Con la Campagna sulla Qualità dell´Acqua della GORI, interessante conoscere anche i valori di arsenico contenuti

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di Salvatore Caccaviello

Sarebbe opportuno che nell’avviare la campagna di informazione sulla qualità dell’acqua l’ente erogatore GORI, in collaborazione con l’ ASL comunicassero all’utenza se i parametri di arsenico contenuti nell’acqua ,per uso domestico, erogate lungo il territorio,anche della penisola sorrentina, sono entro i limiti di deroga previsti dalla normativa vigente. Dato che l’emergenza arsenico è da molto tempo un fenomeno allarmante nei comuni della provincia di Latina distanti appena qualche centinaio di chilometri dal nostro territorio.

 

Si è tenuta Venerdi 9 Marzo presso la sede del Laboratorio di Analisi GORI, a Pomigliano D’ Arco la conferenza stampa di presentazione della campagna sulla qualità dell’acqua erogata nei 76 comuni dove l’azienda gestisce il servizio idrico integrato. Alla presenza di alte personalità politiche, l’amministrazione della GORI ha inaugurato tale campagna il cui obbiettivo è quello di incentivare l’utilizzo dell’acqua del rubinetto, attraverso la conoscenza dettagliata del tipo e del numero di controlli effettuati , al fine di assicurare costantemente l’erogazione di un’acqua buona e garantita. Presso tale laboratorio che ha recentemente raggiunto il massimo traguardo in materia di certificazione, la GORI garantisce  alla popolazione oltre centomila controlli l’anno, i quali vanno ad affiancarsi a quelli puntualmente effettuati dalle ASL territorialmente competenti. Ebbene sarebbe stato opportuno che in tale importante evento ,in cui uno dei maggiori obbiettivi da parte dell’Azienda è quello di riaprire il dialogo con i cittadini, che hanno il diritto di ricevere un’informazione con il massimo della chiarezza, dare all’utenza anche informazioni circa l’importante fenomeno dell’emergenza arsenico nelle acque che da tempo si sta verificando, in modo clamoroso,a qualche centinaio di chilometri dal nostro territorio. Infatti il Lazio con 91 comuni colpiti, nelle provincie di Viterbo e Latina, quest’ultima confinante con la Campania, è la regione italiana più interessata da tale fenomeno.  Da tempo in quelle zone è stato messo in evidenza, tramite molti organi di informazione, la pericolosità dovuta alla presenza di arsenico riscontrata nelle acque destinate all’uso domestico. Il Consiglio dei Ministri ha prorogato,nelle aree in cui la concentrazione di arsenico era superiore ai limiti stabiliti dal Decreto Legislativo n.31 del 2001, lo stato di emergenza fino al 31 dicembre del 2012. In base al tale Decreto che cita tra l’altro che: Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite, nel frattempo sono stati avviati lavori di potabilizzazione di carattere straordinario onde garantire la concentrazione di arsenico entro i limiti stabiliti dalla Commissione Europea. La quale ha fissato entro il 31 dicembre 2012 il limite inderogabile per poter erogare acque il cui contenuto di arsenico oscilla tra i 10 e i 20 microgrammi dopodichè, senza alcuna eccezione, bisogna erogare acqua con contenuto di arsenico inferiore ai 10 microgrammi. L’arsenico è un elemento chimico che si trova nelle acque superficiali, la cui presenza è legata a processi materiali di rilascio dei minerali presenti nel suolo, rocce vulcaniche e minerali ferrosi e può mescolarsi con l’acqua potabile per cause naturali. In questo caso siamo in presenza di arsenico di origini geologiche,cioè contenuto nel suolo, in altri casi per inquinamento delle falde acquifere conseguenza di eventuali smaltimenti abusivi di rifiuti tossici. La forte concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare può provocare, secondo il Codacons, in alcuni casi,malattie molto gravi. E’ stato ampiamente riconosciuto l’elevata pericolosità dell’arsenico, i cui danni per la salute umana sono ben documentati ( cancro al fegato, alla pelle ed agli organi interni, inoltre disturbi circolatori e malattie varie) Il rischio sanitario nasce dall’accumulo di acqua che contiene dosi eccessive di tale elemento. Anche se è consigliabile evitare inutili allarmismi in quanto il pericolo non è immediato dato che nasce dal consumo