Lo Stato abbandona i disabili.

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    LO STATO ABBANDONA I DISABILI, FORTE DENUNCIA DEL CORRIERE DELLA SERA.

     

    di : Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

     

    Dietro l’instancabile campagna che la destra ha messo in atto dal 2008 in poi contro i disabili italiani, si è sempre nascosta la volontà politica di risparmiare sui finanziamenti per l’assistenza e per abbandonare al loro destino una massa enorme di cittadini che hanno la sola colpa di non essere autosufficienti. Sono anni che denunciamo questa politica, con scarso successo, finalmente un articolo di Gian Antonio Stella, uscito sul “Corriere della Sera”, dal titolo, emblematico, “I disabili (veri) dimenticati dallo Stato”. Nell’articolo si parla di sclerosi multipla e autismo e si snocciolano dati, per nulla scontati, che vengono da una ricerca del Censis che dice, ad esempio, che una persona affetta da autismo richiede, ogni giorno 17,1 ore di assistenza. Ciò ha un impatto devastante sulla famiglia. Un membro, di solito la madre, nel 25,9% dei casi, lascia il lavoro per accudire il figlio; un altro 23,4% chiede il part-time, il che vuol dire che quasi una donna su due rinuncia al lavoro o se lo è ridotto per accudire il figlio. Le ore di terapia cognitivo comportamentale necessarie a queste persone per imparare a vivere nella nostra società sono state, in media, ogni settimana, 5,2. Di queste 3,2 sono a carico della famiglia e solo 2 a carico dello Stato. Questi dati possono essere utilizzati per tutte le patologie invalidanti che colpiscono quasi tre milioni di italiani, checome disabili sono considerati cittadini di serie B.

    La conclusione è che lo Stato ignora il problema, scaricandolo interamente sulle famiglie ed in particolare sulle donne che, in questa specifica situazione lavorano senza nessun riconoscimento come casalinghe, come infermiere, come badanti e come assistenti, spesso sacrificando la propria vita e le proprie legittime aspirazioni, vivendo la vita di un’altra persona e rinunciando alla propria. In un bello e commovente articolo di Franco Bomprezzi, il giornalista disabile in carrozzina milanese, scritto per l’Otto Marzo, si ringraziavano le donne per tutto quello che fanno nel nostro paese per rendere le sofferenze dei disabili meno gravose, sollevandoli dalla solitudine dello abbandono e dalla impossibilità di vivere una vita uguale a quella di tutti gli altri.

    “Uno Stato che si dichiari degno di questo nome non dovrebbe permettere questo tipo di situazioni!” Afferma Stella nel suo articolo, citando quello che molti di noi sanno. Lo sprezzante Tremonti che adesso ha pubblicato un libro dal titolo: “Come uscire dalla crisi”, come se non fosse stato lui il super Ministro della Economia in Italia tra il 2008 ed il 2011 e che la responsabilità di non farci entrare nella crisi era la sua; è stato il teorico della campagna contro i disabili. “Il nostro paese non può reggere la competitività internazionale con il peso dell’assistenza che lo Stato paga ai disabili.” Da questa affermazione ne è disceso il resto. Innanzi tutto la nomina di Antonio Mastropasqua, che proveniva da Eqitalia, alla Presidenza dell’INPS, la campagna contro i falsi invalidi proposta da brunetta e portata avanti da Sacconi con una pervicacia degna di migliori obbiettivi. Dietro la campagna dei controlli si è nascosta una vera e propria revisione generale sulle indennità già assegnate, che coinvolgerà un milione di disabili, che sono stati sottoposti a vere e proprie vessazioni, tale da rasentare una inaccettabile discriminazione, molto vicina ad una prolungata pratica di razzismo da parte delle commissioni impegnate nei controlli. Infine sono arrivati i famosi tagli lineari alla spesa del nostro imperturbabile Tremonti. In maniera progressiva sono stati tagliati i fondi statali per l’handicap. Dal 2008 al 2013 il Fondo per le politiche sociali è passato da 929,3 milioni di euro a 44,6. Quello per l’autosufficienza da 300 milioni a zero.

    Un miliardo e duecentotrenta milioni scomparsi insieme ai finanziamenti per il diritto alla scuola dei bambini disabili, insieme al cambiamento in peggio della legge 68 per il lavoro ai diversamente abili e con l’eliminazione di qualsiasi altro sostegno alle associazioni storiche del movimento dei disabili italiani. Infine, nel pieno della bufera della crisi economica che ha investito il nostro paese, anche per la dissennata politica di bilancio del nostro Tremonti, si è proceduto ad una manovra di rientro in cui a pagare dovevano essere i disabili italiani con il legare l’indennità di accompagnamento al reddito e quindi non erogarla più ad oltre un milione e mezzo di persone e; al tempo stesso, con l’introduzione dell’ISEE familiare, ridurre tutte le erogazioni sanitarie e gli ausili alla quasi totalità dei disabili italiani. Il Governo Berlusconi aveva calcolato che da questa voce sarebbe derivato un risparmio per lo Stato di oltre 20 miliardi di euro. Con l’avvento di Monti, al danno si è aggiunto la beffa, perché nella riforma pensionistica i disabili si sono visti penalizzati ed ignorati dal Governo che si prepara, entro Maggio, ad avviare la fase prevista nella manovra dello Agosto del 2011. Per fortuna i disabili italiani hanno cominciato a prendere coscienza e sono in lotta per difendere i propri sacrosanti diritti. La manifestazione del 21 Febbraio scorso e quelle successive, stanno dimostrando che i disabili sono una forza ed una risorsa del paese e che non si lasceranno discriminare con tanta faciltà dal razzismo strisciante di una destra senza dignità e senza morale.

    Speriamo che il Governo Monti corregga gli errori di Tremonti, cogliendo l’alto valore sociale e culturale della mobilitazione dei disabili italiani e faccia rientrare l’Italia fra i paesi che hanno il diritto di chiamarsi civili.

     

     

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