Piano di Sorrento abusi in azienda di floricoltura scattano i sigilli

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Piano di Sorrento, Penisola sorrentina , Napoli  Vialetti cementificati, in una delle aree più tutelate della Campania: scatta il sequestro. I carabinieri di Piano di Sorrento hanno effettuato una ispezione in una grossa azienda di floricoltura in via Cavone, nel Comune della costiera sorrentina. Durante il sopralluogo hanno verificato che i proprietari dell’impresa – si tratta della Cafiero, una delle più importanti in Campania – hanno illecitamente ricoperto di cemento alcuni viali interni alla proprietà. Hanno dunque sequestrato 800 metri di superficie. Un particolare delle serreUn particolare delle serre Sull’intera area,peraltro, ha acceso ora i riflettori la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, a seguito di un esposto del Wwf della costiera. L’associazione chiede che si verifichi la legittimità delle serre realizzate dal gruppo Cafiero per 4000 metri di estensione, in un territorio classificato come agrumeto e sottoposto molteplici norme di tutela. “Quelle strutture”, scrive Claudio d’Esposito, il presidente del Panda in costiera, “sono purtroppo ben visibili da molti punti panoramici ed anche dai belvedere posti sulla statale sorrentina, appena superata punta Scutolo.Sono realizzate con paletti in cemento, copertura in plexiglass, raccoglitori di acqua piovana in plastica colore arancione”. Sottolinea, inoltre, nella denuncia: “E’ noto che anche le serre, se realizzate in area di vincolo paesistico, devono essere munite di decreto di rimozione del vincolo”. Secondo il Wwf”risulta difficile credere che strutture del genere, completamente avulse dal contesto ambientale della penisola sorrentina, a causa del notevole impatto che provocano sul paesaggio, possano essere state autorizzate e possano aver superato il vaglio della Soprintendenza”. Considerazioni analoghe esprime Francesco Saverio Esposito, avvocato amministrativista ed ex assessore all’Urbanistica di Piano di Sorrento: “Tutto lascia pensare che quelle serre siano lì in mancanza di autorizzazione. Sono strutture, quelle ben visibili in via Cavone, incompatibili col Put della penisola sorrentino amalfitana”. Lo appurerà eventualmente la Procura, che certamente interpellerà anche i funzionari di zona dell’ente statale per la tutela del paesaggio. Il fondo oggetto dell’interessamento degli ambientalisti èvasto complessivamente due ettari ed era indicato originariamente al catasto con la particella 616: agrumeto. Su di esso insisteva un vecchio fabbricato rurale. Nel febbraio 2007 il terreno è stato frazionato e sono scaturite nuove particelle: una su cui insiste il vecchio fabbricato, due occupate da due nuove case, censite nel 2007 come ville di categoria lussuosa(A7) e due dove sono sistemate le serre. Che destino hanno avuto gli alberi, sull’area che ora ospita le serre? A che titolo sono sorte le due nuove abitazioni, dal momento che in costiera vige il vincolo di assoluta in edificabilità? Se irregolarità sono state commesse, come possibile che l’amministrazione di Piano non le abbia rilevate, essendo quel fondo così vasto e così in vista? Sono, questi, ulteriori spunti d’indagine per la Procura. Giuseppe Forte, il figlio della signora Pia Cafiero, intestataria del fondo, sostiene però che, a parte la cementificazione dei viali sequestrati dai carabinieri, non siano state commesse altre irregolarità. Dice: “Le serre sono autorizzate anche dalla Soprintendenza. Nessun taglio di alberi: quando siamo arrivati noi, nel 1980, c’erano esattamente gli stessi agrumi che si notano oggi”.Quanto alle case:”Vecchi depositi agricoli trasformati in abitazioni. Abbiamo chiesto il condono edilizio, siamo ancora in attesa di risposta”. Fabrizio Geremicca Corriere del mezzogiorno 17 aprile 2012

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