Centoquarantaparole (e oltre)… furbi, sofisticati e all´avanguardia i nuovi ladri on line (superate le rapine)

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    Furbi, sofisticati e all´avanguardia. Sono i “nuovi ladri”, quelli che ti rubano l´identità, i dati anagrafici, fiscali e bancari per comprarsi la macchina, la lavatrice o semplicemente per fare scommesse online. Un fenomeno, quelle delle frodi creditizie, che in Italia nel 2011 si è mantenuto più o meno agli stessi livelli del 2010, con un lieve incremento (+0,6 per cento), per un totale di 22.100 casi. Ma se si pensa che lo scorso anno gli istituti finanziari hanno stretto i cordoni della borsa, concedendo il 19 per cento in meno di mutui e il 4 per cento in meno di prestiti rispetto al 2010, quel “lieve” diventa “pesante”. E quel 22.100 una cifra enorme se paragonata al numero di furti alle banche, i furti classici per capirci, le rapine, che nel 2011, secondo l´Ossif (il centro di ricerca dell´Abi sulla sicurezza anticrimine) sono stati 1.100: in pratica a ogni rapina corrispondono venti frodi creditizie. Sono i dati dell´indagine condotta dall´Osservatorio Crif (società indipendente specializzata nella consulenza creditizia), anticipati in esclusiva a Repubblica.

     

    Frodi che fanno piangere tutta l´Italia, giovani e vecchi, da Nord a Sud. Il primato spetta alla Campania (23,7 per cento delle frodi realizzate in tutto il Paese), seguita da Lazio (15,6 per cento) e Lombardia (11,4 per cento). E, strano a dirsi, sono i giovani, quelli che dovrebbero essere più smaliziati, a risultare i più soggetti al furto di identità finalizzato alla frode creditizia: il 74 per cento delle vittime ha tra i 18 e i 50 anni, con un picco del 27 per cento nella fascia 30-40 anni (23 per cento tra i 18 e i 30enni e 24 per cento tra i 40 e 50enni). I meno colpiti proprio i cinquantenni (16 per cento) e gli over 60 (11 per cento). E aumentano le quote rosa: cresce il numero di donne vittime delle frodi fiscali (+25 per cento), anche se il primato spetta comunque agli uomini, il 66,8 per cento dei truffati.

     

    Ma come è possibile che con tutti i controlli, le certificazioni di sicurezza e le campagne di sensibilizzazione, non si riesca a debellare questo tipo di crimini? «I meccanismi sono sempre più sofisticati – spiega Maria Luisa Cardini di Crif – l´accesso ai dati sensibili è estremamente facile, specialmente con la diffusione dei profili scaricabili dai social network. È facile ricavare il codice fiscale e i dati anagrafici, indispensabili per produrre documenti falsi, quelli che servono per richiedere finanziamenti, leasing di auto, cessione del quinto, aprire conti correnti o cambiare assegni».

    condensato, fonti assnews – Mondo alla rovescia -Diggita

     

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