Luigi Strazzullo tra cameristica e lirica

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Il giovane tenore sarà ospite, questa sera,  in duo con il pianista Luigi Maresca, dell’Associazione “Antonio Vivaldi” di Sapri

 

 

 

Di Olga Chieffi

 

Riprende, domenica 13 novembre, alle ore 19, nella sala concerti dell’Associazione “Antonio Vivaldi” di Sapri la nuova stagione concertistica, con un rècital del tenore Luigi Strazzullo, il quale si presenterà all’attenta platea in duo con il pianista Luigi Maresca. Novità, quest’anno per l’ associazione che è catalizzatrice da decenni dell’attività concertistica e didattica nel golfo di Policastro, è la stipula della convenzione con il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci”, una delle ultime intuizioni da commissario dell’attuale direttore dell’istituzione salernitana Fulvio Maffia, che permetterà allo staff direttivo dell’Antonio Vivaldi di promuovere corsi musicali pre-accademici, con esami in sede, aperti a diversi strumenti musicali, dal flauto, al canto, dal pianoforte al sax, sino alla fisarmonica, all’elettroacustica e alla musica d’insieme ed “extra-colta”, previo esami di ammissione che verranno effettuati dal 28 al 3 dicembre, con un obolo di circa 70 euro per sostenerli, dinanzi ad una commissione con membri indicati dal “G.Martucci” di Salerno. Ma veniamo alla serata per la quale Luigi Strazzullo e Luigi Maresca, hanno cercato di coprire l’intero repertorio dedicato al canto, dividendo il programma in tre sezioni musica da camera, arie d’opera e canzoni napoletane. S’inizierà con dei lieder tra cui l’opera 10 di Richard Strauss, Zueignung , che racchiudono il riflesso di un intero secolo che tramonta, con una sublimazione inconfondibile e una testimonianza imponderabile, quale si addiceva all’essenza del pensiero tardo-romantico. Si proseguirà con il terzo lied della raccolta Myrten, op.25 composta da Robert Schumann nel 1840, un meraviglioso esito “Du bist wie eine Blume, una pagina di un’estrema malinconica dolcezza. Ed ecco le celebrate romanze da salotto, a cominciare da “L’ultima canzone” di Tosti, il quale, agli inizi del Novecento trasferisce le inflessioni tipiche della vocalità popolare in una scrittura composta e discreta, reinterpretandola in una romanza dal tono sostenuto e lievemente incline all’effetto drammatico, “Le crepuscule” di Gaetano Donizetti, su un testo di Victor Hugo, dalla struggente melodia, per chiudere con “Non ti scordar di me” scritta nel 1935 da due autori napoletani, il paroliere Domenico Furnò ed Eugenio De Curtis e portata al successo da Beniamino Gigli. Intermezzo pianistico con il Notturno in Do diesis minore opera postuma con quel Lento con grande espressione che adopera temi tratti dal concerto in Fa minore op.21 e la romanza Zyczenie, accoppiato al Rondò alla Turca della sonata in La maggiore op.331, composta da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1778, croce e delizia dei dilettanti ma ben difficile da eseguire nella sua giustezza ritmica e nel suo elegantissimo manierismo timbrico. Il tris di arie d’opera sarà composto da “E lucevan le stelle”, con Strazzullo ad cantare l’attaccamento alla vita e al piacere  di Mario Cavaradossi, tra bellezza e amori che celebrano un forzato trionfo davanti al plotone d’esecuzione, poi sarà Calaf, che con i suoi ardimenti vocali nel “Nessun Dorma!”, sconfiggerà la principessa di gelo Turandot, per infine calarsi nei panni di Don Josè che mostra i fiori di gaggia alla sua Carmen, intonando “La fleur que tu m’avais jetèe” , segno di come lui la consideri padrona assoluta del suo cuore. Per sigillare il concerto non potevano mancare le arie napoletane con una delle gemme di Libero Bovio ed Ernesto de Curtis “Tu ca nun chiagne”, “Core ‘ngrato”, una canzone partenopea scritta in America, un cavallo di battaglia di Enrico Caruso, che se ne fece appassionato divulgatore, e ancora “Te voglio bene assaje”, con la sua ondeggiante melodia, per chiudere con “Marechiare”, di Salvatore Di Giacomo e Francesco Paolo Tosti, che hanno così bene eternato il sorriso del nostro mare.

 

by olga.chieffi@virgilio.it


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