COSTA D´AMALFI:…QUEL BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA – IX PUNTATA: LE GRANDI OPERE (2nda parte)

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    IX^ PUNTATA: LE GRANDI OPERE (seconda parte) – Niemeyer a Ravello

     

    RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI: L’arrivo dei cinesi in costa d’Amalfi ha avuto l’effetto immediato di sbloccare alcune grandi opere. In particolare la vicenda dell’auditorium di Ravello che il rampante manager Xi ha ceduto ad uno sceicco dell’Oman; per la cerimonia del rogito si decise di invitare il famoso architetto Neimeyer, progettista, vent’anni prima dell’opera.

     

    Xi trovò l’architetto brasiliano in perfetta forma come al solito, nella sua grande casa di Rio de Janeiro, beveva del mojito liscio su una grande terrazza con piscina seduto su una sdraio mentre una serie di giovani architette, assunte a progetto, gli ronzavano intorno. Xi capì in un attimo il segreto della sua longevità. Come prevedibile Niemeyer era restio a recarsi a Ravello, anzi pensava che dopo le cinque o sei inaugurazioni già consumate, si fosse finalmente liberato di quel maledetto Auditorium in costiera amalfitana.

    Xi, per convincerlo a venire in costiera, la prese molto larga. Cominciò a parlare della Roma antica, passando da Michelangelo, il rinascimento fiorentino e il barocco leccese, ma Niemeyer non faceva una piega. Allora virò improvvisamente il discorso su Sofia Loren e Monica Bellucci. D’altronde lui era sempre quello che aveva convinto i francesi a farsi il bidet, quindi era chiaro che avesse sempre un’idea giusta al momento giusto. Dopo una lunga trattativa, Xi convinse Oscar a venire a Ravello, ma dovette sottostare a condizioni chiare e durissime. Innanzitutto dovette fittare un charter per far viaggiare il vecchio architetto insieme alle sue duecento assistenti, quindi gli promise almeno due commesse stramilionarie in Cina e infine che sarebbero tornati in tempo per il derby Flamenco – Fluminense, che si sarebbe giocato al Maracanà due giorni dopo.

     

    Intanto lo sceicco dell’Oman, Alì Hammass Rubass, aveva già preso possesso del suo nuovo pied-a-terre. Xi gli aveva consegnato le chiavi per fargli prendere un po’ confidenza con la sua nuova casa. Alì Hammass aveva sistemato le sue 13 mogli in garage accanto alle sue otto Ferrari. La servitù occupava il piano che una volta fu dei camerini, mentre per sé e per le sue numerosi amanti, delle quali usufruiva a giro, aveva riservato il livello vista mare. La camera da letto sfruttava il grande occhio sul panorama, Alì ci aveva messo davanti una tendina a fiori rossi e blu per oscurare l’ambiente. Sul piazzale, invece, lo sceicco aveva deciso di posizionare una comoda piscina a forma di palma e una vasca con i pesci esotici. Tutto questo mentre sulla grande copertura a volta un tecnico di Al-Arabya stava già montando l’antenna satellitare per la tv, una parabola gigante verde pisello, per la ricezione dei programmi arabi. Tuttavia lo sceicco non era del tutto soddisfatto dell’acquisto e continuava ad appuntarsi su un quadernetto ciò che non gli andava bene.

    Niemeyer giunse a Ravello, nervosissimo, dopo un viaggio allucinante. Un bus di tedeschi in pensione aveva capottato nel tornante di Erchie ed erano rimasti bloccati due ore fino a quando Xi non aveva fatto venire un paio di elicottero da guerra “Apache” a prelevare tutti, architette comprese.

     

    Quando vide l’antenna della tv sulla copertura, Niemeyer ebbe un leggero mancamento, Xi lo sostenne a braccia e lo fece rinvenire facendogli annusare una dose massiccia di infuso di finocchietto, che l’architetto apprezzò così tanto che al risveglio ne ordinò subito 10 casse. Alì Hammass attendeva Xi, Niemeyer e il notaio a bordo piscina mentre tre donne arabe in topless ma con lo chador di ordinanza lo rinfrescavano sventolandogli sul viso libretti di assegni. Niemeyer non gradì la trasformazione della terrazza in piscina ma apprezzò molto le amiche dello sceicco, tanto che prese subito una sdraio anche lui e ordinò un martini con molto ghiaccio. Lo sceicco, che era molto ricco ma anche molto furbo, cominciò a trattare sul prezzo con Xi. Innanzitutto si lamentò del rumore delle automobili che gli transitavano proprio sotto la camera da letto. Il manager cinese fece subito un’ordinanza di chiusura del traffico nelle ore di riposo dell’arabo. Poi Al Hammass mostrò a Xi alcune macchie di umidità nei garage seminterrati e delle mancanze di intonaco sul grande sporto del soggiorno. Poi pretese che Xi pagasse tutte le tasse evase negli ultimi cinque anni: 500.000 euro di spazzatura, quasi un milione di IMU e circa 200.000 euro di gas e luce. Quando sembrava che il rogito fosse solo da firmare, Alì Hammass sollevò il problema del cane, un piccolo chao chao pelosissimo di nome Bob, al quale lo sceicco era molto affezionato. “Dove porto Bob a fare la pipì ?” chiese Alì a Xi che aveva la pazienza di Padre Pio ma che adesso si stava proprio innervosendo. Xi gli indicò le aiuole intorno all’auditorium, ma Alì Hammass scosse il capo: pretendeva qualcosa di più esteso, perché Bob soffriva di claustrofobia prostatica e se non vedeva gli spazi ampi non la faceva. La trattativa si stava arenando, quando Xi si ricordò di quell’ampio giardino solo a pochi metri di distanza che non voleva più nessuno.

    Nel prezzo le do anche Villa Rufolo” propose allora Xi, Alì Hammass ci pensò un po’ su poi accetto anche perché si stava facendo una certa ora e rischiava di perdersi la nuova invasione del Kuwait in diretta via satellite. In fondo Villa Rufolo gli sembrava giusta per far fare la piscia al cane.

    Lo sceicco firmò il rogito la sera stessa, Xi invitò la cittadinanza che rispose con pochissimo entusiasmo mentre Niemeyer, sempre a bordo piscina, benediceva il primo gemellaggio arabocarioca.

     

    Christian De Iuliis

     

    (continua – 9 )

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