“O ascendi o discendi”.

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“O ascendi o discendi”.  

3 febbraio -San Biagio – Sainte Blaise

 

La più antica citazione scritta sul San Biagio  è contenuta nei Medicinales di Ezio di Amida, ed è la formula che deve recitare il medico nei confronti del paziente che ha un ossicino o una spina conficcata nella gola.San Biagio stesso è medico ,vescovo e poi santo martire nell’Armenia Turca  del 300 dopo cristo.

Il culto per questo santo nella Penisola Sorrentina è molto sentito e diffuso,una cappella nel Duomo di Sorrento, una chiesa nell’omonima frazione alta sorrentina,recentemente restaurata, una chiesa in Sant’Agnello, e poi Monte San Biagio, la Grotta di san Biagio.

  E’ venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, lo stesso come per Sant’Andrea, e raffigurati insieme li troviamo sulla cappella dei Caputo nella chiesa di San Pietro a Monticchio.La grande diffusione in Campania  è data dall’essere vicino all’Apostolo Andrea patrono della capitale Marinara Amalfi, grande faro politico ed economico alto medievale anche per il vicino ducato sorrentino. Santi beneamati sia in occidente che in oriente, ma ancora non tralascerei un particolare importante costituito dal rapporto speciale che si istaura  tra Sorrento e l’Armenia, terra natia di Biagio, attraverso il padre teatino sorrentino Clemente Galano alla metà del 1600, in missione evangelizzante ma anche appassionato conoscitore di lingue usi e costumi. Amatissimo dai produttori e commercianti di lana,per il suo essere martirizzato con un pettine di ferro, usato anche per cardare la lana.

Chi volesse prendere la benedizione della gola in penisola sorrentino amalfitana, può andare nella Chiesa di San Biagio, località Pozzopiano Sant’Agnello, ove ad accogliere vi sarà il parroco ultra De Maria , incrocio della candele e pane devozionale dotata anche di un profilo face book:

http://it-it.facebook.com/chiesadisanbiagio.santagnello.

Oppure nella Chiesa dedicata in località Casarlano di Sorrento ove ad accogliere il dinamico Parroco don Giovanni Ferraro, autore anche del restauro della stessa, anche qui sito internet http://www.parrocchiadicasarlano.it/. Con programma liturgico e festeggiamenti esterni con falò.

Dal lato amalfitano, la chiesa dedicata al santo è in località Vagliendola, qui si svolge una processione dal Duomo alla Chiesa attraverso una scalinata che aggira il pendio Falconcello al lato dell’Hotel Cappuccini. L’Unzione della gola invece dell’incrocio delle candele, è la variazione su tema.

 

Tanta venerazione non lo rende indenne dall’essere fatto a pezzi per l’usanza antica delle reliquie, la necessità di avere un qualcosa di materiale da venerare. Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali deposti in un’urna di marmo ,furono imbarcati, per essere portati a Roma. Una tempesta bloccò il viaggio a Maratea, dove i fedeli accolsero l’urna contenente le reliquie, il “sacro torace” ed altre parti del corpo, e la conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio.Una grande quantità di località vantano di possedere un pezzo del corpo del santo.

La città di Avetrana, assurta alle cronache negli ultimi anni,ha in custodita in un ostensorio d’argento e d’oro un pezzo della gola di San Biagio sul quale vi è un’iscrizione “GUTTURRE SANCTI BLASI”

A Carosino, un paesino in provincia di Taranto, è custodita una delle reliquie: un pezzo della lingua, conservato in un’ampolla incastonata in una croce d’oro massiccio.

A Caramagna Piemonte (Cuneo) è custodita dall’anno 1000 una sua reliquia (un pezzo del cranio), conservata in un busto argenteo; si ha notizia della sua presenza già nell’atto di fondazione dell’antica Abbazia di santa Maria di Caramagna, datato 1028.

Nel santuario di Cardito, in provincia di Napoli, è conservato un ossicino del braccio. Sempre in Campania, a Palomonte in provincia di Salerno, nella Chiesa madre Santa Croce è custodita una reliquia del santo.

A Penne, in Abruzzo, sarebbe invece custodito il cranio del santo. Sempre in Abruzzo, nel Duomo di San Flaviano a Giulianova è custodito il braccio di San Biagio in un raffinato reliquiario in argento dalla foggia di braccio con mano benedicente e recante una palma, datato 1394 e firmato da Bartolomeo di sir Paolo da Teramo.

Nella parrocchia di Lanzara, frazione del Comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, sono conservate due piccole ossa della mano.

Nella cattedrale di Ruvo di Puglia si venera nel giorno di San Biagio una reliquia del braccio del Santo, esposta entro un reliquiario a forma di braccio benedicente, portato in processione dal Vescovo e esposto alla pubblica venerazione dopo la solenne messa pontificale in cattedrale, al vespro del 3 febbraio.

Nella chiesa a lui dedicata nella città dalmata di Dubrovnik (Ragusa, Croazia), della quale è il patrono, si conserva, secondo la tradizione, il cranio, in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina, che viene portato solennemente in processione nella ricorrenza del santo. A Ostuni è presente un pezzo di osso, venerato e posto sulla gola di ogni fedele che si presenta in pellegrinaggio al Santuario di san Biagio sui colli ostunesi il 3 febbraio.

A San Piero Patti (Messina), è custodito un molare del Santo, conservato in una teca d’argento nella Chiesa di Santa Maria Assunta. La teca viene portata in processione in occasione delle due feste che la cittadina dedica al santo: il 3 febbraio e la prima domenica d’ottobre.

