IL BENEVENTO BATTE IL LATINA E SALE AL QUINTO POSTO
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«Abbiamo vinto una battaglia molto importante». L’allenatore del Benevento Guido Carboni commenta la vittoria casalinga della sua compagine contro il Latina, evidenziando «la capacità della mia squadra di essere superiore anche alle continue avversità, come gli infortuni a ripetizione. Per un’ora ho visto all’opera un Benevento fra i migliori in assoluto della mia gestione. Mi congratulo con i miei ragazzi, perché hanno arginato le pericolosissime ripartenze avversarie, grazie ad un perfetto pressing in fase avanzata. In tal modo, abbiamo impedito per quasi l’intera gara le conclusioni verso la nostra porta». Poi, gli ultimi venti minuti di sofferenza. «È vero e logico – conferma mister Carboni – Anzi, è assolutamente fisiologico un calo atletico in quel momento; soprattutto in un match giocato ad alta intensità agonistica, in particolare nella ripresa. Ma abbiamo resistito fino in fondo, grazie al nostro grande carattere ed al nostro fantastico pubblico». Contestualmente, i giocatori del Benevento hanno comunicato di aver dedicato il successo casalingo contro il team laziale proprio al loro allenatore Carboni, per commemorare la recente scomparsa del padre del trainer giallorosso. Benevento. Il Benevento in casa non sbaglia più un colpo. Asfalta il Latina e si riappropria della quinta piazza, l’ultima utile per l’accesso ai playoff, staccando il Frosinone (ma tallonato dal Pisa, corsaro a Sorrento) in attesa dello scontro diretto in Ciociaria di domenica prossima. Dall’avvento di Carboni in panchina i giallorossi sono imbattuti (6 vittorie e 3 pareggi), non perdono dal lontano 6 gennaio (la serie positiva dura da 10 partite), e, come se non bastasse, al “Ciro Vigorito” si sono trasformati in una schiacciasassi avendo finora infilato l’en-plein (5 successi su 5 gare). Numeri che la dicono lunga sulla metamorfosi innescata dal secondo cambio in panchina (Carboni per Ugolotti che era a sua volta subentrato a Martinez), finalmente quello giusto in una stagione altalenante e travagliata fino all’Epifania, ma dal quel momento in poi gonfia di soddisfazioni. Decide Alessandro Marotta con una giocata da bomber di razza, culminata con una legnata in diagonale sotto la traversa che fulmina Bindi sul primo palo e fa esplodere di gioia i 5mila tifosi presenti sugli spalti (record d’incasso stagionale dopo quello nel derby con l’Avellino). Il centravanti dei quartieri spagnoli si sblocca dunque al “Vigorito” con un gol di una pesantezza inaudita, che consente al Benevento di imporsi nel primo di quattro, durissimi scontri diretti (dopo la trasferta a Frosinone, i sanniti riceveranno la Nocerina per un altro derby infuocato e poi renderanno visita al Pisa) e essere dunque artefice del proprio destino senza (per adesso) la scomoda prerogativa dover sperare nei risultati delle altre. E pensare che la vigilia era stata abbastanza complicata per i giallorossi: oltre alla contemporanea squalifica degli unici due uomini di manovra a centrocampo (Rajcic e Montiel), venerdì era venuto a mancare il papà di mister Carboni (costretto a precipitarsi ad Arezzo dalla famiglia per poi partecipare sabato alle esequie e rientrare in città in tarda serata), senza contare il risentimento al flessore che aveva colpito il mediano Davì nella rifinitura della mattina. Senza i due pilastri del gioco e con l’ex stabiese non al meglio, il tecnico toscano ha scelto di variare l’assetto ed ha optato per un inedito 4-2-3-1 con Carotti ed Espinal a fare da frangiflutti davanti alla difesa puntando sull’estro e l’imprevedibilità delle tre mezzepunte (Marchi a destra, Mancosu in mezzo e Buonaiuto a sinistra) piazzate alle spalle del solo Marotta. Anche Pecchia, senza il faro del suo gioco (quel Cejas ex di turno infortunato da mercoledì senza peraltro informarne la stampa: pretattica docet) ha risposto disponendo col rituale 4-3-3 il suo Latina, squadra in flessione solo sulla carta, piazzando Sacilotto a fare le veci dell’argentino, lasciando in panca Agodirin e Danilevicius per un tridente meno offensivo con Barraco e Schetter agli estremi e Jefferson granatiere centrale. Il Benevento è partito d’impeto (rasoiata di Marchi smanacciata da Bindi) ma poi ha faticato ad assimilare i movimenti del nuovo sistema di gioco negli ultimi 30 metri, risultando comunque sempre ermetico in difesa con Signorini e Mengoni a spadroneggiare. Poi ha perso Espinal dopo uno scontro di gioco con l’ingresso di Davì la Maginot ha acquisito maggiore fisicità al punto che la circolazione è divenuta meno problematica ed il fraseggio più fluido. Al 33′ Marchi ha sfiorato il vantaggio con un tocco sottomisura che si è perso di poco sul fondo, poi Marotta ha calciato sul fondo da buona posizione. Gori inoperoso, del Latina nessuna traccia: ancora Benevento vicino al gol in chiusura di frazione con un tuffo di testa di Mansocu su cross di D’Anna. Nella ripresa padroni di casa a pigiare sull’acceleratore: al 2′ Buonaiuto da due passi ha spedito alto, preludio al gol-partita di Marotta. Latina avanti alla ricerca del pari e giallorossi pericolosi in contropiede più volte con Buonaiuto. Nel convulso finale l’ingresso di Cristiani, un salvataggio di Anaclerio sulla linea, un paratone di Gori su Cottafava e un intervento provvidenziale di Signorini su Agodirin hanno blindato i tre punti, un bottino mai così prezioso.
fonte:ilmattino
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