Origine e significato dei cognomi più in uso in costiera amalfitana (aggiornamento del 11/12/2011)

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In questo stesso articolo di Gaspare Apicella metteremo progressivamente tutte le notizie sui cognomi della costiera amalfitana, da Amalfi a Ravello, da Positano a Praiano, da Maiori e Minori a Cetara e Vietri sul mare località della provincia di Salerno che hanno in comune un’antica Repubblica Marina, come ne faceva parte anche Agerola sui Monti Lattari, ancora oggi parte della Arcidiocesi di Cava de Tirreni – Amalfi

I Romani per riconoscersi usavano il praenomen (corrispondente al nostro nome di battesimo) e il nomen (il nostro cognome), che indicava la gens (la famiglia) di appartenenza dell’individuo. Solamente in epoca tarda, a partire dall’età di Silla, al praenomen e al nomen poteva aggiungersi il cognomen: una sorta di soprannome, nel caso in cui bisognasse distinguere individui aventi identici praenomen e nomen, spesso legati al mestiere (Ferraro) origine del luogo (Caserta) o altro di cui si perdeva nel tempo.
È a partire dalla fine del Medioevo che inizia il processo di formazione dei moderni cognomi italiani, coprendo un arco temporale che si concluderà tra il Settecento e l’Ottocento con l’anagrafe

Apicella: secondo Matteo Camera, storico amalfitano, Minori non ebbe un proprio sedile di nobiltà (nell’antichità racchiudeva tra le sue mura una classe di gente distinta e per natali e per beni di fortuna) e tra i casati più notabili e con maggiore acendenza vi poneva la famiglia Apicella. Nel 1501 i fratelli Vinciguerra, Leon ardo e Davide Apicella, con il loro nipote Marcantonio, ottengono l’autorizzazione dal Vescovo di Minori, Alessandro Salato, di erigere una cappella di famiglia, con diritto di sepoltura, nella cattedrale di santa Trofimena. Sergio Apicella fondò, la chiesa di san Giovanni Battista (1268). Giacomo Apicella (1406) è arcidiacono e procuratore del Capitolo (1425). Vinciguerra Apicella è vicario generale del vescovo di Minori, Tommaso di Sicilia (1519). Vito Apicella è giudice annale (1538). Giovan Pietro Apicella è notaio in Minori e redige l’atto per la costruzione della Torricella (bastioni di guardia contro le incursioni dei pirati turchi) Nel 1567 Fabio Apicella fu regio consigliere e sua figlia, Antonietta, sposò Gianbattista d’Afflitto, nobile scalese e storico.

Mansi: sembra avere due ceppi: in Puglia, tra barese e foggiano, e in Campania tra napoletano e salernitano; un nucleo molto antico sarebbe stato a Lucca. La famiglia lucchese Mansi sarebbe originaria della Sassonia da dove sarebbe giunta nel sec. XI°. Il cognome deriva dal termine tardo latino “mansus”(maneo, rimango); così era chiamato un podere occupato da una sola famiglia, quella del mansus (da cui, forse, massaia) con l’obbligo di prestazione gratuita di giornate lavorative nella “pars dominicu”, nella proprietà del Signore. Esempio di questa cognomizzazione si ha a Napoli con lo scrittore Joanus Baptista Mansua, contemporaneo del Tasso. Padre G.D.Mansi, chiamato alla sede vescovile di Lucca nel 1764. Nicola Mansi, personaggio dalla personalità fantasiosa e dalle capacità inventive, fu incaricato dei lavori di Villa Cimbrone da Bekett (fine ‘800)G.M.Mansi, estensore di ” Niscellanea novo ordine digesta” edito nel 1761; nobile donzella Caterina Mansi nel monastero di santa Giustina con il nome di Marianna, nel 1750 scrive rime per Sebastiano Domenico Cappuri.

AMORINO. : rarissimo, aveva un ceppo nel napoletano ed uno in Puglia; deriverebbe, direttamente o tramitem ipocoristici,m dal cognome latino Amor, o da un suo derivato medioevale come Amoretto, di cui si ha un esempio a Spoletio nel 1400 con Amoretto Coldumario governatore di Castel san Giovanni di Trevi de castellano della rocca di Spoleto.

