LA NOCERINA VERSO LA B.DOMENICA AFFRONTA IL PISA-POI LA GARA AL PARTENIO

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    Quattro squadre in cinque punti, sette giornate al termine, scontri diretti fondamentali per la corsa al primato. La Nocerina c’è ed ha un percorso non proprio agevolissimo: inizia col Pisa domenica prossima, poi viaggerà al Partenio in posticipo e sarà ancora impegnata fuori sul campo del Viareggio alla 26esima giornata. Poi Gubbio (in casa), Benevento (fuori) e per chiudere due partite sulla carta abbordabili contro Carrarese e Sorrento. Il calendario più impegnativo, però, ce l’ha il Latina, che ha una partita in più da giocare (quella al Torre di Pagani): già domenica sul campo del Perugia. I laziali se la vedranno in seguito col Prato (in casa), col Benevento (fuori), con l’Avellino (in casa), col Gubbio (fuori), con la Paganese (in casa) e con la Carrarese (fuori). Tosto pure l’iter dell’Avellino: Sorrento, Nocerina, Gubbio, Latina, Andria, Catanzaro e Pisa. Chiude il Perugia che inizierà col Latina, poi andrà due volte fuori (Frosinone e Catanzaro), continuerà col Sorrento in casa, il Viareggio fuori, ospiterà alla 29ma il Prato e chiuderà la stagione regolare al Torre di Pagani. (f.z.) NOCERA INFERIORE Quattro mesi e passa per riannodare i fili e chiudere i conti in sospeso, soprattutto per far definitivamente pace con quella parte di tifoseria che la sconfitta ingloriosa nel derby d’andata mai aveva digerito. Nocerina da fine ottobre a metà marzo: guarita, cambiata, diventata squadra vera, persino in grado di puntare ancora al traguardo massimo, cioè alla promozione diretta in B. Dopo la sconfitta di Chieti, cominciò una rivoluzione prima rumorosa e poi silenziosa. Auteri dimissionario, Citarella ad interrogare la truppa prima di decidere se accettare o meno tali dimissioni, squadra responsabilizzata, scelte dolorose tipo l’addio a Merino che pur scattando a gennaio andò in maturazione proprio in quei giorni di contestazione nei suoi confronti per il rigore sbagliato. Poi il cambiamento diventò anche tattico, dalla partita seguente, cioè dal secondo tempo sul campo del Pisa: mettere da parte il 3-4-3 apparve finalmente un’esigenza calcistica prioritaria, il 4-3-3 fu l’inevitabile sbocco per dare un senso vero alla stagione. Seguirono mesi alterni: riscontri e momenti positivi assieme a qualche inciampo decisamente a sorpresa (Gubbio e Carrarese). Diverso il cammino del girone di ritorno, con passo spedito e sicurezza incrementata partita dopo partita. Tante vittorie e rare amnesie, al massimo qualche rimpianto (giocarsela magari con scelte diverse a Latina). E col riscatto di Pisa, storia freschissima, è arrivato il resto: prova di maturità che va al di là della tattica e degli spunti singoli, prova da squadra che vuole assolutamente vincere, , cioè tornare in B, fare tutto il possibile nelle restanti sette partite per tornarci dalla porta principale,. Tornare subito in B è pensiero fisso di chi porta ancora i segni della passata stagione, tra clamorosi errori fatti e successivi beffe da giustizia sportiva. Vale per i tifosi e per la proprietà, oltre che per lo staff tecnico. Vale soprattutto per tre singoli soggetti del campo, che quella B la conquistarono con sudore e mai si sono rassegnati all’idea di perderla alla svelta. Più di ogni altro vogliono riconquistarla in tre: Alessandro Bruno, Enzo De Liguori e Maikol Negro. Il loro spirito attuale è di guerrieri veri, anche se convivono con qualche acciacco e qualche calo. Statura simile, capelli andati o rasati, stessa voglia di portarsi tutti dietro fino al traguardo. Vogliono il bis, associato al riscatto, ed in campo danno anche l’anima per riuscirvi. Bruno è costretto da diverso tempo a vivere settimane all’insegna della precauzione, soffre e lotta sul campo, molla quando proprio non riesce a farcela proprio. De Liguori nel derby ha incarnato più di ogni altro la filosofia della partita, del momento e dell’annata: battaglia continua, dal primo all’ultimo istante. Negro si è associato, contribuendo all’azione del gol e schizzando veloce in diverse ripartenze meritevoli di miglior sorte. Loro in testa e il resto a seguirli con motivazioni differenti ma portanti allo stesso risultato: mai abbassare la guardia, sempre pronti a riprendersi tutto. La B come un pensiero fisso: la concorrenza è avvertita.

    Marco Mattiello

    Fonte:cittadisalerno

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