Meta. In scialuppa con i cadaveri, ancora accusa per Schettino

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In scialuppa con i cadaveri, ancora accusa per Schettino dopo la conferma dei domiciliari nella sua abitazione a Meta in penisola sorrentina. 

Sono stati salvati dal naufragio della Costa Concordia alle 4 del mattino e soccorsi da una scialuppa a bordo della quale erano stati recuperati i cadaveri di tre passeggeri annegati. Tale circostanza ha causato, nei sopravvissuti, danni psicologici.

Per tale motivo sei naufraghi cosentini hanno presentato una denuncia-querela alla Procura di Cosenza, che l’ha trasmessa a Grosseto, contro il comandante della nave, Francesco Schettino, il suo vice, Ciro Ammirato, e tutti coloro che la magistratura riterrà abbiano avuto un ruolo nel naufragio. La denuncia è stata presentata da due coppie (una delle quali con due figli), che vivono in provincia di Cosenza, per mezzo degli avvocati Giorgia Medaglia e Gianluca Acciardi. Entrambe le coppie, ha spiegato l’avvocato Medaglia, erano salite su una scialuppa, ma hanno atteso per mezz’ora che arrivasse l’autorizzazione di calarla in mare. «Quando l’autorizzazione è arrivata – ha aggiunto il legale – la nave si era inclinata troppo e la scialuppa si è rovesciata verso la fiancata. I passeggeri sono riusciti ad uscire tra enormi difficoltà con l’aiuto di chi era rimasto sul ponte». Le due coppie ed i bambini sono infine riusciti a scendere dalla nave verso le 4 del mattino attraverso la biscaggina posta sulla prua della nave. Ma ad attenderli hanno trovato la scialuppa, che nel frattempo aveva anche recuperato i corpi delle prime tre vittime della tragedia. «Ciò – ha detto l’avvocato Medaglia – ha comportato un comprensibile trauma e tutt’ora i miei assistiti sono seguiti da uno psicologo». Tutta questa situazione, secondo i due legali, si è creata per la decisione di fare «l’inchino» all’Isola del Giglio. Nella querela, dunque, oltre a denunciare Schettino ed il suo vice, i legali chiedono alla magistratura di accertare ogni eventuale responsabilità di altre persone nella manovra ed anche il perché del ritardo nell’allarme oltre alle informazioni reticenti fornite nella prima fase dalla Concordia alla Capitaneria di porto.

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