Massa Lubrense Monte San Costanzo torna la paura

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Gennaro Pappalardo Massa Lubrense. A 31 anni di distanza dalla caduta di alcuni massi che, staccatisi dalla parete rocciosa a strapiombo del versante nord-est del Monte san Costanzo, rotolarono a valle fino a fermarsi a pochi metri da alcune abitazioni di via Grottone poco al di sopra della frazione di Nerano, torna la paura. Dallo scorso febbraio con le abbondanti piogge cadute fino a pochi giorni fa sono ripresi i movimenti franosi fino a costringere il sindaco Leone Gargiulo ad emettere l’ordinanza con la quale si fa divieto assoluto ai proprietari di alcuni terreni sottostanti di recarvisi per coltivarli. Per Luigi Cioffi, proprietario di uno dei due terreni indicati nell’ordinanza sindacale, si è trattato d’un miracolo compiuto da San Costanzo se i massi caduti il 5 aprile scorso si sono fermati nel limoneto a poca distanza da casa sua. «Già nel mese di febbraio – dichiara il contadino – inviai dei telegrammi al sindaco, al Prefetto ed al Genio civile di Napoli ai quali esponevo la situazione di pericolo». Al sopralluogo dei tecnici del comune di Massa Lubrense seguì la richiesta del sindaco d’un intervento urgente del Genio civile di Napoli, del settore Difesa del suolo della Regione Campania, dell’Autorità di bacino idrografico del fiume del Sele, della Protezione civile regionale, della Prefettura, dell’Ufficio territoriale di Governo di Napoli e del Servizio di manutenzione e Protezione civile di Massa Lubrense: concorde il parere di tutti i responsabili, dopo aver accertato l’alto grado di rischio e di pericolosità della zona, nel sottolineare l’esigenza del provvedimento di inibizione delle aree sottostanti la parete in dissesto. Per mettere in sicurezza la zona, vanno ampliate la gabbionata di pietre e la rete d’acciaio che furono posizionate nel 1982 dopo la caduta di grossi massi nello stesso luogo. «Occorre far presto, spiega Luigi Cioffi perché il moltiplicarsi di erbe spontanee ed i cambiamenti termici notturni dei prossimi mesi più caldi potrebbero allargare le fratture fra gli strati rocciosi della parete pericolante e provocare altre frane». In via Grottone a Nerano ricordano con paura quanto accaduto nella frazione di Termini 40 anni fa quando 10 persone morirono nella frana che si abbattè nella notte del 16 febbraio 1973 in località Mitigliano e su via Campanella. E ancora vivo è il ricordo dell’alluvione che la frazione subì nel 1963 per il dissesto di parte della collina di Capo d’Arco.

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