Salerno Gay Pride qui la citta dei diritti in Campania

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Non solo ragazzi e ragazze, ma anche persone di una certa etá, mamme, papá e bambini. Perfino nonne. Tutti in marcia, a cantare, ballare e sfilare. E’ il popolo del SalernoCampania Pride che ieri ha trasformato la cittá in un «arcobaleno di diritti», per riaffermare quel concetto tanto semplice quanto difficile da far metabolizzare: «Libertá è soprattutto poter amare chi si vuole», come ricorda Alessandro Cecchi Paone, ospite d’eccezione insieme al VladimirLuxuria. Cinquemila, secondo gli organizzatori (duemila per la questura), i “corpi” del GayPride 2012 che hanno invaso Salerno con la loro musica, i loro colori, la loro voglia di giustizia. Tanti, in ogni caso, per questa prima volta in cittá. Gli striscioni chiedono diritti per single e coppie di fatto, dicono basta alle interferenze della Chiesa e all’omofobia. C’è chi non vuole dimenticare la tragedia di Brindisi e lo ribadisce a chiare lettere su un lenzuolo: “Con il cuore a Brindisi, con le gambe al Pride”. C’è Amnesty International che ricorda l’articolo uno della dichiarazione universale dei diritti umani:«liberi ed uguali in dignitá e diritti». Ma vogliono soprattutto che il Pride non finisca in questo giorno di festa, ma si arrivi a un riconoscimento delle coppie di fatto e dei matrimoni, non più simbolici (come quelli celebrati venerdì nell’area dell’ex Salid che ha ospitato le due settimane di incontri). • C’è l’associazione delle “famiglie arcobaleno” che rivendicano la possibilitá di avere figli, al di lá dei propri orientamenti sessuali. Ma ci sono anche coppie etero che portano al Pride i loro bambini. «Perchédevono capire fin da piccoli che la diversitá non è altro che una delle grandi ricchezze dell’umanitá», dice una di queste mamme. Ci sono molti genitori di coppie gay e lesbiche, desiderosi di restare al fianco dei loro figli in questo momento.C’è chi, come Michela e Anna, ricorda che purtroppo non è ancora facile farsi accettare in famiglia. «La prima risposta dei miei è stata di chiamare uno psicologo – dice Anna. Ma noi ci amiamo, siamo insieme da tre anni e anche loro stanno accettando il nostro amore». • La festa inizia intorno alle 16 a piazza Vittorio Veneto, davanti alla stazione. La folla pronta a invadere la cittá si raduna pian piano, tra la curiositá di qualche pendolare spiazzato dall’insolita presenza. L’arrivo dei primi carri, oltre ai colori e alla musica con la quale si dá inizio alle danze, porta anche i primi grattacapi per gli organizzatori. Dalle forze dell’ordine arriva il primo stop: i camion sono troppo grandi per sfilare per il lungomare. • I piccoli disagi non sfiorano neppure i partecipanti che si stanno riunendo. In molti si fanno “tatuare” sul volto l’arcobaleno, i cui colori sono diventati da tempo il simbolo della comunitá Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). A sfilare ci sono anche tanti politici:manca il sindacoDe Luca, ma ci sono il senatore AlfonsoAndria, il consigliere regionale Anna Petrone, il segretario del Pd Enzo Amendola, i consiglieri comunali Angelo Caramanno, Marco Petillo, EmilianoTorre, gli assessori Gerardo Calabrese, Ermanno Guerra, Franco Picarone, Alfonso Buonaiuto. Chi si lascia coinvolgere è il sindaco di Sicignano degli Alburni Alfonso Amato(«Oggi siamo tutti gay» urla dal palco), ormai sempre in prima linea in molte battaglie di civiltá. • Il lungo fiume arcobaleno si snoda per corso Vittorio Emanuele e lo shopping si ferma per qualche minuto. Ma si scende subito verso il lungomare, con il sole che continua a baciare il corteo, nonostante la minaccia mattutina di un temporale. Qui, forse c’è poca musica, ma tanta allegria in ogni caso. Fino a piazza Amendola, dove la festa riprende in tutta la sua forza. E ora l’appuntamento è il 30 giugno a Napoli. E’ il Sud che urla il suo riscatto e la voglia di diritti.

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