AMODIO: tipico del Sud dell’Italia, di Campania e Puglia principalmente. Cìè una origine religiosa medioevale alla base AmoDeus-Ama Deus, cioè ami il Signore. Esistono trace del cognome e dei sjuoi derivati già dal XIII° secolo, anche se la piena diffusuione avvenne in  epoca rinascimentale.

AMALFI : ha un ceppo a Napoli, uno a Lagonegro ed uno a santa Lucia del Mela/ME. Amalfitano è specifico di Napoli ed Ischia, deriva dal toponimo Amalfi. Tracce della cognomizzazione si trovano nel 1200 alla corte di Federico II° con il suo gran valletto Crescius Amalfitanus

AMENDOLA : è tipico del Lazio, Campania e Calabria settentrionale; Amandola è tipicamente piemontese. Amendolea, Ammendola ed altri  derivano tutti da soprannomi legati al vocabolo dialettale amandula, amendula o mendola (mandorla). Tracce si trovano nel Salento nel 1300 con i feudatari dell’Amendolea, a Lipari nel 1500 in un atto viene citato Baldassarre Blasius pro magnifico Ioannello Amendula

RUSSO : tracce nel 1200 per un atto in cui è citato un giudice Russo con un figlio notaio; nel 1400 troviamo un notaio a Napoli, Francesco Russo; nel sec. XVI° a Militallo esiste un frate Bernardo Russo, erudito Francescano.

CINQUE: molto diffuso nel Lazio, Abruzzo, Puglia e nel napoletano e salernitano, potrebbe derivare direttamente o tramite modificazioni da un soprannome legato  ad un episodio nel quale ricorre il vocabolo o il concetto di cinque. Tracce di questa cognomizzazione le troviamo nel 1308 in un documento redatto a Cagliari per alcuni rapporti con dei pisani.

ACCARINO tipicamente campano, ha un  ceppo a Napoli ed uno nel salernitano, Cava dei Tirreni Castel s Giorgio, Capaccio. Deriva quasi certamente  da un forma aferatica di Jaccarino

DI PALMA tipico della fascia tra Lazio, Abruzzo, Campania; abbastanza frequente nel napoletano deriva con certezza da Palma Campania dove erano presenti famiglie nobili con tale cognome.

COPPOLA diffus nel Meridione; alla fine del Cinquecento una famiglia Coppola risulta ascritta al seggio nobiliare di Portarotese a Salerno. Alla base vi è un  soprannome derivato dalla parola coppola. Marco Coppola, nato nel sec. XIV°; Romanello Coppola, figlio di Marco, sposa la nobile Verita Vulpula; Paolo Coppola, canonico, vicario generale e capitolare nato nel 1486; Andrea Coppola fu capitano di Angri verso il 1540; Scipione Coppola fu regio Credenziore della Dogana del sale; Antonio Coppola, primo Con te del Sacro Romano Impero, nacque nel 1684 e fu patrizio di Scala e Castellamare; Cesare Coppola, patrizio di Scala, nacquea Scala nel 1749. Tutti i Coppola furono poi patrizi di Scala. Dopo un poderoso, litigio, la famiglia si divise in due rami, per cui i discendenti ignoravano persino l’esistenza dell’altro ramo.

AMATO: diffuso soprattutto al Sud dell’Italia, specie nel napoletano ed in Sicilia, originario di Amantea, figura fin dalla metà del 1500 nella Locride ed a Squillace. Dal latino “amatus”, pressoi cristiani “amato, protetto da Dio”; alla fine del X° secolo troviamo Petri de Amatus, arcipresbitero di Avellino.

MANZI o MANZO: diffuso in tutta Italia il Manzi, mentre Manzo è specifico della provincia di Palermo. Derivazione dubbia: può derivare  da un soprannome legato all’allevamento o alla cura dei manzi o dal cognome medioevale Manso e dal provenzale Maz; un’altra ipotesi è quella di comune derivazion e con Mansi da “mansum”, rimasto,con riferimento di stato di lavoratore asservito alla terra.

