Ravello l´ultima di Brunetta inchiesta Espresso sul Formez bis di Amalfitano

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Ravello, costiera amalfitana. Fondazione si, Fondazione no. Intanto all’ex ministro Renato Brunetta il settimanale l’Espresso dà l’addio facendo un’inchiesta sul Formez – bis, presieduto da Secondo Amalfitano, ex sindaco di Ravello, che ancora assurge, più di altri comuni della costa d’ Amalfi, agli onori della cronaca nazionale..

Ci sono buoni intenti e pessimi risultati. Con iniziative che dovrebbero rendere razionale la macchina pubblica e invece si trasformano in ulteriori mangiatoie di denaro. E la vicenda dei due Formez appare il simbolo di questi paradossi, anche perché nasce dalla volontà di Renato Brunetta, che della guerra agli sprechi ha fatto il suo slogan. Il Formez è uno storico ente di formazione e selezione del personale pubblico impegnato soprattutto nel Mezzogiorno e diventato spesso sinonimo di carrozzone clientelare. Tre anni fa il ministro castiga-fannulloni ha deciso di creare un suo clone, Formez Italia, una spa che avrebbe dovuto svolgere la stessa missione ma con criteri privatistici: una botta di efficienza per risollevare il Sud dalla sua indolenza. Il primo problema sono le persone a cui è stato affidato il compito. Alla presidenza è stato messo Secondo Amalfitano, geologo ed ex sindaco di Ravello. Difficile individuare nella sua carriera di amministratore della perla della Costiera i titoli per l’immane impresa di risvegliare il Meridione. Di sicuro è intimo di Brunetta, di cui la scorsa estate ha celebrato le nozze notturne e a cui ha concesso di trasformare il rustico in una villa di gran fascino. Oggi come leader del Formez privatizzato Amalfitano riceve uno stipendio di tutto riguardo: fino a giugno 17 mila euro lordi al mese, diventati 20 mila da settembre in poi. Più un premio di produttività concesso a luglio di 70 mila euro. E come benefit un appartamento romano non lontano da piazza Barberini, in pieno centro, per gli spostamenti dalla sede operativa di Napoli a quella legale capitolina, in viale Carlo Marx, dove si reca due volte a settimana: metà del canone è a carico della vecchia società pubblica. Senza contare poi una carta di credito aziendale per le spese di rappresentanza, ovviamente a carico della privatissima spa. Al suo fianco una figura a dir poco imbarazzante: Paolo Giovanni Bernini, un tempo consigliere del ministro Pietro Lunardi. Ossia il teorico della “convivenza con la mafia”: un viatico niente male per chi deve indirizzare lo sviluppo virtuoso del Sud. Bernini nel 2005 fu interrogato per chiarire i suoi rapporti con il boss casalese Zagaria. Lui confermò di averlo incontrato ma disse candidamente che pensò di avere davanti un normale imprenditore. Una testimonianza che non ha rovinato la sua carriera politica: al Formez come consigliere d’amministrazione intascava in media 4 mila euro al mese, mentre la busta paga dello scorso ottobre ne prevede ben 7 mila. Ma Bernini, assessore del Comune di Parma, è stato arrestato, filmato mentre intascava una mazzetta sugli appalti delle mense scolastiche. Ora si discute delle sue possibili dimissioni, ma di fatto mantiene l’incarico dalla detenzione domiciliare. Paolo Giovanni Bernini Quanto a rinascita del Mezzogiorno il personaggio più illuminante è Salvatore detto Totò Castellaneta, avvocato di Fasano, in provincia di Bari e membro del collegio sindacale di Formez Spa. Intimo di Giampaolo Tarantini, è accusato insieme a lui di associazione a delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Perché, secondo la procura barese, Castellaneta avrebbe convinto Grazia Capone, meglio nota come l’Angiolina Jolie barese, a prostituirsi a palazzo Grazioli per allietare le notti del premier. Come abbia fatto a ottenere la nomina si può forse intuire dalle intercettazioni di quell’inchiesta. Agli atti c’è un suo sms del febbraio 2009: “Mi vogliono fregare il collegio sindacale Formez domani vogliono fare il blitz, se riesci a far parlare lui a Brunetta ministro competente”. Immediata la replica di Tarantini, all’epoca sodale delle nottate di Silvio Berlusconi: “Stasera parlo”. Ma la nomina slitta e così il 15 marzo del 2009 Castellaneta torna alla carica, chiedendo a Tarantini, come annotano i finanzieri, “di interessare Raffaele (il ministro Fitto, ndr.) per la questione Formez che stava in scadenza”. A lui va una paga di rispetto: 3.668 euro a luglio, 4 mila ad agosto di quest’anno. Angela Camuso , l ‘Espresso

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