Campania, duecento milioni in meno A rischio i «Grandi progetti»

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Fondi per il rendimento scolastico e ferrovia Cancello-Napoli. Caldoro: «Agire sulle politiche del lavoro» NAPOLI — «È la montagna che partorisce il topolino», hanno sussurrato alcuni tecnici della Regione Campania al termine della presentazione del «Piano di azione coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud». E in verità, non si può essere entusiasti dopo quanto è scaturito ieri. Con l’annuncio, da parte del ministro Fabrizio Barca, della riduzione del confinanziamento nazionale sui programmi operativi (percentuale non ancora definita, ma che apre una nuova e aspra trattativa con le regioni meridionali) e la possibilità del totale definanziamento governativo a partire dal prossimo anno se la situazione finanziaria dello Stato dovesse rimanere impigliata nelle sabbie mobili della crisi del debito. Alla Campania, complessivamente, saranno sottratti circa 200 milioni di euro. Da qui, il rischio serissimo che investirebbe la realizzazione dei Grandi progetti, quelli già approvati e gli altri ritenuti ammissibili dalla Commissione europea (un incontro con i rappresentanti della Ue è previsto a Napoli il prossimo 20 dicembre proprio per affrontare l’esame della questione). Insomma, non vi sono previsioni rosee per il prossimo anno, ma soprattutto è concreto il pericolo che lo sforzo di riprogrammazione strategica attuato dalla giunta Caldoro per concentrare gli interventi possa risultare non solo vano, ma addirittura frustrato dalle esigenze contingenti, fino a costringere l’amministrazione campana a tornare alle vecchie e criticatissime modalità di parcellizzazione della spesa dei fondi strutturali e a riconsiderare la necessità di finanziare piccoli interventi. Il Piano di azione è nato allo scopo di imprimere un’accelerazione ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’agenda 2007-2013, concentrando l’impegno su una griglia di priorità: istruzione, agenda digitale, occupazione e ferrovie. Per la Campania, in tabella, sono indicate risorse — come contributo delle Regioni — per l’attuazione del Piano pari a 350 milioni per l’istruzione; 20 milioni per l’occupazione; 600 per le ferrovie. Per l’istruzione, l’impegno dovrà essere finalizzato «al miglioramento delle competenze dei giovani e al contrasto della dispersione scolastica». Indicazione vincolante che ha spinto il governatore Stefano Caldoro a commentare con amarezza: «Serve un corretto bilanciamento tra formazione e lavoro, ma è soprattutto urgente agire sulle politiche attive del lavoro. Certo, bisogna lavorare su stage, apprendistato e tirocini per i giovani — ha aggiunto — ma anche operare affinché le loro madri e i loro padri non perdano il lavoro. Le risorse in questo settore vanno sicuramente aumentate». Nel verbale di accordo siglato dalla Regione Campania si legge che nell’ambito delle priorità nel settore ferroviario da finanziare da parte della giunta Caldoro tramite la riduzione del cofinanziamento nazionale si conviene che «verrà apportata una riduzione del tasso di confinanziamento nazionale sul Po pari a 600 milioni di euro» e che le risorse provenienti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale saranno destinate a: «Per 305 milioni di euro alla variante Cancello-Napoli, per garantirne il completamento stante le riduzioni sulle assegnazioni. Tale importo comprende il finanziamento di 125 milioni di euro precedentemente previsto a valere sul Por sul medesimo intervento; per 100 milioni di euro alla Traccia Napoli; per 100 milioni di euro all’acquisto di materiale rotabile. Al fine di dare speditezza alla spesa delle risorse, l’acquisito del suddetto materiale verrà curato dalla Regione Campania che ne resterà proprietaria. Alla riduzione del tasso di cofinanziamento si accompagna la riprogrammazione di 370 milioni di euro a valere sui programmi Fse e Fesr per scuola e occupazione, secondo quanto concordato tra la Regione e i ministeri competenti». La Regione Campania, quindi, ha aderito al Piano agenda digitale, ma su questo versante dovrà essere ancora stabilito l’ammontare delle risorse da destinare. Nell’accordo è, invece, stabilito che il «governo si impegna a dare priorità agli interventi necessari in materia di depurazione/corpi idrici (opere di acquedotto e di fognature superficiali, ndr) e rifiuti nelle assegnazioni 2007/2013 regionali per il Fas, garantendo in particolare la copertura di alcuni interventi legati alle procedure di infrazione per un valore complessivo di 437 milioni di euro (160 milioni per la depurazione, 132 milioni per gli interventi sui corpi idrici, 145 milioni per i rifiuti)».

FONTE CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

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