Palumbo risponde a Ravello Nostra su critiche sito conferenza e ambiente. "Scriteriati? E perchè?"

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Ravello , Costiera amalfitana . L’assessore  Palumbo risponde a Ravello Nostra su critiche sito conferenza e ambiente. “Scriteriati? E perchè?”

Ravello, 3 Giugno 2013

 

 

 

Prof. Lorenzo Imperato

 

Presidente Onorario

 

Associazione Ravello Nostra

 

84010 Ravello  

 

 

 

Egregio  Presidente

 

 

 

La ringrazio per avermi fatto partecipe delle perplessità da Lei sollevate nel corso di un’assemblea dell’Associazione Ravello Nostra – insieme al Dr Paolo Imperato, ex Sindaco della nostra città –   sull’utilizzo di un area della Strada Provinciale (SP1) Passo – Valico di Chiunzi: considerato il diffuso disinteresse, il fatto che almeno una associazione “storica” di Ravello continui ancora a seguire con attenzione l’attività  amministrativa del nostro paese non può che farmi piacere.

 

 

 

 

 

Quello che invece, Le confesso, mi dispiace, è la forma utilizzata, che sembra voler interrompere il confronto – sì serrato, ma sempre diretto e collaborativo – che ha contraddistinto i rapporti fra la Sua associazione e questo Assessorato negli ultimi due anni, per passare a quello che sembra più un esposto/denuncia invece di proposta/richiesta di chiarimenti nonché il tono inusitato della scrittura che definirei almeno “poco elegante”.

 

 

 

 

 

Riassumo  e rispondo ai sei  punti salienti della Sua missiva:

 

 

 

 

 

1.scelta…. scriteriata, dal momento che si è voluto installare un impianto di stoccaggio nello slargo adiacente alla rotabile, che resta nell’immediato ingresso del Paese, fino ad oggi, utilizzato quale area di fermata dei bus turistici, oltre che come punto di sosta per gli ospiti, al fine di osservare i primi squarci di panorama;

 

 

 

 

 

Innanzitutto mi sembra paradossale che mentre ovunque si manifesta crescente sensibilità all’impatto ambientale e alla ecosostenibilità,  quando ad impegnarsi per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti è una amministrazione comunale debbano arrivare contestazioni che purtroppo – come nel Suo caso – non si basano su una oggettiva valutazione degli intenti ma solo su quello che si presume questi siano. Non posso pertanto accusarLa di fare il processo alle intenzioni, perché semplicemente dimostra di non esserne a conoscenza, dato che, dalla lettura della Sua lettera, sembrerebbe che si voglia addirittura attivare una discarica alle porte di Ravello.

 

 

 

 

 

Quello che accomuna entrambi, per continuare a percorrerlo sino agli angoli più nascosti, è una discreta conoscenza del territorio: dovrà quindi convenire che, mappe alla mano,  per accessibilità ai mezzi di trasporto e alle utenze (acqua, fogna, elettricità), lontananza dalle falde e dai corsi d’acqua, distanza dal centro abitato, insistenza marginale su zone di rischio idrogeologico, alternative plausibili non esistono.

 

 

 

 

 

Mi sembra inoltre strano, avendola incontrata innumerevoli volte lungo quella strada, che non si sia mai accorto che la piazzola sulla SP1 era sì luogo di stazionamento dei bus turistici, la porta di Ravello, ma anche la “porta della vergogna” per il cumulo di rifiuti di tutti i tipi, dimensioni (ed odori),  che ripetutamente venivano a crearsi  causa una incancrenita, criminale (perché di questo si tratta) abitudine dura a reprimere: ben altro che “primi squarci di panorama”.