A Mercato Vecchio di Montebelluna, nella chiesa a lui dedicata è custodito un pezzo di veste, e ogni anno il 3 febbraio per tutta la giornata avvengono le benedizioni di pane e arance.

Ad Acquaviva Collecroce in provincia di Campobasso, nella Parrocchia “Santa Maria Ester” si conserva una reliquia del santo donata al popolo verso la metà del ‘700.

A Napoli, nella Sala del Tesoro sita nella Basilica di San Domenico Maggiore, si conserva, in un braccio reliquario, il pezzo di un suo dito.

A Bindo di Cortenova in provincia di Lecco ogni anno avviene la grande festa di S.Biagio, tra le tradizioni il bacio delle candele bendette, il falò e i tipici ravioli molto aromatici chiamati in insubre “scapinasc”.

Ad Eboli in provincia di Salerno, viene custodito nella chiesa di San Nicola un dito e altri piccoli pezzi del corpo.

Ad Asti, presso la chiesa di Santa Maria Nuova, nell’altare maggiore si conservano un dente ed alcuni resti[2]

A Brescia, nel tesoro della chiesa di Lorenzo, si conserva il reliquiario di san Biagio con alcuni denti e un osso ritenuti provenienti dal corpo del santo[3].

A Caronia, si venera un frammento della mano e un frammento del braccio, entrambi conservati in due preziosi reliquiari.

Scheda tratta da Famiglia Cristiana

C’è una sua statua anche su una guglia del Duomo di Milano, la città dove in passato il panettone natalizio non si mangiava mai tutto intero, riservandone sempre una parte per la festa del nostro santo. (E tuttora si vende a Milano il “panettone di san Biagio”, che sarebbe quello avanzato durante le festività natalizie). San Biagio lo si venera tanto in Oriente quanto in Occidente, e per la sua festa è diffuso il rito della “benedizione della gola”, fatta poggiandovi due candele incrociate (oppure con l’unzione, mediante olio benedetto), sempre invocando la sua intercessione. L’atto si collega a una tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola.

Vescovo, dunque. Governava, si ritiene, la comunità di Sebaste d’Armenia quando nell’Impero romano si concede la libertà di culto ai cristiani: nel 313, sotto Costantino e Licinio, entrambi “Augusti”, cioè imperatori (e pure cognati: Licinio ha sposato una sorella di Costantino). Licinio governa l’Oriente, e perciò ha tra i suoi sudditi anche Biagio. Il quale però muore martire intorno all’anno 316, ossia dopo la fine delle persecuzioni. Perché?

Non c’è modo di far luce. Il fatto sembra dovuto al dissidio scoppiato tra i due imperatori-cognati nel 314, e proseguito con brevi tregue e nuove lotte fino al 325, quando Costantino farà strangolare Licinio a Tessalonica (Salonicco). Il conflitto provoca in Oriente anche qualche persecuzione locale – forse ad opera di governatori troppo zelanti, come scrive lo storico Eusebio di Cesarea nello stesso IV secolo – con distruzioni di chiese, condanne dei cristiani ai lavori forzati, uccisioni di vescovi, tra cui Basilio di Amasea, nella regione del Mar Nero.

Per Biagio i racconti tradizionali, seguendo modelli frequenti in queste opere, che vogliono soprattutto stimolare la pietà e la devozione dei cristiani, sono ricchi di vicende prodigiose, ma allo stesso tempo incontrollabili. Il corpo di Biagio è stato deposto nella sua cattedrale di Sebaste; ma nel 732 una parte dei resti mortali viene imbarcata da alcuni cristiani armeni alla volta di Roma. Una improvvisa tempesta tronca però il loro viaggio a Maratea (Potenza): e qui i fedeli accolgono le reliquie del santo in una chiesetta, che poi diventerà l’attuale basilica, sull’altura detta ora Monte San Biagio, sulla cui vetta fu eretta nel 1963 la grande statua del Redentore, alta 21 metri.

Dal 1863 ha assunto il nome di Monte San Biagio la cittadina chiamata prima Monticello (in provincia di Latina) e disposta sul versante sudovest del Monte Calvo. Numerosi altri luoghi nel nostro Paese sono intitolati a lui: San Biagio della Cima (Imperia), San Biagio di Callalta (Treviso), San Biagio Platani (Agrigento), San Biagio Saracinisco (Frosinone) e San Biase (Chieti). Ma poi lo troviamo anche in Francia, in Spagna, in Svizzera e nelle Americhe… Ne ha fatta tanta di strada, il vescovo armeno della cui vita sappiamo così poco.

 Domenico Agasso

 

Per la iconografia diaciamo che viene raffigurato con pettini di ferro, strumenti con i quali è stato torturato,ed in abiti vescovili con pastorale, i cardatori di Lana lo hanno insieme ai medici otorinolaringoiatra come patrono.

una bellissima serie di immagini si possono vedere in questo sito:

http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Saint_Blaise

in questo sito una mostra virtuale permanente:

http://www.abruzzoinmostra.it/teramo/sanbiagio/f008.html

 

protagonista anche nel volume Magia e salute di locria:

http://books.google.it/books?id=NDJzL1Z5vnkC&pg=PA222&dq=san+biagio&hl=it&sa=X&ei=YBwrT6COKa_R4QSlyKmlDg&ved=0CF4Q6AEwCQ#v=onepage&q=san%20biagio&f=false

 

http://books.google.it/books?id=KhVzrmWhMoAC&pg=PA43&dq=san+biagio&hl=it&sa=X&ei=px4rT6LVDIi0-QaG5s2yDg&ved=0CGQQ6AEwCQ#v=onepage&q=san%20biagio&f=false

lucio esposito

 

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