. Bontà sua: forse, avrà tardivamente compreso chi intendeva incontrare. Da parte sua, poi, il Presidente gli ha fatto sapere che avrebbe gradito la presenza anche di altre persone, purché fosse precisata la loro veste istituzionale. Ebbene, credo che a precisare la sua dovrebb’essere per primo proprio Grillo, mero “proprietario” del simbolo del M5S, qualità che tanto istituzionale non mi sembra che sia.

     

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    Per dimezzare fin dall’inizio in Italia gli effetti della crisi economica in atto, sarebbe stato sufficiente attribuire all’euro il suo valore effettivo (= £. 1.436,27). Tutti ricorderanno che Silvio Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio, dichiarò che a decidere non poteva essere il Governo, ma il mercato; il che sarà anche vero, ma non v’è dubbio che un controllo sul mercato il Governo avrebbe potuto anche esercitarlo.

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    Non sembri assurda la pretesa, manifestata da Guglielmo Epifani (nella seconda foto) a Matteo Renzi, che il segretario del Pd. e il candidato di tale partito alla Presidenza del Consiglio siano due persone distinte: una concezione realmente democratica della politica evita la concentrazione delle cariche in un’unica persona. Ma ormai se ne stanno dimenticando un po’ tutti.

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    Oltre che da turisti, si può decidere di andare a Lampedusa per (fingere di) acquistarvi una villa o per portare solidarietà agli extracomunitari ospiti del centro di prima accoglienza: tutto dipende da chi prende la decisione.

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    Dopo gli scioperi attuati dal rispettivo personale, sembra proprio che l’area archeologica di Pompei e il Colosseo abbiano dismesso la loro originaria qualità di beni culturali, per assumere quella di strumenti estorsivi.

     

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    La sfida di Papa Francesco (nella terza foto) alla Curia romana sembra una sorta di “storia infinita”: ora vorrebbe addirittura che i cardinali non prendessero posizione sulle questioni della politica interna italiana.

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    Giorgio Airaudo, che, dopo essere stato eletto al Parlamento, invita la Fiom a non assumere atteggiamenti estremistici, mi ricorda tanto la vignetta di Forattini che raffigurava Enrico Berlinguer in pigiama e pantofole, disturbato da un corteo di lavoratori in sciopero che passava sotto alle finestre di casa sua.

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    Mohammed Morsi, capo dello Stato egiziano deposto dai militari, invoca la difesa della sua legittimità (vocabolo corretto, questa volta: non si tratta di legittimazione) da parte del popolo che lo ha eletto. Ebbene, egli avrebbe pienamente ragione, se non fossero trascorsi due anni dalla sua elezione: la legittimità, infatti, si acquista con l’elezione, ma si conserva con l’azione. Nessuno vorrà dimenticare che anche Mussolini era stato eletto dal popolo.

     

     

     

     

     

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