 

CARRANO tipico della zona tra napoletano ed alto salernitano, dovrebbe derivare da nomi di località; già nel vecchio testamento si rinviene in Mesopotamia la città di Carran. Per alcuni deriva da un termine di origine semitico da Car che significa roccia, picco elevato, ma anche rocca.Nel salernitano è saldamente attestata la gens latina Carania. La definizione e diffusione del cognome  è connessa alla dominazione Normanna, i cui notabili solevano prendere il nome  dal luogo in cui signoreggiavano. Durante la dominazione normanna, Cairano/AV fu feudodi sei cavalieri che potrebbero averne preso il nome. Nal 1292 ilcapitano a guerra del principato citeriore (SA) fu tale Giovanni di Cahurano, ovvero Caurano, antico francesismo. Una nobile famiglia Carrano è documentata dal Crollalanza nel suo dizionario storico blasonico. E’ certo che una famiglia Carrano è fiorita nel salernitano, vantando vescovi, cavalieri, tra cui alcuni della religione Gerosolimitana, di Rodi, di Malta, magistrati, abati, generali.

VACCARO il 1588 Olimpia Coppola sposa in seconde nozze Fabio Vaccaro. il 1611 Andrea Coppola sposa Isabella Vaccaro. Famiglia antica dei patrizi Stabiesi. Nel 1270 Mazziotto Vaccaro era giudice di Gran Corte di Vicaria, come suo figlio Giovanni. Al tempo di Alfonso d’Aragona un Bartilomo Vaccaro fu presidente della Regia Camera della Sommaria. Nicola fu governatore di Rocca Guglielma Penna e Altamura. Nel 1578 la famiglia fu riconosciuta nobile per l’ammissione all’ordine di Malta.

D’AURIA sembra essere specifico del Sud dell’Italia, con un  forte ceppo campano e in Piemonte e Lombardia. Pur considerando che Auria sia stato un nome longobardo, potrebbe anche derivare da una località; nel genovese esisteva nel 1300 un sito chiamato Castrum Aurie, come si può anche leggere in un atto del 1321 dell’archivio di Genova. L’uso del nome Auria lo si riscontra a Solofra nel 1000 e nel nizzardo nel 1150 in un atto. D’Auria è un cognome principalmente messinese, calabro, lucano che corrisponde al cognome Doria. Doria Manuele,1202.-1252, figlio di Nicolò e di Giacomina della Volta, diede origine al ramo principale dei Doria, o D’Auria o Auria sardi

D’AMATO  oltre ad avere un nucleo laziale presenta un ceppo a Brindisi(d’Amici) – d’Amicis ha un ceppo a Manduria ed uno a Roma; d’Amico è molto diffuso sul territorio nazionale, particolarmente al Sud e dovrebbe derivare da un nome medioevale Amicus, di cui si ha un esempio a Capua in un atto del 1432 e -tutti-starebbero ad indicare  le famiglie dei figli di un Amico, nome quindi del padre del capostipite.

D’AMATO  (D’Amati-Damati- Damato) molto diffuso in tutta Italia è specifico del cfentrosud. Si tratta, per tutti,  di forme patronimiche originate dal nome medioevale Amato we si riferirebbero quandi alle famiglie di figli di Amto e Amati.

 

SAMMARCO . sembra avere tre ceppi (palermitano, pugliese, campano); dovrebbe derivare da toponimi come Cellino san Marco, san marco di Locorotondo , altri ancora con i vari san Marco del casertano.

FUSCO molto diffuso con massima concentrazione nel Lazio ed in Campania, deriva dal cognome latino Fuscus, di cui riferimento nel Codice diplomatico della Lombardia medioevale, dove c’ un atto del 1145 rogato da tal notaio Fusco. Ricchissimo ed influente casato, imparentato con i Pitti di Firenze e i d’Agiò di Napoli, furono proprietari per un  certo periodo di Villa Cimbrone a Ravello, dopo gli Acconciajoco; nelle vicinanze della villa esisteva una chiesa di proprietà dei Fusco: sant’Angelo de Cimbrone, 1291

PINTO diffuso nel Sud; famiglia aristocratica ascritta, alla fine del 500, al seggio di Portanova di Salerno; in Calabria è presente sin da epoca sveva: Joannus Pintu, 1204. Deriva dall’antico aggettivo meridionale “pinto”, dipinto. Didaco Pinto, affittuario di casali compare molto di frequente verso la metà del sec. XVII° negli atti notarili per contratti che riguardano il commercio di bestiame.

