Il piano anti-povertà del governo Barca: «2,3 miliardi per il Sud»

Più informazioni su

    ROMA – Il governo vara un piano anti-povertà e per la crescita. Il piano contro la «vulnerabilità» messo in campo dal Governo prevede la riprogrammazione dei fondi per il Sud e un investimento nelle regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania) di 850 milioni complessivi. E altri 167 milioni saranno destinati all’intervento nazionale. Lo ha detto il ministro Fabrizio Barca. «L’operazione per il solo Sud ha una grossa “gamba” sull’inclusione sociale, per 850 milioni euro, e una seconda grossa gamba per la crescita da 1 miliardo e 500 milioni di euro», ha affermato ancora Barca. Equità in primo piano. Non c’è stato nessun cambio di marcia del governo negli ultimi tempi perché, anche nelle misure più dure, i temi della crescita e dell’equità sono stati sempre in primo piano, ha afferma Mario Monti. Il piano varato dal Governo oggi pone «l’equità in primo piano», ha sottolineato il premier. Interventi che aiutano a «creare circuiti partecipativi di inclusione». Prudenza su taglio tasse. Il taglio delle tasse grazie ai proventi della lotta all’evasione è «astrattamente possibile», ha detto ancora Monti che poi ha ripetuto: «E’ astrattamente possibile che vi sia una marcia piò veloce verso l’avanzo, sia verso una riduzione delle tasse». Per il premier serve però «una doverosa prudenza che ci rende esitanti a stimolare dibattiti» su questo argomento. Lotta all’evasione come mai in passato. La «lotta all’evasione» che sta conducendo l’Italia è «di proporzioni non riscontrate nel passato», ha affermato Monti ricordando che queste misure insieme all’ «introduzione di elementi di imposizione patrimoniale ai modi per preservare l’indicizzazione delle pensioni più basse, ai tentativi fatti anche nella struttura dell’Imu per tenere conto della politica familiare» testimoniano quelli che sono gli obiettivi del governo che «ora siamo in una fase in cui è possibile esplicitare» meglio. Il premier il 17 maggio in visita a Equitalia. «Il 17 maggio prossimo visiterò la sede della Agenzia delle Entrate ed Equitalia, incontrerò i dirigenti e farò qualche dichiarazione in quel momento», ha poi annunciato il premier, a chi gli chiedeva un commento sugli attacchi di cui viene fatta oggetto, in queste settimane, Equitalia. Non serve un’altra manovra. «Mi fa piacere leggere che il vicepresidente Rehn dica che non c’è bisogno di una nuova manovra», ha poi affermato il presidente del Consiglio. «L’obiettivo – ha spiegato – era il pareggio di bilancio in termini strutturali e tutte le misure sono state introdotte, approvate e hanno ottenuto il riconoscimento della Commissione e le stime non includono i proventi attesi dalla lotta all’evasione e da quei proventi ci aspettiamo un contributo ulteriore al consolidamento dei conti». Risorse, dice ancora il premier, che possono «astrattamente» determinare «una marcia più veloce verso il pareggio e l’avanzo, sia altre ipotesi». Ma «la doverosa prudenza imposta dalle circostanze a questo governo, oltre che la nostra natura, ci rende molto esitanti a stimolare dibattiti su utilizzo di risorse non ancora in cassa», anche se «come avete visto oggi non ci rende esitanti a utilizzare risorse, non ingenti, ma che è stato possibile acquisire ed utilizzare». Non siamo una colonia. «Il rigore che abbiamo chiesto al Paese non è stato un cedimento a logiche e politiche decise da altri e in altri luoghi, ma è esattamente l’opposto, cioè l’invito a condividere uno scatto di orgoglio, di assunzione di responsabilità in Italia da parte degli italiani per un futuro migliore. Ci sono molti modi nel mondo contemporaneo per diventare colonie di altri Paesi o nel sistema internazionale: noi amiamo il sistema internazionale, siamo protagonisti attivi dell’Europa, condividiamo le regole dell’Europa, ma vogliamo tenere lo stesso grado di autonomia e di decisione responsabile nel quadro europeo che hanno gli altri Paesi e che eravamo sul punto di perdere», ha affermato ancora il presidente del Consiglio. L’incontro con la Svizzera. «Avrò a breve un incontro con il presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle finanze», ha quindi annunciato il premier, spiegando che sono «venuti meno» gli ostacoli ad un eventuale negoziato sulla tassazione dei capitali esportati. «Affronteremo il tema con mente aperta e spirito costruttivo». I partiti. Il Governo non potrebbe vivere senza l’appoggio dei partiti in Parlamento ma non farà cose in cui non crede perché lo chiedono i partiti né rinuncerà a fare cose in cui crede perché i partiti chiedono di non farlo, ha detto il presidente del Consiglio. I partiti sono «coloro che portano i numeri in Parlamento sulle misure, sono quelli che danno suggerimenti e critiche che sempre prendiamo in considerazione. Sono i tramite più importanti tra i cittadini e le istituzioni». Qundi, ha proseguito, «è ovvio che ci importa molto dei partiti e non potremmo viere senza il loro appoggio». Tuttavia, ha precisato, «non ci vedrete mai a fare cose di cui non siamo conviti, che non siano nell’interesse Paese perché i partiti ce lo chiedono». «Dicono che sono freddo, ma sui problemi mi accaloro e sulle persone che con povertà di mezzi in questa fase, ma con ricchezza di entusiamo, questi problemi affrontano», ha ossservato ancora il premier.

    IL MATTINO DI NAPOLI

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »