Amalfi a 96 anni si è spenta Anna Amodio. Il ricordo di Sigismondo Nastri e di Maria Fronda

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    Alla veneranda età di novantasei anni si è spenta ad Amalfi la signorina Anna Amodio, sorella del compianto onorevole Francesco, che fu sindaco di quella città per circa un ventennio e deputato al Parlamento per quattro legislature.
    La notizia ha prodotto una vasta eco di rimpianto non soltanto in Costiera amalfitana, ma in tutto in salernitano e nelle altre province campane, dove l’estinta era conosciuta e apprezzata per il ruolo di preziosa collaboratrice del fratello nell’espletamento dell’attività amministrativa e politico-parlamentare.
    Donna di elette virtù, svolgeva anche un’intensa opera umanitaria a favore dei più deboli e di quanti avevano bisogno di aiuto materiale e morale. 

    Il ricordo di Sigismondo Nastri

     Nel “vecchio” palazzo di famiglia (poi abbattuto e ricostruito), sulla Sciulia (ribattezzata “Salita Cavalieri di Malta”, poi “Fra Gerardo Sasso”), ci riunivamo di pomeriggio, in una stanza che aveva un grande tavolo al centro e tre porte comunicanti con altri ambienti della casa, per svolgere il lavoro di segreteria: che consisteva nello smaltimento di una enorme mole di corrispondenza – richieste di aiuto o di interessamento per le più svariate pratiche, disperse nei meandri della burocrazia nazionale e locale – dell’onorevole Francesco Amodio, appena eletto deputato, nel 1958.

    Una segreteria che, man mano – e chiedo scusa se lo dico con autocompiacimento, visto che per vent’anni ne ho avuto la responsabilità -, divenne un modello di organizzazione ed efficienza. Eravamo un gruppo di volontari, disinteressati, legati a lui – all’epoca, ancora sindaco – da stima, ammirazione, amicizia, affetto. Ricordo che, a metà pomeriggio, puntualmente, ogni giorno, da una di quelle porte usciva la sorella dell’onorevole, Anna (per tutti, la “signorina Nina”), con un vassoio – che la sua esile figura faceva apparire enorme -, colmo di cioccolatini, pasticcini, biscotti. Lì per lì nessuno di noi osava toccar nulla.

    Ma appena si allontanava, e chiudeva la porta, cominciava l’assalto: tutti a cercare di arraffare quanto più possibile. Sembrava di rivedere quella scena di “Miseria e Nobiltà”nella quale Totò e compagni aggrediscono una zuppiera di spaghetti fumanti. Non che fossimo particolarmente golosi o affamati: lo facevamo per gioco, o quanto meno per dimostrare prontezza di riflesso e abilità nel riempirci le tasche di tanto ben di Dio.19.12.2001-All’inaugurazione della Biblioteca di MaioriL’episodio mi serve per evidenziare un tratto caratterizzante della signorina Nina: la straordinaria generosità. Che dimostrava sempre, nei confronti di chicchessia, in ogni situazione. E non soltanto offrendo cioccolatini. Il suo aiuto era concreto, ripetuto, costante.

    Questo la faceva benvolere da tutti. A lei, perché intercedesse presso il fratello, occupato a Roma dal lunedì al venerdì nei lavori della Camera, si rivolgeva gente proveniente da ogni angolo della provincia di Salerno, dal Beneventano e dall’Irpinia. Magari solo per manifestare il desiderio di averlo come padrino a un battesimo o a una cresima o come compare d’anello a un matrimonio. Mai a nessuno veniva risposto di no.

    In un elzeviro pubblicato sul Corriere della sera del 30 novembre 2001, e poi in un libro,Gaetano Afeltra scrisse: “Fin dalle prime ore del mattino, la sua casa [dell’on. Amodio]era affollata da postulanti che presentavano le richieste più impensate: la costruzione di una strada verso un villaggio vicino, il trasferimento ad Amalfi di un figlio portalettere a Varese, l’esonero militare del giovane che stava per sposarsi; la raccomandazione alla commissione di esami per la licenza liceale del povero ‘figlio che ha studiato notte e giorno…’. La sorella dell’onorevole offriva a ognuno una tazza di caffè, un bicchierino di vermut o di rosolio secondo l’ora. Poi alla sera partivano un centinaio di lettere di raccomandazioni. L’onorevole ne spediva copia agli interessati come prova del suo sollecito intervento. […] Era l’uomo che aveva più “comparielli” d’Italia. […] Per ogni compariello c’era l’obbligo di un regalo, che in genere era un oggetto d’oro: orologio, penna stilografica, gemelli con brillantini. L’onorevole, ricco era e ricco rimase, ma credo che il suo patrimonio l’abbia assottigliato con acquisti dagli orefici e sussidi ai bisognosi.”

    Ed era sempre la signorina Nina a farsene carico.L’ultimo gesto munifico, qualche anno fa: la donazione dell’intero patrimonio librario del fratello al Comune di Maiori, quale nucleo fondante di una biblioteca pubblica. Riposi in pace.

    Riceviamo e pubblichiamo la commemorazione fatta da Maria Fronda durante i funerali del 16 aprile nel Duomo di Amalfi.