APONTE- D’APONTE DAPONTE Aponte è specifico del napoletano, di Napoli, Sorrento, sant’Agnello, Castellamare di Stabia; d’Aponte ha un ceppo nel napoletano nel salernitano e nell’aversano; Daponte, quasi unico, è sempre prettamente campano. Questi cognomi dovrebbero derivare  da registrazioni, falsate nel dialetto e dalla scarsa cultura  degli impiegati all’anagrafe, originate dal fatto che i capistipite provenissero da una zona nei preswsi di un noto ponte.

 

DI RUOCCO originario della provincia di Napoli e Salerno, deriverebbe da una modifica del nome rinascimentale Rocco, dove DI sta per” figlio di” e si riferisce alla famiglia di un figlio di uno di nome Ruocco, derivato da una variazione dialettale medioevale di Rochus o Rocchus di origine germanica.

BRANDI -BRANDO diffuso in Toscana e nel napoletano, ha alla base il nome germanico Brando(spada), di cui un esempio in un atto a Ravenna nel 1081.Questo nome compare nel 1400, cardinal Brando Brancacci. Brandi era il cognome (soprannonme Nasone) del pizzaiolo che offri la pizza Margherita alla regina in visita a Napoli. Questa famiglia Brandi era originaria di Minori, costa amalfitana.

PISANI panitaliano, deriva, con altri cognomi simili, direttamente o tramite ipocoristici dall’etnico di Pisa. Tracce a Riva del Garda nel 1382. Tra i firmatari della Pace di Eleonora del 1380 figura, tra gli altri, Pisani Joanna de Bose. E’ presente in 994 Comuni italiani

GAMBARDELLA tipico del napoletano e salernitano.I cognomi con la i e con la o sono certamente dovuti ad una errata trascrizione dell’originale con la a. Derivano da una forma ipocoristica del nome medioevale germanico Gamalbertus, composto da gamal (vecchio) e bertha (luminoso), ma è pure possibile una derivazione dal nome di origine longobarda Gambardus o francese Gambard, giunto in Campania in epoca normanna. Nel 1700 troviamo i Gambardella citati tra le famiglie nobili di Amalfi.Potrebbe esserci anche un collegamento al nome femminile longobardo Gambara, citato da Paolo Diacono nella sua “storia!”.

CAMERA panitaliano, ha vari ceppi originari come in Campania e Calabria. Potrebbe derivare da tanti toponimi oppure dal mestiere di servitore (addetto alla camera)

LANDI specifico della zona dell’Emilia-Romagna e Toscana e Campania. Lando è padovano e deriva da aferesi di nome medioevali come Orlando e Rolando

GIORDANO – GIORDAN – GIORDANI  il primo è panitaliano, gli altri sono prettamente nordici. Possono derivare dal cognome latino Gordianus o dal medioevale italiano Giordano, dal francese Jourdain. Tracce le troviamo nell’archivio di stato  di Sondrio in un atto del 1484

 

FERRIGNO tipicamente meridionale, nel napoletano, salernitano, pugliese ed in Sicilia. Deriva dal medioevale Ferrigno che va inteso nel senso figurato di forte, robusto, resistente. Cognomizzazione dei capostipiti o di soprannomi loro attribuiti

FALCONE del centrosud con molteplici derivazioni: direttamdente o con accrescitivi dall’antico nome grego Phalcus o dal tardo latino Fako-Fakinius, Fakard dei Franchi, Falk germanico, medioevale Falco; si fà discendere anche dall’attività di falconiero, cioè addestratore di falchi da caccia

LEMBO  in tutto il Sud, non si hanno ipotesi valide sull’origine, tranne forse la derivazione dal nome longobardo Erlembald o dalla contrazione di Guglielmo ( Lelmo, lembo)

CIMINI  specifico della fascia centrale (Lazio, Marche merid.,  Umbruia, Abruzzo) deriverebbe dal nome dei monti Cimini

POLVERINO originario del casertano, dovrebbe derivare da attività legata allo scrivano (polverino era la carta assorbente); tracce nel 1500 con Fabio Polverino, vescovo di Ischia

D’URSO attorno al 1580 Olimpia Coppola sposa il patrizio stabiese Ottavio d’Urso; nel 1408 è ricordato Antonello d’Urso, nel XVII° secolo il casato è tra le famiglie del primo ordine di Castellamare di stabia con patronato gentilizio sulla cappella nella chiesa di san Francesco concessa ad Alfonso nel 1563

