Costiera amalfitana. Tassa di Soggiorno solo in sei comuni. Ravello e Praiano i più ricchi, Positano è free tax

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    Nonostante la Costiera amalfitana sia un territorio a vocazione turistica, sono solo sei i Comuni che hanno applicato la tassa di soggiorno. E, precisamente, ad aver introdotto il balzello per gli ospiti delle strutture ricettive sono Cetara, Maiori, Ravello, Praiano, Furore e Conca dei Marini. Sulla Divina, tuttavia, si è “work in progress”, perché alcune amministrazioni stanno valutando l’opportunità o meno di chiedere ai vacanzieri il piccolo contributo, tenuto conto anche dei cospicui tagli governativi. Così se ad Amalfi si raccolgono firme (più di 600) per sollecitare l’Amministrazione a tornare sui propri passi e ad adottare l’imposta, a Positano non ci sarà nessuna marcia indietro. A confermare la decisione “no tax” è il sindaco Michele De Lucia: «Non ci sarà nessun ripensamento – evidenzia – perché non possiamo penalizzare chi già porta ricchezza al paese». La discussione, tuttavia, apre verso nuovi orizzonti, in quanto lo stesso primo cittadino di Maiori, Antonio Della Pietra, presidente della Conferenza dei sindaci della Costa d’Amalfi, auspica che tutti i paesi possano introdurre la tassa. «Essendo una tassa di scopo – spiega Della Pietra – potremmo utilizzare una parte del ricavato collegialmente, per promuovere l’intero territorio e non esclusivamente le singole cittadine». Intanto, i pochi comuni che hanno deciso di introdurre l’imposta già dallo scorso anno, hanno messo da parte un bel gruzzoletto. A guidare la classifica è Ravello, dove la tassa di soggiorno ha reso circa 250 mila euro. Nella città della musica soggiornare in un albergo 5 stelle lusso costa 4,50 euro in più, mentre per un “semplice” 5 stelle il sovrappiù giornaliero è di 4 euro. Man mano che si scende di categoria cala anche l’imposta: per un 4 stelle, infatti, la tassa è di 3 euro, mentre 2 euro se le stelle sono 3 e 1 euro per le strutture a 2 stelle. «Il tesoretto – spiega il sindaco Paolo Vuilleumier – è stato utilizzato per realizzare manifestazioni e promozioni turistiche, e pure per l’arredo urbano». Dopo Ravello, nella classifica delle entrate, c’è Praiano (l’imposta va da un minimo di 1 euro ad un massimo di 2,50) dove si sono incassati 220 mila euro, spesi – come sottolinea il primo cittadino, Giovanni Di Martino – «in accordo con le associazioni di categoria per acquistare le barriere galleggianti a mare, la pulizia notturna delle spiagge, l’ufficio informazioni turistiche e il wi-fi». Sul gradino più basso del podio si attesta Maiori, con poco meno di 100 mila euro, soldi che sono stati rinvestiti per il restyling dei giardinetti del lungomare, per le manifestazioni d’intrattenimento e in altri campi che riguardano rigorosamente il turismo. Gaetano de Stefano

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