NAPOLI BLOCCO MENTALE.TROPPI ERRORI IN DIFESA-HAMSIK E CAVANI SEMBRANO ESSERSI PERSI.INLER CALCIATORE DA B

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    Napoli in piena crisi,in questa parte finale del campionato,mancano dieci partite alla fine sono venuti a mancare gli uomini migliori.Lo stesso Hamsik non gioca piu’ bene,Cavani sembra essersi perso e non parliamo di Inler,Maggio e Zuniga non fanno la differenza.A Verona il Napoli in campo camminava,mentre il Chievo andava a mille.Un blocco soprattutto mentale. Le prime avvisaglie contro la Lazio. Poi il disastro nel match di andata di Europa League contro il Viktoria Plzen, la sconfitta pesantissima per 3-0 al San Paolo che minò in maniera clamorosa le certezze degli azzurri. Poi il pari con la Sampdoria che frenò il Napoli lanciato verso un possibile meno due alle spalle dei bianconeri che avevano perso il giorno precedente a Roma. Poi l’inutile trasferta di Europa League in Repubblica Ceca, partirono tutti ma ormai l’eliminazione era già scritta: gli azzurri persero 2-0 ed ebbero poi solo due giorni per preparare la sfida contro l’Udinese. Un altro duro colpo al morale del gruppo fu il pari contro l’Udinese al Friuli che consentì alla Juventus si allungare a più sei. Cinque giorni dopo lo scontro diretto attesissimo contro i bianconeri: finì in pareggio e il distacco restò immutato. Difficile restare con le proprie convinzioni a mille con il sogno scudetto che si allontanava. Il tonfo con il Chievo Verona, una sconfitta arrivata dopo dieci partite utili consecutive, è stato il colpo più duro perchè con questo ko gli azzurri danno l’addio in maniera definitiva ai sogni scudetto. Morale da ritrovare, blocco psicologico da rimuovere, c’è da risolvere innanzitutto questo problema. E in questo momento potranno essere proprio i leader a suonare la carica. 

     

     

    Quando i risultati non arrivano, quando cominci ad accusare dei momenti di difficoltà tutto gira male e anche gli episodi cominciano a diventare tutti sfavorevoli. A Udine al Napoli non venne fischiato un rigore netto su Cavani, poteva essere quello del vantaggio. Stesso discorso contro la Juventus, la tirata di capelli di Chiellini a Cavani non venne punita con il calcio di rigore. Rigore che invece è stato concesso a Verona ma che Cavani ha fallito. Il gol poteva rilanciare il Napoli in una possibile rimonta e il Matador avrebbe potuto ritrovare il morale giusto. Invece è arrivato l’errore, il secondo quest’anno dal dischetto dopo quello contro la Lazio. Errore però da un peso specifico completamente diverso perchè di fatto estromette in maniera definitiva il Napoli dalla lotta scudetto. Episodi negativi in verità anche contro la Sampdoria, Hamsik colpì un palo, poteva essere il gol della vittoria. E in verità a Udine oltre al rigore di Cavani sono state diverse le occasioni non concretizzate dagli azzurri e in quella sfida il portiere friulano fu decisivo come lo è stato domneica scorsa Puggioni del Chievo Verona. Episodi sfavorevoli che si possono leggere anche con i gol subiti in avvio di partita, come quello di Dramè del Chievo che domenica scorsa ha pescato un vero e proprio jolly con un tiro dalla distanza.

    Il Napoli parte malissimo: subisce il gol di Dramè. Poi produce uno dei suoi guizzi negli spazi sull’asse Hamsik (lancio da dietro)-Cavani (controllo volante e tiro, troppo debole)

    Campagnaro esce in prima battuta su Thereau che si libera della palla e attacca la profondità. Gamberini è lento nel ripiegamento e lascia a Thereau il tempo per il controllo e il tiro che sorprende De Sanctis, 2-0.

    Il valzer delle sostituzioni non aiuta il Napoli che si ritrova nell’ultimo quarto di gara con 3 trequartisti alle spalle Cavani. Manca però costrutto. Il Chievo chiude tutti gli spazi.