STAIBANO nobile famiglia documentata nel territorio amalfitano sin dal 1226 ed aggregata al patriziato di Scala nel 1589. Originaria di Scala ma con il cognome della Signoria che possedeva proprietà a Staibano tra Lettere e Gragnano.L’origine effettiva dovrebbe essere, però, maiorese. Rami si trovano infatti a Maiori con Nicola, notaio nel 1374 e ad Amalfi con  Pellegrino e Matteo che erano giudici nel 1390 e nel 1483

 

CRISCUOLO origine campana, tra Napoli e Salerno, già nel 500 un pittore originario di Gaeta aveva questo cognome

CASCIELLO tipico di Torre Annunziata deriverebbe da una modificazione ndialettale del nome latino Cassius

CASCONE grosso ceppo nel napoletano e salernitano av4rebbe origine spagnola da casco (elmo a calotta tonda usato dai fanti a
dalle guardie) forse ad indiczare che i capostipiti, probabilmente di groassa corporatura, fossero guardie o soldati.

CIRIELLI specifico del bare, tarantino, napoletano, casertano dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale del nome
latino di origine persiana Cyrus

CITRO specifico del salernitano deriverebbe dal nome medioevale di epoca longobarda Citrus, di cui si ha un esempio in un
documento del 1054 tratto dal Codice Diplonmatico Cavese.; potrebbe derivare anche da soprannomi originati dal vocabolo latino citrus (cedro)

BOTTONE napoletano e salernitano (Bottoni è panitaliano) l’origine può venire dal mestiere di fabbricante o ve3nditore di
botti o di bottoni o da un soprannonme transitato dal dialetto. Tracce di questo cognome si trovano a Cento/FE fin dal 1200 con un Bottoni vicario
generale di Bologna.

PROTO molto diffuso al Sud Italia, deriverebbe dal greco protos.-primo; ultimamente un Proto, miniorese di origine, è stato
sindaco di East Haven ( Conn. USA)

FERRARA cognome panitaliano, potrebbe derivare da un toponimo o da un medioevale ferrarie (fucina) e indicherebvbe o il mestiere
o la vicinanza di una fornace-fucina

FIERRO tipico campano con ramificazioni nel foggiano, deriva da soprannomi dialettali contaminati dallo spagnolo, originati
dal mestiere di fabbro.

SAVASTANO tipico campano dovrebbe derivare dal toponimo palestine4se Savasta o Sabasta (antica Samaria) Tracce le troviamo con
monsignor Ignazio Savastano, vescovo di Gallipoli dal 1759 al 1769

BUONOCORE molto diffuso (altri ceppi Boncore, Bonocore, Buoncore, Buoncuore) derivazioni dal nome medioevale Bonocore; ma è
pure possibile che si possa trattare di cognomi attribuiti a fanciulli abbandonati, affidati al buon cuore di chi li ha trovati; troviamo trracce in una registrazione del 1451 a Catellamare di Stabia, o in uno scritto del 1527 a Solofra dove viene citato un artigiano dell’argento Sebastiano Bonocore, prina del 1865 erano proprietari della chiesa di Santa Maria della Misericordia a Napoli.

PALUMBO (Palomba, Palomnella, Palombo, Palumbi)
derivazione da soprannomi legati a diminutivi o vezzeggiativi del vocabolo
dialettale palumbo (colombo) usato anche come nome, come si desume da una
scritto del 1300 a Pescara; ma è pure possibile che molti ceppi derivino da
nomi di località. Si trovano tracce a Solofra nel 1500 con il fiscale regio
Tomase Palumbo, in Calabria nel 1600 con mons. Paolo Palumbo,. vescovo di
Cassano Jonico- Palombi, nob ili di Monte san Martino/mc

CALIFANO tipico campano, deriverebbe dal nome arabo
Kkalifa, derivato a sua volta dal termine omonimo (in italkiano califfo) che
identifica il capo supremp del paese, il podestà

CAPPUCCIO meridionale, con concentrazione massima in
Campania, potrebbe derivare dall’abitudine dei capostipiti di in diossare
abitualmente un cappyuccio come copricapo; è pure possibile possa derivare dal
tardo latinoCapoccino

PARLATO ceppo nel vicentino, Roma, in Campania
nella fascia sorrentina e a Positoano; deriverebbe dall’italoiano antico parlato (prelato)
utilizzato da Giovanni Villari nella sua Nuova Cronica del 1348

PARASCANDOLO tipico del napoletano con un
ceppo seondario a Roma e Taranto; secondom il Perice deriverebbe dal nome
medioevale di origine germanica, di cui non si hanno più traccde; nel 1500
troviamo a Vico Equensa una famiglia notarile con tale cognome.

