SORRENTO UMILIATO DALL´AVELLINO VINCE PER 4-1

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In settimana il Sorrento si era lamentato alzando la voce dopo il rigore beffa di Viareggio e il ko subìto sul filo di lana: «C’è bisogno di rispetto» aveva tuonato in una nota la dirigenza. Ed invece succede che le cose si fanno ancora più dure. Certo, l’Avellino è uno squadrone e merita di vincere il derby del campo Italia (4-1) che lo proietta in testa, sempre più lanciato verso la promozione in serie B. Ma è anche la giornata in cui il Sorrento viene «assediato » a più riprese dall’arbitro, Saia di Palermo. Severo, fin troppo. E con un atteggiamento che fa innervosire la truppa di Papagni fin da subito. Come quando dopo appena 6 minuti dà rigore all’Avellino su un contatto veniale De Angelis-Di Nunzio. Proteste feroci, capitano rossonero ammonito e Castaldo scaltro a fare il suo lavoro, ovvero segnare dal dischetto. Ed è qui che comincia ufficialmente il derby dei veleni, finito con il Sorrento che se la prende con il direttore di gara e una rissa sfiorata in tribuna: protagonista un tifoso dell’Avellino che esulta nel settore in cui i «fedelissimi» rossoneri prendono di mira la terna arbitrale che esce con la testa bassa dal campo Italia. Interviene la polizia: scaramucce ma finisce tutto subito. «Basta, ci fischi anche a noi una punizione!» urla a squarciacola Beati quando perde un contrasto con Millesi, abile poi a recuperare palla su un erroraccio in uscita di Kostadinovic e a disegnare il cross perfetto che Biancolino insacca sotto una curva in tripudio (600 sostenitori giunti da Avellino) complice pure l’amnesia della difesa e, in particolare, del diretto marcatore, Balzano. Il secondo schiaffo scuote un po’ il Sorrento che si affida alle giocate di Corsetti e Tortolano. Tanto cuore ma anche tanta confusione L’Avellino perde metri e commette l’errore di offrire il fianco alle ripartenze rossonere. Poi ci pensa Bernardo a siglare un gol da bomber su assist di Tortolano riaprendo ufficialmente i giochi. Derby in bilico? Macché. L’Avellino è cinico e dopo l’intervallo cala il tris, ancora su rigore (i lupi sono a quota 15, primi del girone B anche in questa speciale classifica): già ammonito, Di Nunzio tocca con la mano il cross di D’Angelo. L’arbitro è una sfinge: altro giro, altra corsa, altro rigore e rosso con il Sorrento in 10 e sotto per 3-1. Papagni porta le mani al volto, Rastelli gongola e ordina ai suoi di chiudere la gara. Missione compiuta dal neo-entrato Zigoni (esce Biancolino) per il poker. Per il Sorrento c’è solo frustazione. Entra Konan, che in 4 minuti si fa cacciare. Ammonito per un’entratasull’ex Pezzella, viene fermato con le cattive da Giosa. Sarebbe rigore, non per Saia: simulazione e secondo giallo. Gli ennesimi di un’annata horror.

Rastelli, l’ex capitano ripudiato dalla curva rossonera «Ho dato l’anima ma non posso più venire allo stadio»

La brutta accoglienza? Ciò non mi fa tornare a Sorrento. Neppure per vedere una partita. Ma ho la coscienza pulita». Massimo Rastelli ha dato il cuore per il Sorrento. Ha lottato come un leone, da capitano, per due anni. Quelli della cavalcata dalla C2 alla terza serie. Quante volte ha lasciato il campo con un’ovazione. Ma ormai quell’era è finita. Da un pezzo. Estate 2008. Giglio, al vertice del Sorrento a braccetto con Castellano, decide di lasciare e passare alla Juve Stabia. Tante polemiche e rivalità infinita. Anche Rastelli, come tanti, decide di non restare in rossonero e sposare le vespe. Retrocessione in C2, ritorno in Prima divisione da allenatore e una pagina indimenticabile. Come quella scritta a Sorrento. Una piazza che l’ha bollato «traditore » e che ieri non gli ha risparmiato frecciate. «I cori fanno male anche perché sono un professionista serio, che ha sempre dato tutto per la maglia rossonera – dice Rastelli -. Peccato per queste accoglienze, soprattutto pensando a tutti gli applausi raccolti quando uscivo dal campo da capitano. Comunque sono un professionista e l’ho fatto anche in quell’occasione: alla fine bisogna fare delle scelte nel corso della carriera. L’astio? E’ una cosa che non mi ha permesso di venire a vedere a Sorrento a vedere delle partite, ma fa parte del gioco». Si riprende parlando del sogno B per l’Avellino: «Contro la Nocerina, lunedì, non si può sbagliare». Salvatore Dare José Astarita

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