    Il Chievo è aggressivo sin dalle prime battute, il Napoli manifesta evidenti distrazioni difensive sin dai primi minuti quando lascia una nitida palla gol a Thereau direttamente da fallo laterale. Il campanello d’allarme serve agli azzurri che iniziano a manovrare da dietro con maggior personalità e a spingere con più convinzione sulle fasce. È proprio da una percussione sulla sinistra di Behrami che nasce la prima fiammata del Napoli, con tiro da fuori insidioso di Zuniga.
    Il Napoli però non fa in tempo a prendere fiducia in se stesso che il Chievo passa. Al 12’ Dramè recupera una respinta corta di Rolando, lontano dal capitano per personalità e capacità di dettare i tempi al reparto, prima di scaricare a rete un sinistro da 33 metri a 98 km/h. De Sanctis parte tardi e non spinge con le gambe. La conclusione non è nè alta nè angolatissima ma beffa lo stesso il portiere. 
    L’eliminazione in Europa League, l’occasione persa nello scontro diretto con la Juve, la vittoria del Milan il giorno precedente e ora il gol subito quasi a freddo, gettano nello sconforto il Napoli che barcolla. Il Chievo ne approfitta e cerca il colpo del ko collezionando angoli e crando altri pericoli. Prima Paloschi sfiora il raddoppio di testa, poi è Cofie a tirare senza convinzione da posizione favorevole. I tre tenori? Si intravedono al 20’. Hamsik lancia lungo per il taglio largo di Cavani che controlla bene ma batte male. Insigne si vede 5 minuti dopo con un tiro da fuori area che sfiora il palo a Puggioni battuto.
    Segnali di risveglio che inducono il Chievo ad una maggiore prudenza. Al Napoli non manca l’ardore. Si butta in attacco con veemenza ma con scarsa precisione. Le verticalizzazioni sono precipitose, i dribbling forzati. Lo schermo dei 3 mediani gialloblù funziona: recupero palla e ripartenza automatica. Al 31’ intercettazione di Hetamaj e passaggio filtrante per Thereau. Da dietro arriva Dramè che nell’1 contro 1 salta facilmente Maggio e tira a lato prima del raddoppio di Campagnaro.
    Mazzarri chiede di far girare la palla con calma aspettando il momento giusto per l’imbucata. Insigne non deve isolarsi a sinistra ma svariare tra le linee e da qui combinare con Hamsik e Cavani. Qualcosa accade ma non basta a perforare il bunker del Chievo che, seppur con qualche affanno, resiste. Gli ultimi 10’ del primo tempo si giocano praticamente dentro l’area di rigore clivense ma il Napoli soffre troppo le ripartenze manovrate dei padroni di casa. Dramè, migliore in campo, anticipa nettamente Maggio e verticalizza su Thereau sempre bravo ad offrirsi come vertice alto nei disimpegni dei compagni. Azione alla mano verso destra prima con Cofie poi con Frey che alza la testa e attende l’inserimento di Thereau stesso prima di battere lungo. Gamberini gli lascia colpevolmente spazio. L’attaccante francese controlla al volo di esterno, fa rimbalzare la palla e calcia sotto il braccio destro di De Sanctis che per la seconda volta non si fa trovare pronto. Mazzarri ora non sorride più, nel suo volto si leggono solo pensieri sofferti alla ricerca di una soluzioni per tornare in campo, nella ripresa, con qualche idea nuova. 
    La soluzione adottata è quel 4-3-3, che tanti avrebbero voluto vedere dal primo minuto, con Hamsik e Insegne alle spalle di un sempre più spaesato Cavani schiacciato, evidentemente, dalle responsabilità che tutti gli scaricano addosso. 
    Già al 3’ il bomber urugagio alza sopra la traversa un buon invito di Dzemaili. Poco dopo salva con uno stop di petto il Chievo. La conclusione acrobatica di Insigne avrebbe infatti ingannato Puccioni ma Cavani, in offside, transitava abulico da quelle parti. La nemesi del Matador si compie con il rigore sbagliato al 14’. Dopo avergli ragalato tante gioie Cavani toglie al Napoli, con il penalty respinto da Puggioni, le ultime speranze di scudetto. 
    È evidente che senza i suoi gol il Napoli non può competere a certi livelli. L’ultima mezz’ora è solo agonia. Entrano Armero e Pandev per cercare alternative credibili in zona gol. Il Chievo però che col passare del minuti ripiega, dal 3-5-2 iniziale, al 5-4-1 arroccandosi, senza grossi affanni, in difesa. Finisce mestamente 2-0. Ora il Milan e la Fiorentina fanno più paura.

    fonte.ilmattino

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