MANOVRA DA 24 MLD, SULLE PENSIONI L´IRA DEI SINDACATI: "CASSA SUI POVERI

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    ROMA – Dopo i partiti, oggi il premier Mario Monti vede le parti sociali e Confindustria, convocate per discutere i punti della manovra che vale in tutto 24 miliardi al lordo della delega fiscale. La cifra sarebbe stata annunciata dal presidente del Consiglio secondo quanto riferito da partecipanti alla riunione a palazzo Chigi. Monti ha ribadito che si tratterà di una manovra di ‘rigore, equità e sviluppo’ e che ci saranno interventi strutturali in diversi campi». Al termine delle consultazioni è stato convocato il Consiglio dei Ministri per il varo della manovra..

    CAMUSSO: “SI FA CASSA SUI POVERI” La manovra correttiva così come è stata presentata è «socialmente insopportabile». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso di una conferenza stampa sottolineando che il governo «sta cercando di fare cassa si poveri del nostro Paese». Camusso sottolinea che si tratta di una manovra fortemente recessiva in particolare nella parte che riguarda il blocco delle indicizzazioni rispetto all’inflazione delle pensioni sopra i 467 euro, in questo modo, spiega, si ridurranno ulteriormente i consumi con un effetto depressivo sull’economia. Camusso dà un giudizio fortemente negativo anche sugli interventi che aumentano l’età per l’accesso alla pensione. «Abbiamo già detto – spiega a proposito dei contributi necessari ad andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia – che 40 è un numero magico e intoccabile. È molto complicato dare un giudizio di equità su questa manovra».

    I PARTITI La medicina «molto amara» che il medico degli italiani prescrive ai suoi pazienti per salvarli da una fine dolorosa, è scritta in una ricetta che porta il timbro di tutte le principali forze politiche che sostengono il nuovo governo. Dal Pdl al Pd, passando per il Terzo Polo, i partiti della nuova maggioranza mostrano di comprendere la gravità della situazione ma, negli incontri avuti ieri con il premier Mario Monti a Palazzo Chigi non hanno mancato di esercitare il loro pressing per ottenere misure che guardino ad un orizzonte di equità.

    «A pagare non siano sempre gli stessi» è la raccomandazione del segretario del Pdl, Angelino Alfano mentre anche il Pd arriva all’incontro con il premier chiarendo che proprio l’equità dovrà essere il segno di «discontinuità rispetto al governo Berlusconi». E all’incontro il leader Pd, Pier Luigi Bersani chiarisce al premier di aver letto cose poco convincenti sia per quanto riguarda le pensioni, sui redditi bassi. Soprattutto sull’evasione, ci tiene a sottolineare Bersani, «le misure ipotizzate e che abbiamo letto e percepito secondo noi non sono sufficienti».

    Nel mezzo il Terzo Polo, quello che pur avendo sempre sostenuto di non voler esercitare pressioni nè veti, nelle circa due ore di colloquio con Mario Monti ha sollecitato e, pare, ottenuto, misure a sostegno della famiglia. Come quelle che cancellerebbero il taglio alle detrazioni fiscali già previsto dal precedente governo per il 2012 e 2013. «La manovra che stiamo discutendo sarà severa e pesante» ammette il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini dopo aver incontrato Monti assieme a Francesco Rutelli (Api) e al finiano Benedetto della Vedova. Il pressing del Pdl punta invece tutto verso le ipotesi di modifica della tassazione.

    «La soglia di 55 mila euro, per quel che riguarda l’Irpef, non è una soglia di ricchezza ma di quelli che sono già tartassati» dice il segretario che avverte: «Se ci fosse, avremo grandi problemi a votarla». E comunque, è il secondo avviso, il decreto non sarà per il Pdl «un vangelo»: in Parlamento verrà discusso e nel caso modificato perchè «non siamo a sovranità limitata». Monti, continua Alfano, «sa qual è la nostra opinione e noi confidiamo nel suo buon senso». Se il Pdl guarda agli scaglioni Irpef, il Pd ricorda che «i redditi bassi hanno già dato tanto e altri soggetti sociali devono iniziare a contribuire».

    Come lo dice il responsabile economico, Stefano Fassina: «servono imposte sui grandi patrimoni». Sulle pensioni, invece, il Pd valuterà la proposta «ma è difficile parlare di equità per un provvedimento che colpisce le pensioni più basse». La Lega resta sul piede di guerra. «Faremo le barricate in Parlamento per la difesa delle famiglie e delle imprese, sempre che con misure del genere Monti riesca ad arrivare a mangiare il Panettone, cosa di cui dubito fortemente…» attacca il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, Roberto Calderoli che parla della manovra come ‘fabbrica della povertà.

    «Altro che equità e crescita! A crescere in questo caso saranno solo le tasse e la povertà delle famiglie e delle imprese» dice l’ex ministro leghista. Intanto a palazzo Chigi sono stati i governatori del Piemonte e del Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia ad incontrare il governo: i due rappresentanti del Carroccio hanno visto ministro Piero Giarda che li ha ricevuti in quanto domani non potranno partecipare all’incontro delle Regioni con il governo perchè impegnati nell’apertura del ‘parlamento padanò a Vicenza. Intanto il leader dell’Api, Francesco Rutelli, ricorda di aver sollecitato in occasione dell’incontro con il premier che i tagli procedano parallelamente anche sui costi della politica.

    «Il governo intende prendere il toro per le corna» assicura Della Vedova che si duole: «non sarà simpatico difendere queste misure in Parlamento». Però, spiega: da ora in poi l’Europa non «avrà più alibi per muovere la Bce» mentre ci saranno anche misure per la crescita e, scommette, il ripristino delle detrazioni fiscali per la famiglia..

    «A pagare non siano sempre gli stessi» è la raccomandazione del segretario del Pdl, Angelino Alfano mentre anche il Pd arriva all’incontro con il premier chiarendo che proprio l’equità dovrà essere il segno di «discontinuità rispetto al governo Berlusconi». E all’incontro il leader Pd, Pier Luigi Bersani chiarisce al premier di aver letto cose poco convincenti sia per quanto riguarda le pensioni, sui redditi bassi. Soprattutto sull’evasione, ci tiene a sottolineare Bersani, «le misure ipotizzate e che abbiamo letto e percepito secondo noi non sono sufficienti».

    Nel mezzo il Terzo Polo, quello che pur avendo sempre sostenuto di non voler esercitare pressioni nè veti, nelle circa due ore di colloquio con Mario Monti ha sollecitato e, pare, ottenuto, misure a sostegno della famiglia. Come quelle che cancellerebbero il taglio alle detrazioni fiscali già previsto dal precedente governo per il 2012 e 2013. «La manovra che stiamo discutendo sarà severa e pesante» ammette il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini dopo aver incontrato Monti assieme a Francesco Rutelli (Api) e al finiano Benedetto della Vedova. Il pressing del Pdl punta invece tutto verso le ipotesi di modifica della tassazione.

    «La soglia di 55 mila euro, per quel che riguarda l’Irpef, non è una soglia di ricchezza ma di quelli che sono già tartassati» dice il segretario che avverte: «Se ci fosse, avremo grandi problemi a votarla». E comunque, è il secondo avviso, il decreto non sarà per il Pdl «un vangelo»: in Parlamento verrà discusso e nel caso modificato perchè «non siamo a sovranità limitata». Monti, continua Alfano, «sa qual è la nostra opinione e noi confidiamo nel suo buon senso». Se il Pdl guarda agli scaglioni Irpef, il Pd ricorda che «i redditi bassi hanno già dato tanto e altri soggetti sociali devono iniziare a contribuire».

    Come lo dice il responsabile economico, Stefano Fassina: «servono imposte sui grandi patrimoni». Sulle pensioni, invece, il Pd valuterà la proposta «ma è difficile parlare di equità per un provvedimento che colpisce le pensioni più basse». La Lega resta sul piede di guerra. «Faremo le barricate in Parlamento per la difesa delle famiglie e delle imprese, sempre che con misure del genere Monti riesca ad arrivare a mangiare il Panettone, cosa di cui dubito fortemente…» attacca il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, Roberto Calderoli che parla della manovra come ‘fabbrica della povertà.

    «Altro che equità e crescita! A crescere in questo caso saranno solo le tasse e la povertà delle famiglie e delle imprese» dice l’ex ministro leghista. Intanto a palazzo Chigi sono stati i governatori del Piemonte e del Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia ad incontrare il governo: i due rappresentanti del Carroccio hanno visto ministro Piero Giarda che li ha ricevuti in quanto domani non potranno partecipare all’incontro delle Regioni con il governo perchè impegnati nell’apertura del ‘parlamento padanò a Vicenza. Intanto il leader dell’Api, Francesco Rutelli, ricorda di aver sollecitato in occasione dell’incontro con il premier che i tagli procedano parallelamente anche sui costi della politica.

    «Il governo intende prendere il toro per le corna» assicura Della Vedova che si duole: «non sarà simpatico difendere queste misure in Parlamento». Però, spiega: da ora in poi l’Europa non «avrà più alibi per muovere la Bce» mentre ci saranno anche misure per la crescita e, scommette, il ripristino delle detrazioni fiscali per la famiglia..

    PAREGGIO Confermato l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 con interventi già nel 2012, attraverso una politica di rigore equità e sviluppo perché la manovra è «solida e strutturale».

    PENSIONI «La manovra prevederà nel capitolo pensioni l’estensione del metodo contributivo per tutti. Sarà flessibile la scelta delle pensioni nel settore privato da un’età minima di 63 anni a 70 calibrata su incentivi per chi resta e disincentivi per chi va via prima. Ci sarà un sacrificio per l’indicizzazione all’inflazione ma saranno salve le pensioni minime. Sarà possibile accedere alla pensione di anzianità con 42 anni di contributi per gli uomini e con 41 anni di contribuzione per le donne. In arrivo le fasce di flessibilità per la scelta del pensionamento all’interno delle quali saranno presenti incentivi e disincentivi al lavoro. Per le donne la fascia andrà da 63 a 70 anni, per gli uomini da 66 a 70». Queste le indicazioni contenute nei documenti presentati alle parti sociali dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi.

    ICI «Il governo chiarisca cosa intenda per seconde e terze case. Se sono quelle che sono tenute a propria disposizione dal proprietario è un conto, se sono le case date in locazione, perfino quelle a canone concordato tra Confedilizia e sindacati degli inquilini è tutt’altra cosa». È quanto afferma in una nota il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, secondo il quale «una super Ici sulle case affittate ucciderebbe quel poco di locazione che è rimasto. E darebbe, solo, nuovo spazio al caro affitti e al sommerso».

    LAVORO Il ministro Corrado Passera avrebbe annunciato durante l’ incontro con le parti sociali le misure per lo sviluppo. Tra queste un provvedimento che favorisca la patrimonializzazione delle imprese; la defiscalizzazione a fini Irap sulla parte che riguarda il lavoro; nuovo credito per i fondi di garanzia delle Pmi, che ‘a regime vale qualche decina di miliardì. Infine, per l’internazionalizzazione, il ‘nuovo Icè e interventi per il risparmio energetico. Marcegaglia: non abbiano scelta, questa manovra la dobbiamo fare.

    BONANNI Se ieri la leader della Cgil Susanna Camusso si era dichiarata «pronta a contrastare scelte sbagliate» ma soddisfatta della volontà del nuovo governo di incontrare anche le parti sociali, una posizione più dura la esprime il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. A proposito delle prime indiscrezioni circolate sulla manovra, in un’intervista al Messaggero ha detto: «Sono molto deluso, perché è una settimana che circolano notizie vaghe e non si è trovato un momento per discutere nel merito degli argomenti. Il che significa una totale mancanza di volontà di confrontarsi per individuare soluzioni. Noi avevamo chiesto con chiarezza un Patto sociale al governo. Invece, mi pare davvero la scelta di chi vuole andare avanti senza dialogare».
    Il leader del sindacato spera di «essere smentito» oggi, quando il presidente del Consiglio illustrerà le misure alle parti sociali e a Confindustria, ma intanto sottolinea che quello percepito finora è «un atteggiamento offensivo nei confronti del sindacato ed è un elemento che svaluta notevolmente un governo tecnico». Bonanni evoca la presenza di un «suggeritore occulto, soprattutto sul versante delle pensioni». «Non daremo tregua – assicura – Da domani, fino al varo della manovra in Parlamento. Non abdicheremo al nostro ruolo. Spero che nessuno voglia scavalcare i soggetti sociali e interpretare equità e rigore secondo le proprie personali convinzioni». «Se, come ipotizzano i giornali, dovesse essere bloccato l’assegno ai pensionati, dovesse essere alzata l’asticella per l’uscita dal lavoro, si dovessero far pagare ancora più tasse a chi ha la ritenuta alla fonte e poi si tassano le barche per gettare fumo negli occhi, beh non ci saremmo proprio – afferma – Basta con il far pagare i soliti noti». Bonanni rinnova l’invito a trattare sulle pensioni: «il problema è che si deve distinguere tra realtà e realtà, tra lavoratori e lavoratori, tra settori e settori. E invece, questo non lo si vuol fare. Ripeto, è venuto il momento delle responsabilità e inchiodare coloro che non vogliono mediare. Solo che ho l’impressione che a questo governo convenga di più che si faccia una protesta e che finisca lì».

    fonte:leggo

     

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