PORPORA tipico di Napoli, Scafati, Pompei, Capua,m,
deriverebbe direttamente o tramite una forma di italianizzazione, in forma
matronimica, dal nome medioevale Purpura, di cui un esempio nel 1144 a Pavia;
ma è pure possibile che il capostipite produceva la tinta porpora tanto
pregiata sia in epoca latin a che medioevale.

FORTEZZA ceppo a Cecina, Napoli, Minori,
palermitano; deriverebvbe da nomi di loocalità individuate dalla presenza di
una fortezza o zona fortificata nelle vicinanze; potrebbe essere legato alla
vicinanza di un celebre castello fortificato

GARGANO panitaliano, deriverebbe dalla regione del
promontorio del Gargano in Puglia o dal nome medioevale Garganus; di origini
celtiche dalla divinità Gargan, padre di Belenen, dio della luce , o da
Galganus.

AMATRUDA ceppo calabrese a Lametia terme ed uno
nella zona di Amalfi e Tramonti; dopvrebbe derivare dal nome medioevale
germanico Amaltrud

ALFIERI – ALFERI il primo è certamente
siciliano, l’altro è piemontese. Alfieri è panitaliano. Questi cognomi (con
altri) potrebbero avere una origine araba al sud e germanica al nord. Il nome
Adalferis, che proviene da due vocaboli germanici athala (nobiltà) e faran(viaggiare) o da
una commistione latino-germanica con fero(porto,
conduco) che avrebbe il significato di colui che guida con nobiltà e dal nome
dato in forma augurale al cognome, inteso come degli Adalferi, ecc. L’origine
araba deriverebb e da al
foris
(cavaliere) o da al
faras
(destriero) con un accenno di nobiltà nel primo caso e di un
lavoro di cavalcante nel secondo

ALFANO il cognome deriverebbe da un termine
germanico halfer(aiutante)
o da un toponimo campano Alfano nel salernitano o con origine araba, al faman (asino
selvatico). Alfana è anche una razza di cavalli arabi molto imponenti ed Alfani
potrebbe essere un riferimento agli allevatori. Qualcuno lo vuole derivare
dalla Gens Alfia. Come nome di persona ricordiamo Sant’Alfano, arcivescovo di
Salerno, risalente forse ad un cognome latino del tardo impero Alphanus.

AVAGLIANO tipicamente campano, caratteristico di Cava
dei Tirreni; deriverebbe dal nome latino di origini galliche Avalianus: si
ricorda il re dei Galli con questo nome che venne sconfitto in Aquitania da
Costantino il Grande; oppure una derivazione da una alterazione dialettale dal
nome del paese di Avalianum (Avagliano) nel potentino

 

DELLA MONICA tipico napoletano e salernitano, soprattutto nella zona di Cava dei Tirreni, Vietri, Salerno; derivazioni da soprannomi connessi con legami a vicini monasteri o alla presenza di una religiosa in famiglia. Tracce a Sorrento nel 1600 con Maria della Monica che sposa un nobile sorrentino e a Taranto.

CAVALIERE al Sud d’Italia ed in Veneto; deriverebbe dal soprannome riferito al mestiere di cavallaio, al fatto di aver servito in una famiglia di cavalieri, di aver militato a cavallo nell’esercito, di aver fatto il messo a cavallo o altro riferimento a cavallo. Tracce  a Ferrara dove nel 1526 Bartolomeo Cavaliere vende una casa a Ludovico Ariosto.

