Vico Equense ascensore a Villetta Paradiso per la spiaggia De Rosa lo blocca

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Vico Equense Dopo tante polemiche delle opposizioni a bloccare l’ascensore a Villetta Paradiso  per la spiaggia potrebbero essere gli stessi proprietari del suolo, fra cui Armando  De Rosa. Da un accordo fatto sette anni fa i lavori dovevano iniziare entro 390 gironi con una proroga massima di tre anni. Ma da allora non è stato fatto nulla per cui è stato richiesto indietro il terreno espropriato con cessione volontaria Con l’avvocato Antonino De Martino l’amministrazione ha diffidato il Comune a intraprendere alcuna attività

Collegherà villetta Paradiso e marina di Aequa. Si tratta di un ascensore che permetterà ai cittadini di Vico Equense di raggiungere le spiagge lasciando a casa l’auto. Un’opera, dunque, d’indubbia rilevanza, che rischia di rimanere definitivamente nel cassetto. . La storia ha inizio nel 2004. Le aree furono cedute dai proprietari in modo volontario e gratuito al Comune per completare il progetto. “La realizzazione dei lavori – era scritto nell’atto – è previsto in un tempo utile di 390 giorni decorrenti dalla data di consegna. Il termine dei lavori può essere prorogato senza ulteriori formalità fino a un massimo di tre anni a partire dalla consegna dei lavori relativamente alle aree occupate”. Da allora nulla. Il Comune non ha mai occupato il fondo e tanto meno avviato i lavori. Per i proprietari è “un grave inadempimento degli obblighi contrattualmente assunti”. Ecco perché hanno chiesto al Comune di rimettere le mani sulle loro proprietà. Anche perché “il potere di espropriazione non può avere una durata indefinita lasciando vincolati a tempo indeterminato l’immobile o gli immobili su cui l’intervento pubblico è programmato”. La famiglia dell’ex consigliere comunale, Armando De Rosa, attraverso il suo legale, ha quindi diffidato “l’amministrazione dal porre in essere alcuna attività che, a tardivo completamento dell’iter amministrativo rimasto non esitato, vada ad ulteriormente aggravare i danni e il pregiudizio comunque ravvisabile a carico degli scriventi”.

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