prolungato. Tuttavia è opportuno  eventualmente intervenire al più presto e non ignorare il problema. Quindi intensificare il controllo alle acque potabili ed accertare eventuali anomalie. Con la Direttiva Europea 98/83 CE, entrata in vigore il 25/12/03 mediante Decreto Legislativo 31/01, tale concentrazione fu ridotta da 50 a 10 microgrammi per litro. Dopo 7 anni , durante i quali la UE ha permesso all’Italia di andare avanti con deroghe, cioè periodi in cui è stato ammesso il consumo di acqua per uso domestico con percentuali di arsenico superiori ai 10 microgrammi, il 28/10/10 la UE ha imposto categoricamente tale limite a 10 microgrammi. In quanto è stato accertato, durante tale periodo che anche valori di 30,40, 50 microgrammi hanno determinato conseguenze sanitarie gravi. Per tali ragioni sarebbe opportuno che anche lungo il nostro territorio, l’utenza sappia se vengono effettuati controlli anche sotto tale aspetto e quali sono i valori della percentuale di arsenico delle acque che scorrono dai rubinetti delle utenze della penisola sorrentina. Nella provincia di Latina si è rilevata negli acquedotti una concentrazione di arsenico pericolosamente vicino ai 50 microgrammi per litro Tale presenza è provocata per la maggior parte dall’inquinamento geologico di origine lavica. Se si tiene presente che molte zone della Campania , tra cui la penisola sorrentina, il suolo è composto da stratificazioni di origini laviche probabilmente tale problema potrebbe interessarci. Nell’area vesuviana, per ora si è potuto constatare che sono 14 i comuni gravati dall’allarme arsenico, tra i quali: Ercolano, Portici, S. Giorgio a Cremano, Torre del Greco. Località molto vicine al nostro territorio, dove, tuttavia, le Autorità si sono poste il problema cercando di correre ai ripari evitando che i valori non superino il limite imposto dalla UE. In altre regioni italiane dove il problema da tempo è stato messo in evidenza , è stato interpellato il Ministero della Salute che in sinergia con le Asl e le Autorità locali si sono stabilite delle strategie comuni per diminuire tale fenomeno .Dato che diversi saranno gli strumenti a supporto della campagna di informazione appena varata dalla GORI che sarà finalizzata alla emissione da parte della azienda del “certificato dell’acqua” riportante l’etichetta con i parametri caratteristici dell’acqua distribuita in ciascun comune. Si spera che tramite tale certificato gli utenti potranno conoscere anche i valori di arsenico dell’acqua potabile che arriva alle utenze del territorio tra cui la penisola sorrentina. Altrimenti sarebbe opportuno che le Amministrazioni sollecitino la GORI e la ASL territorialmente competente, a cui spetta il giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano,oltre alla normale analisi dell’acqua, di confermare o meno la presenza di arsenico e la necessità della eventuale rimozione ed effettuare controlli e portare a conoscenza dei cittadini tutte le informazioni utili all’argomento. Infatti come da D.L: 31/01 …Se si dovessero rilevare valori superiori alla norma, prevenire i potenziali pericoli per la salute umana provocata da acqua contaminata quindi vietare o quantomeno limitare l’uso domestico… L’Autorità Sanitaria competente ed il Gestore, ciascuno quanto di competenza, provvedano affinchè i consumatori interessati siano debitamente informati e consigliati sugli eventuali provvedimenti e sui comportamenti da adottare… Le Amministrazioni, potrebbero spingere affinché proprio in concomitanza con tale campagna di informazione, si emani, come è successo altrove, una specie di vademecum presso i condomini, scuole, uffici ed aziende per dare una continua informazione sull’argomento. Inoltre ,se eventualmente necessario, fare in modo che si effettuino trattamenti per la rimozione di tale elemento dagli acquedotti comunali istallando speciali filtri per abbassare la presenza dell’arsenico. Vigilare in modo costante affinché si dia una soluzione anche questa ulteriore eventuale problematica , relativa alla fornitura idrica domestica per la quale sempre più spesso, tra l’altro, i cittadini sono chiamati a pagare bollette alquanto “ generose”.  11 Marzo 2012 – Salvatore Caccaviello

 

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