L´Italia al gelo, allarme per il weekend Altre dieci vittime per il freddo

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    Dall’inizio del mese 40 morti. Sud ancora sotto la neve, paesi isolati e scuole chiuse. I meteorologi: tra venerdì e sabato una nuova bufera Fiocchi anche a Roma. Monti: serve più impegno, fiducia a Gabrielli

    ROMA – Un giorno di tregua, se così si può chiamare il gelo polare che ghiaccia l’Arno, fa tornare i lupi sulle Dolomiti e in Ciociaria, uccide dieci persone e ne ferisce a centinaia. Ma è ancora emergenza neve, soprattutto al Sud, anche se autostrade e ferrovie risultano sgombre e operative, secondo quanto previsto dal piano neve. A Roma e in altri Comuni ha riaperto la maggior parte delle scuole, che restano invece chiuse altrove, anche nel Lazio, come in qualche paese della provincia di Frosinone. Nuova perturbazione. Domani sera arriverà una prima perturbazione che porterà gelo e neve a bassa quota, probabilmente anche a Roma. Ma la capitale sarà investita tra venerdì e sabato da una seconda perturbazione che dovrebbe ricreare condizioni simili a quella della settimana passata, addirittura peggiori. Le vittime. Si fa sempre più drammatica la conta delle vittime del gelo. Altre 10 ieri, che fanno salire a 40 i decessi dall’inizio di febbraio. Un infarto ha ucciso una settantenne che a Serino, provincia di Avellino, voleva affrontare il maltempo per approvvigionarsi di generi di prima necessità, ma per strada si è accasciata in terra colpita da un malore. Una donna di 56 anni ucraina è morta assiderata in Brianza: era uscita lunedì sera per andare da alcune amiche a Milano, ma non è mai arrivata, è stata trovata senza vita in un boschetto. Stessa sorte è capitata a un quarantottenne afflitto da disturbi mentali che si era allontanato dall’istituto ed è stato trovato senza vita in una cava sulle alture di Genova. E sempre per assideramento è morto a Ferrara un rumeno senza fissa dimora. A Sondalo (Sondrio) un anziano di 86 anni è scivolato su una lastra di ghiaccio mentre liberava l’ingresso della sua abitazione: ha battuto la testa e è morto. Alle porte di Bologna, un camionista rimasto in panne per colpa della neve e del ghiaccio, ha cercato con tutte le sue forze di rimettere in strada il mezzo, ma un malore lo ha ucciso. Aveva 62 anni. Un incidente causato dal ghiaccio ha ucciso un uomo in provincia di Matera e a Bologna un pensionato di 65 anni si è sentito male mentre cercava di spingere la propria auto bloccata dalla neve: è arrivato morto all’ospedale Maggiore. A Padova una donna è morta annegata nel Brenta mentre cercava di recupare il cane che era con lei e che era scivolato nel fiume per colpa di una lastra di ghiaccio. Infine, il freddo ha ucciso a Pesche, provincia di Isernia, un pensionato che stava osservando alcuni mezzi impegnati nella rimozione della neve. La situazione è critica in Puglia, soprattutto nella Murgia barese e nel Subappennino dauno, e nel potentino, dove continua a nevicare. In Basilicata i disagi maggiori sono segnalati nelle aree interne del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano: per il quarto giorno consecutivo le scuole sono chiuse a Potenza e in molti altri Comuni della provincia e anche oggi la produzione nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat resterà bloccata. Chiusi molti valichi di montagna, mentre migliorano le condizioni meteo a Matera, dove le temperature sono tornate sopra lo zero e la pioggia sta facendo scomparire la neve caduta nei giorni scorsi. In Puglia è stato riaperto il tratto Candela-Cerignola dell’autostrada A16 Napoli-Canosa, chiusa durante la notte per consentire la rimozione di una slavina caduta ieri durante una violenta bufera di neve e vento. Piove a Bari, dove non è nevicato ma per due giorni, ieri e oggi, scuole e uffici