Centoquarantaparole: i bambini di Chernobyl
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Chi mi segue sa che, per principio, non sono favorevole ad alcun tipo di sottoscrizioni. Ma per Soleterre mi sento di fare un’eccezione. Chernobyl, un posticino che conosco bene visto che ci sono stato tre volte. Sono stato anche al reparto oncologico pediatrico di Kiev dove ho appreso una notizia drammatica: ogni anno, ancora, tra i mille e mille200 bambini si ammalano di cancro. Il governo ucraino è in crisi economica (ma và!) e soltanto grazie all’aiuto internazionale si è arrivati a una quota di sopravvivenza del 55,5 per cento. Capovolgendo il discorso è evidente che almeno cinquecento bambini l’anno ancora muoiono. Girando da una vita il mondo difficile so riconoscere chi fa veramente del bene. A Kiev ho visto con i miei occhi cosa fa appunto Soleterre, una onlus milanese, confortato anche dal giudizio nobile del presidente Napolitano. Soleterre sta costruendo una casa di accoglienza nel territorio irrimediabilmente contaminato e ha bisogno dell’aiuto di tutti. Ha lanciato ora una campagna di sostegno: dal 10 al 30 novembre basta mandare un SMS al numero 45503 (da tutti gli operatori telefonici) per donare 2 euro. Vi chiedo con il cuore di un vecchio cronista di darmi una mano a contribuire e ad appoggiare l’iniziativa. Ve lo chiedo, da genitore, anche a nome di Svetlana, una bimba che ho conosciuto in quell’ospedale. Bellissima, con due occhi splendenti, con un solo piccolissimo problema: la sua vita finiva a metà, al tronco. Grazie comunque per quello che vorrete e potrete fare. Due euro, niente (Pino Scaccia)