 

 

 

 

 

2.la struttura di recinzione di tutta l’area costituisce, di per sé, un violento impatto ambientale, come inimmaginabili le conseguenze che scaturiranno per effetto dello stoccaggio, ancorché provvisorio dei rifiuti, a causa dei miasmi derivanti dalle griglie metalliche di recinzione e del conseguente richiamo di animali di ogni genere, con buona pace del folto nucleo abitato San Martino-Monte;

 

 

 

 

 

Non mi trova d’accordo sul considerare una leggera recinzione mobile un “violento impatto ambientale” , non sarà bellissima, come fra l’altro i guard rail da qualche anno istallati sulla stessa strada, ma da qui al “violento” ce ne vuole.  Remota inoltre ogni possibilità di “miasmi derivanti dalle griglie metalliche di recinzione” in quanto la previsione di utilizzo (pressa cartone e raccolta vetro) al servizio del “centro commerciale virtuale” di Ravello non può avere simili conseguenze.

 

 

 

 

 

Per gli animali, spero che l’aumentata frequentazione non li allontani dal posto e si continui a vedere qualche volpe in giro.

 

 

 

 

 

Resta  ovviamente, perché nasconderlo, la remota possibilità di un utilizzo quale sito di stoccaggio provvisorio in caso di crisi, che resta comunque subordinato ad ulteriori autorizzazioni e lavori di adeguamento, ma stiamo parlando di eccezionalità, di qualche giorno, nella sciagurata ipotesi l’emergenza possa tornare,  e qui mi collego al Suo ulteriore rilievo:

 

 

 

 

 

3. ci si chiede quali siano le reali esigenze o i motivi impellenti, che hanno indotto i responsabili ad una simile soluzione, per giunta, in un momento non contrassegnato da evidente stato di emergenza nella gestione dei rifiuti.

 

 

 

 

 

E’ vero, fortunatamente non siamo in stato di emergenza, ma qui non le nascondo il mio stupore: è mai possibile che possa ancora pensare  che l’emergenza debba essere affrontata solo quando ci si ritrova con l’acqua (in questo caso i rifiuti) alla gola, allo stesso modo con il quale continuiamo semplicemente a rimuovere dalle strade  frane ricorrenti invece di prevenirle? O, ancora peggio, Lei preferirebbe forse lasciare, in caso di emergenza, i rifiuti a riempire le strade, abituali percorsi turistici, invece  raccoglierli, in condizioni di assoluta igienicità e sicurezza in un solo punto? Perché questo rifiuto di prepararsi ad affrontarle una buona volta le emergenze?

 

 

 

 

 

4. perché non si è privilegiata la soluzione definitiva …., che prevede la localizzazione di “un’isola ecologica attrezzata”, anche in collaborazione con il Comune di Tramonti, esattamente nella zona già predisposta, a ridosso della collina del “Passo”?.

 

 

 

 

 

Semplicemente perché l’una non esclude l’altra. La struttura prevista sul Passo, che per costi, tempi di realizzazione, impatto paesaggistico e ambientale non è assolutamente paragonabile ai pochi metri di recinzione del sito di cui stiamo discutendo ma che vedo caldeggiata dai più –  perché “scaricata” nel territorio di un altro comune – costringerebbe gli operatori commerciali ad allungare di 8km (fra l’andata ed il ritorno) il viaggio per conferire il vetro ed il cartone in eccesso e ad un analogo impegno i piccoli furgoncini adibiti per la raccolta dei rifiuti nella periferia che invece, facendo capo alla piazzola oggetto dell’intervento, possono più velocemente trasbordare il carico nell’autocompattatore in sosta e quindi ritornare al loro giro.

 

 

 

 

 

5.”.. l’area in questione è stata scelta proprio perché resta a poche decine di metri da quella discarica abusiva, … costituita da ogni genere di rifiuti, anche tossici, materiale in plastica, pneumatici, lamiere di eternit, scarti di vernice e di lavorazioni edili. Questa situazione è stata ripetutamente denunciata, sin dai lontani anni ’80, anche in collaborazione con Legambiente, ma senza esito;…

 

 

 

 

 

Qui devo necessariamente dilungarmi, apprezzando senz’altro la Sua sensibilità per quanto denuncia, ed invitarLa ad una valutazione più obiettiva sul nostro operato.

