COSTA D´AMALFI: …QUEL BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA…(XII^ PUNTATA)

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    XII^ puntata: ANCORA SULLA PRATICA DEL SIG. MARTINO.

    Riassunto delle puntate precedenti: Durante il blitz della Guardia di Finanza alla merceria della sig.ra Lea, si rammenta il complicato percorso della pratica per permettere al sig. Martino di tornare a guardare fuori grazie all’apertura di una finestra.

    Guardai il comandante Della Fiore allontanarsi, raggiungere l’ingresso della merceria e fare un cenno della mano per arrestare le operazioni. La sig.ra Lea sventolava una bandiera bianca in segno di resa, per evitare di essere raggiunta dalle pallottole vaganti e comunque per evitare che qualche manovra accidentale le distruggesse il negozio. La sig.ra Lea era una donna coraggiosa e forte anche se la vicenda di suo marito Martino l’aveva segnata profondamente.

    La pratica per l’apertura della finestra del signor Martino, dopo l’approvazione della commissione edilizia, cominciò un duro percorso ad ostacoli. L’Ufficio Tecnico del Comune mi chiese altre 14 copie per acquisire i relativi pareri degli enti che avevano giurisdizione sull’argomento. La crisi aveva decimato le attività imprenditoriali ma aveva moltiplicato gli enti pubblici e le scrivanie. Il primo tentativo fu di convocare una conferenza di servizi, ma alla prima “chiama” non si presentò nessuno. L’Ufficio Comunale ripropose l’invito aggiungendo un buffet di cortesia: vennero in 250, saccheggiarono il buffet, ritirarono il coupon valevole per il pagamanto della trasferta e sparirono. A questo punto si intraprese la via tradizionale, spedendo le copie degli incartamenti agli enti interessati, che erano:

     

    <!–[if !supportLists]–>1)     <!–[endif]–>La Soprintendenza ai Beni Architettonici: Valutò la proposta con attenzione, mi chiese altre tre simulazioni foto-realistiche dell’intervento, uno studio sui materiali tipici della zona, un album fotografico sulle finestre presenti nell’area circostante, una ricerca sull’evoluzione storica delle finestre dal secolo XVII ad oggi, dopodichè diede parere favorevole a condizione che nei futuri 30 anni non si aprissero nuove finestre nell’intero stabile.

    <!–[if !supportLists]–>2)     <!–[endif]–>La Soprintendenza ai Beni Archeologici: Pretendeva tutti gli incartamenti perchè a “soli” 2 km di distanza in linea d’aria era stata trovata una tomba, forse appartenuta ad una necropoli, forse del V secolo d.C, forse Bizantina. In realtà erano solo pietre vecchie ed impolverate. La Soprintendenza però presumeva che i rinvenimenti potessero estendersi su un’area più vasta e quindi aveva esteso il vincolo ad un raggio di 4 km. Fu necessario fare uno scavo di 8 metri in verticale per accertarsi che non vi fossero reperti archeologici. Fummo costretti a convocare una truppa di speleologi nani che si davano il cambio ogni 12 ore come i militari della VAM, la sig.ra Lea dovette chiudere l’attività per dieci giorni. Ovviamente non trovammo nessuna traccia della necropoli Bizantina del V secolo, in compenso nelle operazioni di scavo sfondammo il tubo della fognatura e il negozio si riempì di merda del XXI secolo, poi tranciammo due cavidotti elettrici e uno speleologo morì fulminato da una scarica di 12000 volts, infine ritrovammo il cadavere di un monarchico freddato nel 1943 durante l’occupazione tedesca che rinterrammo unitamente a quello dello speleologo nano.

    <!–[if !supportLists]–>3)     <!–[endif]–>Il Genio Civile: Pretese un progetto della struttura a sostegno della finestra e un quadro riassuntivo per verificare la statica dell’intero fabbricato. Era obbligatoria anche una perizia anti sismica da ottenere tramite una simulazione di terremoto almeno del 4° grado della scala Richter: il negozio della sig.ra Lea rimase in piedi ma crollò un’ala di una palazzina di tre piani dall’altro lato della via, causando lo sfollamento di cinque nuclei familiari. Poi fummo costretti a fare dei provini dei materiali impiegati e mandarli ad esaminare ad un laboratorio specializzato di prove sotto sforzo indicato dallo stesso Ufficio, che però si trovava in Croazia. Gli incartamenti ci costarono la pensione di sei mesi del sig. Martino, ma fu una grande soddisfazione sapere che quella pietra calcarea resisteva a 1400 N/m al momento flettente.

