Grillo ai senatori dissidenti "Caduti nella trappola, ma incoerenti"

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    OMA – “Il M5S non deve cadere in queste trappole. Comunque, il problema non è Grasso”. Alla fine Grillo interviene attraverso il suo blog nello scontro sempre più aperto E nel post ricorda: “In gioco non c’è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato, deve mantenere la parola per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori”. Nuove ‘confessioni’ in Rete. Dopo Giuseppe Vacciano, il senatore M5S che ieri sul suo profilo Facebook ha ‘confessato’ di aver votato Grasso, rivendicando la libertà della propria scelta e dichiarandosi pronto ad affrontare le conseguenze, oggi altri senatori del Movimento hanno ammesso, servendosi soprattutto della Rete, di non aver rispettato le indicazioni del gruppo. “Per quelli che ancora non lo sanno, ebbene io ho votato Grasso. L’ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all’elezione di Renato Shifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica”: spiega il senatore siciliano Fabrizio Bocchino che aggiunge: “Non tutti nel gruppo hanno condiviso questa mia scelta, molti la ritengono sbagliata, ma mi sento di poter dire che tutti l’hanno compresa”. E prosegue: “Non so se con il mio voto io ho mentito agli elettori o no. Su questo punto, io ora sono sinceramente confuso. Vi prego di aiutarmi a capire.Fatelo senza impedimenti, pacatamente. Io sono pronto a trarre le conseguenze, altrettanto pacatamente e in serenità”. È certa che già fosse chiaro, ma precisa la sua posizione ulteriormente, seguendo “le direttive del nostro portavoce al Senato Vito Crimi di dichiarare pubblicamente su Fb il proprio voto alla presidenza del Senato” la senatrice Elena Fattori: “L’ho votato però, molto sinceramente, convinta di adeguarmi alle indicazioni dell’assemblea e della mia coscienza”, scrive ricordando che la riunione che ha preceduto il voto è stata “estremamente concitata, sofferta, purtroppo conclusasi in fretta e senza il tempo di raccogliere le idee e di ricapitolare le decisioni, di verificare i presenti, e dalla quale l’unica cosa emersa all’unanimità è stato il no a Schifani”. Quindi, sostiene, “non tanto in mancanza di coerenza abbiamo peccato, ma piuttosto in un’ organizzazione ancora imperfetta. Ma maggiormente del fatto di esserci lasciati prendere troppo dalle emozioni e tropo poco dalla logica politica, ma concedeteci l’attenuante del fatto che eravamo lì da soli due giorni”. Poi puntualizza il significato della preferenza che non significa avvicinamento alle altre forse politiche: “Ci tengo a puntualizzare, era una votazione per una carica istituzionale che non significa assolutamente né da parte mia né del gruppo un’apertura ad appoggi a forze politiche”. Come Vacciano, poi, non si sottrae al giudizio, ma chiede comunque rispetto: “A voi un eventuale giudizio ma per favore senza insulti…”. Mario Michele Giarrusso definisce un”infamia’ la possibilità di dare il voto a Renato Schifani e, sul suo profilo Facebook ammette: “Collaborare a questa infamia, pur avendo la possibilità di impedirla (con 54 senatori), sarebbe stata una cosa insopportabile per la mia coscienza. Sarebbe stato come tradire tutta la mia vita, tutte le mie scelte, tutto quello che ho sempre ammirato e tutto quello in cui ho sempre creduto – aggiunge -. Votare scheda bianca era per me assolutamente impossibile. Chi ritiene questa scelta sbagliata, deve avere la piena consapevolezza che ogni altra scelta avrebbe voluto dire sostenere la possibile elezione di schifani. Con tutto quello che ne consegue”. Berlusconi: “Voto a Grasso da15-17 grillini. Bersani avrà incarico senza maggioranza”. È convinto che siano stati almeno 15/17 i grillini che hanno votato Grasso Silvio Berlusconi, che lo ha detto durante il vertice del Pdl alla Camera. Il Cavaliere ha ipotizzato lo scenario del prossimo governo: “Immagino una prospettiva negativa e cioè che Bersani otterrà l’incarico di formare il governo da Napolitano, anche se non ha la maggioranza perché si appoggerà ai voti dei grillini e dei montiani. Sarà necessario quindi – è la sua esortazione – un impegno parlamentare superiore alle altre legislature”. Rilanciando la proposta avanzata ieri da Alngelino Alfano, ha aggiunto che il Pdl è pronto ad appoggiare un governo del Pd a condizione che per il Quirinale sia indicato un esponente del centrodestra e che si definisca come affrontare la situazione eocnomica, indicando Renato Brunetta come capogruppo. Bersani, sostiene il Cavaliere, “ha respinto questa ragionevolissima proposta come fosse uno scambio indecente anche se la nostra coalizione ha preso il 30% dei voti”. Infine ha aggiunto: “Consideriamoci in campagna elettorale”.

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