 

 

 

 

 

Spero sarà felice di sapere che il sistema di videosorveglianza di cui sarà dotata la piazzola permetterà anche di monitorare le scarpate limitrofe, quindi anche i movimenti sospetti verso quella da Lei citata.

 

 

 

 

 

Ma il problema delle scarpate delle strade, ridotte ad immondezzai se non a vere e proprie discariche, non tocca solo la rotabile che da Ravello prosegue verso il Passo: basta affacciarsi sul tratto che sale da Amalfi  in località “Cigliano” o percorrere quelle che vanno verso le Frazioni del Monte o di Sambuco.

 

 

 

 

 

E non è un problema locale ma dell’intera Provincia e della Regione visto che, ad esempio, il Sindaco di Sapri nel 2010 ha aperto un contenzioso con l’Amministrazione Provinciale ordinandole di provvedere alla rimozione dei rifiuti abbandonati lungo le strade.

 

 

 

 

 

Ma l’attività di scarico che Lei cita non è iniziata ieri, e nemmeno negli anni ’80,  visto che era una prassi che ricordo purtroppo sin dalla mia infanzia.

 

 

 

 

 

Denunciare la presenza dei rifiuti è l’equivalente del segnalare i cadaveri sulla scena di un delitto, troppo facile. Più impegnativo individuare gli autori del crimine.

 

 

 

 

 

Ho in passato provato a chiedere a chi frequentava o lavorava nei pressi dei siti degradati se avesse mai notato qualcuno scaricare materiale. Sembra si tratti di fantasmi: nessuno vede, nessuno si accorge di nulla.

 

 

 

 

 

Emblematico il caso degli scavi della Santissima Trinità che, a ridosso di un caseggiato al centro di Ravello, erano negli ultimi anni diventati una discarica di quartiere, anche lì senza che dalle finestre delle abitazioni confinanti nessuno notasse nulla.  Per inciso, sono stati grossomodo ripuliti con una iniziativa a cui ha partecipato anche la Sua associazione (perché non darcene reciprocamente atto?) a cui abbiamo poi affidato il ruolo di capofila per un progetto di recupero e fruizione di oltre 200.000 Euro.

 

 

 

 

 

Ogni ente ha le sue competenze e le sue possibilità di intervento. L’attività di indagine e di accertamento dei responsabili è assegnata prioritariamente all’attività giudiziaria.

 

 

 

 

 

Il Comune può e deve intervenire nell’ambito della proprie competenze, ed è esattamente quello che abbiamo fatto prevedendo una prima dotazione per un fondo destinato alla copertura degli oneri ASL per un corretto smaltimento dell’ETERNIT e impedendo definitivamente, con una bella trave, questa volta di adeguata sezione, l’accesso dei mezzi meccanici lungo il sentiero da dove si continuavano  a sversare rifiuti nella località Acqua Sambucana. Abbiamo messo così la parola fine ad una attività che negli ultimi decenni aveva completamente cambiato l’orografia dei luoghi con alberi di castagno affogati nei detriti. Una situazione di degrado di  tale ampiezza e consistenza che non potrei non definirla come la “BoccadiRosa” del paese: tutti la praticavano, nessuno la conosceva….

 

 

 

 

 

Per questo mi sembra poco corretto voler far passare per insensibile verso l’ambiente chi si è decisamente impegnato a favore di quest’ultimo, con un’attenzione che  è andata oltre la semplice denuncia, attivandosi anche per la  pulizia di tratti di scarpate. Purtroppo solo parziale, perché, senza voler considerare il lavoro  dei volontari – che non hanno avuto remore a scendere lungo la scarpata – il costo del solo smaltimento si è avvicinato a 7.000 euro per i rifiuti raccolti in una fascia di poco più di 100 mq. Si capisce quindi quale sia la dimensione “economica” del problema.

 

 

 

 

 

Ed è un costo che non può essere posto a carico del Comune. Per quanto paradossale,  chi subisce l’affronto di vedere il proprio terreno invaso dai rifiuti è poi chiamato a rispondere dei costi di bonifica e, soprattutto, di crimine ambientale. Proprio quello che è successo agli ultraottantenni sfortunati proprietari del fondo in località “Acqua Sambucana”-  fra l’altro residenti da anni in un’altra regione – quando è stata riscontrata la presenza di lastre di eternit scaricate a loro insaputa nel proprio castagneto.

 

 

 

 

 

Allora dovremmo forse denunciare i proprietari dei fondi circostanti le strade visto che, chi più chi meno, tutti hanno subìto atti vandalici? Lei mi segnala la vallata del Carramone. Iniziamo quindi da loro continuando con le eventuali circostanti attività incompatibili con l’ambiente e con una tale situazione ambientale. Forse ha ragione, forse questa è l’unica possibilità e con la Sua lettera  me ne da obbligo.

 

 

 

 

 

Con le istituzioni che stanno dimostrando continui fallimenti nel reprimere una diffusa attività criminale contro l’ambiente, i privati correrebbero ai ripari per evitare, oltre al danno alla proprietà, la beffa del procedimento penale, provvedendo dalla richiesta di sistemare recinzioni all’assunzione di vigilantes.

 

 

 

 

 

Personalmente sono convinto che il degrado sia legato al disinteresse, affettivo e soprattutto economico, verso ampi tratti del nostro territorio. Mi piace girovagare nella nostra bella Provincia: lì dove “la terra” è ancora vissuta dagli abitanti (pascolo, coltivazione ecc.) anche nelle strade più fuori mano e meno frequentate non troviamo nulla di simile a quello che vediamo da queste parti: sarebbe considerato come un affronto non tanto all’ambiente ma “alla persona” e come tale più sollecitamente punito dalla collettività.

 

 

 

 

 

Concludo con la preghiera di più serena valutazione della nostra azione a tutela e valorizzazione dell’ambiente, gestione dei rifiuti compresa, e per ricordarLe come il Dr Paolo Imperato, co-estensore con Lei della nota di Ravello Nostra, abbia fatto obbligo agli esercizi commerciali con l’ordinanza n.14 del 07.02.2008  firmata quale Sindaco di questa città, di conferire il vetro nell’apposito sito realizzato al Bivio di Scala, recinzione metallica anche lì, porte di Ravello anche da quelle parti, stessa finalità di quello 5 anni dopo in corso di realizzazione sulla Strada Provinciale. E, riprendendo ancora un passaggio della Sua lettera allorquando mi dice che:

 

 

 

 

 

6. …per il passato, gli stessi protagonisti di oggi, si resero responsabili di altra infelice e sconsiderata soluzione, allocando una struttura di stoccaggio dei rifiuti in un’area adiacente alla rotabile per Chiunzi, proprio sulla perpendicolare della sottostante sorgente del vecchio acquedotto sambucano…;

 

 

 

 

 

nell’esprimerLe la piena  condivisione delle Sue valutazioni sulla incompatibilità del sito con lo stoccaggio dei rifiuti e quindi la soddisfazione per la successiva dismissione, devo farLe notare come, in periodo di emergenza rifiuti, lo stesso Sindaco Imperato  abbia ordinato nel 2006 (ordinanza del 22 Giugno) ed ancora nel 2008 (ordinanza del 7 Maggio) alla ditta addetta alla raccolta rifiuti di stoccarli proprio in quel posto. 

 

 

 

 

 

Lungi da me il voler dare lezioni di coerenza. Era solo per evidenziarLe come anche i migliori intenti debbano spesso fare i conti con limitazioni oggettive, conciliare più necessità, dover optare non per la soluzione ottimale (Passo) , ma per quella più praticabile (piazzola sulla SP1)  o sacrificare una decina di metri di panorama per migliorare l’efficienza del sistema di raccolta rifiuti e quindi ridurre l’aumento dei costi per i cittadini.

 

 

 

 

 

Certo che questa sia stata solo una ulteriore occasione per rinsaldare il costruttivo rapporto con la Sua associazione  La saluto, con usuale stima.

 

 

 

 

 

Pasquale Antonio Palumbo

 

Assessore Ambiente Comune di Ravello

 

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