    <!–[if !supportLists]–>4)     <!–[endif]–>Il Parco Regionale: La maggiore difficoltà fu capire dove spedire la pratica, in quanto non esistendo una sede non vi era neanche un indirizzo attendibile. Controllammo ogni fonte al riguardo ma niente. Qualcuno sosteneva che il Parco Regionale non esistesse neppure, ma non potevamo rischiare. Frugammo tra i documenti regressi: al primo tentativo le carte finirono nella cassetta della posta in un condominio di seconde case ed impiegò 3 mesi solo per tornare al mittente. Al secondo tentativo provammo con l’ultimo domicilio rinvenibile del Presidente del Parco, ma erano case di prestanomi, lui nel frattempo era stato arrestato e scontava la detenzione preventiva in carcere, così le carte si persero nel nulla. L’unica soluzione era pedinare l’impiegato dell’ufficio protocollo: lo facemmo. La prima settimana si recò nell’ordine: Lunedi a caccia, Martedi a giocare alle slot machine, Mercoledi all’ASL a fare l’analisi delle urine, Giovedi ai giardinetti con il cane, Venerdi al supermercato a fare la spesa. Riprovammo la settimana seguente. Il Lunedi passò 8 ore al bar, quasi record europeo. Il Martedi andò a ritirare le analisi e finalmente il Mercoledì andò in ufficio per portare le analisi che erano venute male ma erano ottime per chiedere un permesso di un mese dal lavoro per malattia.

    <!–[if !supportLists]–>5)     <!–[endif]–>Il Parco Provinciale: Era stato istituito da poco. La pratica venne spedita ma non se ne seppe mai più niente, forse si perse nel vuoto o in un buco nero della galassia. Per fortuna in questo caso, ma solo in questo caso (e la cosa ci insospettì davvero), vigeva il silenzio-assenso.

    <!–[if !supportLists]–>6)     <!–[endif]–>Il Parco Nazionale: Aveva sede presso il ministero dei Beni Culturali ed Ambientali. La pratica venne esaminata addirittura da una commissione parlamentare creata ad hoc, un giorno vidi che ne discutevano in diretta televisiva al question time del mercoledi pomeriggio. Il parere tornò firmato direttamente dal Presidente del Consiglio dei ministri accompagnato da un pacchetto di volantini elettorali.

    <!–[if !supportLists]–>7)     <!–[endif]–>L’Ufficio Urbanistica della Regione: Questo parere positivo era particolarmente difficile da ottenere. Il funzionario era un ex-militare, reduce della missione UNITAF in Somalia sulla fregata Grecale, nel 1993. Dopo il congedo era diventato geometra per corrispondenza, quindi, per dopo ben quattro campagne elettorali, tutte vinte, sistemato a capo dell’Ufficio urbanistica. Era severissimo, ma soprattutto, caso praticamente unico, incorruttibile. Inoltre gestiva da solo tutto l’ufficio e non aveva collaboratori, quindi una pratica poteva marcire sulla sua scrivania anche per anni. Come ottenemmo quel parere positivo, rimane un mistero. Forse per un momento di debolezza, un errore in buona fede, un refuso, o semplicemente perchè avemmo culo.

    (continua – 12)

    Christian De Iuliis

    www.christiandeiuliis.it

    Rinnovo la nota dell’autore:  Gentili lettori, in qualità di autore del romanzo a puntate in oggetto, anche in seguito del discreto successo di pubblico che sta ricevendo, volevo precisare che il testo non ha nessun intento diffamatorio; si tratta dunque, semplicemente, di un esercizio di satira e gli eventi sono assolutamente frutto della mia fantasia e sono strettamente di natura umoristica. Mi auguro dunque che gli esponenti delle categorie professionali (politici, forze dell’ordine, architetti, magistrati) che, a rotazione, faranno parte del romanzo, lo ricevano senza indispettirsi e con la giusta dose di ironia e di leggerezza che merita.

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