    Cara Signorina Nina,

    ognuno di noi se provato dal dolore può reggere solo se ha fede in Dio. Quando si semina bene difficilmente si riesce ad accettare la dipartita di una persona cara. La tua dipartita, cara signorina Nina, mi lascia triste e sofferente. L’idea di non poterti più vedere per trascorrere, come di consueto le ore pomeridiane insieme sedute attorno a quello antico tavolo con il tepore del braciere durante il periodo invernale o sedute su quel meraviglioso terrazzo durante la calura estiva per rievocarne con profonda nostalgia il passato glorioso di Amalfi quando Tuo fratello Don Ciccio ne era il capo della nostra bella cittadina mi si riempie il cuore di tristezza e malinconia. Quanti sospiri! Quanti ricordi!!! La tua casa, all’epoca, era gremita sempre, in qualsiasi ora, di persone di ogni ceto sociale per questo o quell’altro favore e Tu eri sempre pronta e disponibile per tutti. Hai offerto la tua generosità con amore e riuscivi a capire con garbo e signorilità le esigenze di molti beneficiandone soprattutto i più bisognosi con il Tuo apporto morale ed economico.

    Negli ultimi tempi era questo il Tuo rammarico; la Tua sofferenza di non vedere più nessuno venirti a trovare; questa mancanza Ti faceva soffrire e non facevi che ripetermi: “Non è più il mio mondo” e quando pronunciavi queste parole i Tuoi occhi si riempivano di lacrime e si leggeva su quel bel volto segnato dal tempo una sofferenza senza fine.

    Con la Tua dipartita se ne vanno i ricordi di quell’Amalfi florida, signorile. Con Te va via quella “memoria storica” di un passato glorioso, fulgido, il passato della vera democrazia.

    Ma, la Tua vita spesa per gli altri non finirà con la morte; sono certa che essa si proietterà nel ricordo della Tua esistenza di donna esemplare ed amica affettuosa e premurosa di migliaia di persone. Me ne parlavi con fierezza ed eri orgogliosa per quello che avevi donato all’umanità.

    Sei stata e resterai nei cuori di tutti la sola capace di aver saputo colmare con coraggio, grande onestà e sincera disponibilità ai tanti problemi cittadini. Eri con fierezza e fermezza il braccio destro del nostro grande ed indimenticabile On. Don Ciccio Amodio ed hai continuato a perpetuarne il suo ricordo per lunghi decenni attraverso opere di solidarietà umanitarie.

    Com’era bello vederti gioire quando qualche voce amica ti chiamava sia pure solo per telefono, sorridevi felice nel rievocarne i ricordi del passato vissuti insieme. Si riempiva il Tuo cuore di gioia e affrontavi il resto della giornata con più serenità.

    La Tua nobile figura mi accompagnerà nella gioia e nel dolore per il resto della mia vita e farò tesoro dei tuoi bei consigli che mi offrivi gratuitamente e con profondo amore materno.

    Grazie, cara signorina Nina, per avermi dato la possibilità di esserti stata vicina in ogni momento della Tua esistenza terrena e con la fede e la speranza nel cuore chiedo al Buon Dio di rivederti un giorno in Paradiso per un abbraccio senza fine.

    Ciao, cara signorina Nina, in quest’ora di sofferenza non lasciarmi sola e priva dei Tuoi materni consigli, ne ho tanto bisogno.

    Continua a seguirmi dal cielo apparendomi nei sogni e parlami come sapevi parlarmi nei momenti di angoscia. Le Tue parole serviranno a farmi sentire meno sola. Continua a sorridermi e tra un sorriso e l’altro continua a ripetermi: “Pensa a te; Maria vuole bene a Maria; allontana da te le ansie e le preoccupazioni, Dio ti aiuterà”. Grazie mia cara. Grazie per il tuo grande affetto che mi donavi in qualsiasi circostanza.

    Rimarrai nel mio cuore e in quello di coloro che Ti hanno conosciuta ed apprezzata ed il ricordo di quella donna sempre pronta per il bene della collettività amalfitana resterà impresso in noi che ti abbiamo tanto amata.

    Ora che sei al cospetto di Dio e circondata dal coro degli angeli prega per noi, in particolar modo per i tuoi cari nipoti Maria Carmela ed Antonino, i pronipoti Angela, Maria Vittoria, Francesco, il piccolo Giovanni e gli altri parenti che tanto ti hanno amata e continueranno ad amarti al di la della morte.

    Aiutali con la tua fervida preghiera a superare questa ora triste della vita e dona loro la forza di continuare a vivere e portare avanti con la stessa Tua “tenacia” quanto da te seminato e voluto.

    Prega il Buon Dio per la cara Luisa che con amore filiale ha guidato i tuoi passi, giorno dopo giorno per oltre un decennio; continua a donarle dall’alto dei cieli il tuo aiuto ed il tuo grande amore. Guida i passi del buon Dottor Leo che ha saputo darti quel conforto attraverso le sue premurose cure giornaliere. Ha cercato di strapparti dalla morte, ma ahimè!

    Arrivederci cara ed amata signorina Nina, ci rivedremo nell’altra vita, quella eterna, dove insieme continueremo a gioire con una pace celestiale nei cuori.

    Con tutto il mio affetto la tua cara Maria o meglio la pia colombella di Don Cicco.

    Maria Fronda

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