pubblici rimangono chiusi a titolo precauzionale. Attive in tutta la penisola, segnalano le Fs, le principali linee ferroviarie, secondo quanto previsto dal piano neve. Restano ridotti, perciò, alcuni collegamenti regionali e si lavora per liberare dalla neve e dagli alberi caduti alcuni tratti di binari in Puglia, Campania, Abruzzo e Molise, Basilicata e in Piemonte. Non nevica più nelle Marche, dove si temono però le conseguenze dei cospicui accumuli di neve. A Fabriano e Ancona si sta completando lo sgombero delle strade per raggiungere le zone finora rimaste isolate. Stamattina è stata liberata la strada a Selva di Gallignano per consentire a una donna incinta di raggiungere l’ospedale per partorire. Nella morsa del gelo. Freddo da Nord a Sud. Colpito il Piemonte dove il picco è stato -23.2 a San Damiano d’Asti e Torino, con -12.7 ha raggiunto il record del 1985. Anche in Liguria superati i -20 mentre a Trieste è emergenza Bora che soffiando a 147 chilometri l’ora ha letteralmente scaraventato 7 persone per terra, ferendole. Le raffiche hanno danneggiato il tetto della facoltà di Economia che è stata evacuata. Nella provincia di Pesaro Urbino nevica ininterrottamente e molti centri sono sommersi da 2 metri di neve con cumuli fino a 4. Isolati. In Umbria quattro famiglie sono rimaste imprigionate dalla neve a Scalocchio, un paesino a un’ora da Città di Castello: la località ieri sera era ancora irraggiungibile. Nuclei isolati anche in Ciociaria dove un po’ alla volta sta tornando l’elettricità. A Pescopennataro – 300 abitanti in provincia di Isernia – mancano i viveri e il sindaco ha chiesto l’intervento dell’esercito per superare la situazione di emergenza. Irraggiungibili da tre giorni le Tremiti: il mare in burrasca impedisce qualunque collegamento. Allarme forniture elettriche. Scendono a 9.500 le forniture senza elettricità nel Centro-Sud Italia (erano 23.900 ieri sera e 11.220 questa mattina). Secondo gli ultimi dati disponibili di Enel, sono attualmente 9.000 le utenze non alimentate nel Lazio, di cui 2.300 in provincia di Roma e 6.700 nel Frusinate. Superata l’emergenza in Abruzzo, le altre 500 utenze senza rete sono in Campania, divise fra le province di Avellino e Benevento. A causa delle abbondanti nevicate delle ultime ore, si registrano le prime difficoltà in Calabria e Basilicata. Monti: fiducia a Gabrielli. A gettare acqua sul fuoco delle polemiche sollevate da Alemanno attorno alla Protezione civile, ieri è arrivato il premier. Per «la nuova perturbazione attesa nel fine settimana e per le misure emergenziali ancora da intraprendere» Monti ha chiesto ai ministri competenti di assicurare «l’impegno più incisivo da parte di tutte le strutture del Governo del territorio e delle imprese di gestione dei pubblici servizi». Lo si legge nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri e dopo un summit sul maltempo tenutosi a Palazzo Chigi con il capo della Protezione civile Gabrielli e alla presenza del ministro Cancellieri, del vice ministro Grilli e del sottosegretario Catricalà. Basta polemiche. Si tratta di un invito a serrare le file e a tacitare le polemiche. Un richiamo all’ordine. Sono scattati sull’attenti i ministri interessati e cioè Cancellieri (Interno), Di Paola (Difesa) e Passera (Infrastrutture e Trasporti). Il loro impegno sarà coordinato, ha sottolineato Monti, dal Dipartimento della Protezione civile. E questo è un attestato di laurea per Gabrielli, la riaffermazione dell’insostituibilità del ruolo della Protezione civile nella gestione delle emergenze e la fiducia nelle sue capacità, messe in discussione dalle ultime polemiche e soprattutto da un’interpellanza presentata proprio ieri dal Pdl sulla «condotta della Protezione civile nell’emergenza neve del 3 febbraio 2012».

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