MAMMATO tipico della costa amalfitana e di Maiori in particolare; deriverebbe da un soprannome attribuito al capostipite  mammatus ( latino a forma di mammella) e mammeata ( bel seno); con ogni probabilità il soprannome con riferimento alle mammelle fu attribuito al capostipite per la sua corpulenza oppure alla capostipite per la sua fecondità o per le sue grazie. Potrebbe trattarsi anche di riferimento a mammella di vacca, dal momento che buona parte dei possessori di tale cognome esercitano attività di macellai

TESTASECCA un ceppo nelle Marche, uno nel Lazio ed uno in Sicilia, deriverebbe da un soprannome originato dalla forma fisica del capo del capostipite; secondo il Peirce potrebbe trattarsi anche di un cognome attribuito a trovatelli, ma la cosa è abbastanza improbabile; i Conti Testasecca di Caltanisetta sono comunque di origine abbastanza recente (1893)

PORZIO  è presente a macchia di leopardo tra napoletano, palermitano, tarantino, alessandrino; dovrebbe derivare dal nome della Gens Portia o dal nome latino Porcius, Portius.

POSITANO molto raro, sembra avere due ceppi, nel barese e nel salernitano e dovrebbe derivare dal toponimo di Positano. Tracce nel 1700 con Giuseppe Maria Positano, vescovo di Matera.

SOMMA tre ceppi, milanese, napoletano-salernitano, barese: Il milanese deriverebbe da Somma lombardo, il napoletano da Massa di Somma o Somma vesuviana.

ARPINO derivante, sembra, da Arpino, patria di Cicerone con con centrazione nel basso Lazio ed in Campania

CIOFFI panitaliano, ma in particolare in Campania. Dovrebbe derivare da soprannomi legati al vocabolo  ciofo (rustico, mariuolo) o dal vocabolo greco kophos (ottuso, sciocco)

DE RISO  particolarmente diffuso nel napoletano, ad Angri, Amalfi, Minori; si dovrebbe trattare di forma patronimica dove il de o il di stanno per figlio di, riferito ai capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Riso

FLORIO diffuso nel centro-sud, dovrebbe derivare dal medioevale latinio Florius di cui un esempio in un atto ascolano del 1224

INFANTE tipico di Campania, Puglia, cosentino, deriverebbe da soprannomi formatisi attorno al vocabolo latino infans (bimbo piccolo, che non sa ancora parlare); in alcuni casi trattasi di cognome attributio ad un bambino abbandonato.

 

CANTARELLA Cantarelli . Cantarella è tipico del catanese con ceppo nel salernitano; Cantarelli del parmense e reggiano. Deriverebbero entrambi da soprannomi originati dal vocabolo latino cantherus (tipo di coppa con manico, vaso; nel dialetto atranese ha il significato di vaso da notte); possono anche riferirsi a nomi di località come il  locu Cantharellus citato in un atto  del 1131 ad Afragola o in un altro del 1104. In Veneto un ceppo Cantarella esiste e deriva da cantarela, nome di un pesce.

CANTALUPO tipico campano, deriverebbe da toponimi come Cantalupo (IS) la cui origine risalirebbe al greco kata lucon ( situata in mezzo al bosco) o dal bulgaro  kan teleped (abitazione del capo); i bulgari erano presenti  nella zona , a Cantalupo, che venne chiamata Kan TYeleped, trasformato poi dal popolo in lin gua latina in Catalupo.

ABATE diffuso in tutto il Sud d’Italia con un ceppo in Piemonte, deriva dal termine Abate, sia come collegato ad un prelato, sia nel senso di persona degna di rispetto.

ABBATE panitaliano con grosso nucleo in Sicilia  e Campania e deriva da un soprannome originato o da connessione con la funzione di abate, responsabile di monastero, o da particolarità dell’atteggiamento. Cognomizzazione molto antica come da atto presso l’archivio capitolare di sant’Ambrogio a Milano tra le pergamene del secolo XII°. Mentre il Mugnos fà derivare un casato Abbate da un Papirio cavaliere che, dopo aver donato i suoi beni al figlio Ascanio, si ritirò a Montecassino dove venne eletto abate. Nella famiglia c’è Troiano Abbate barone di Gibellino e senatore di Palerno nel 1500; Gabriele barone di Ucria, G. Ignazio Vincenzo Abbate comprò il titolo di marchese di Lun garini nel 1723; Giacomo capitano di giustizia a Palermo nel 1581

TRAMONTANO prettamente campano, napoletano e salernitano, può derivare da soprannome originato o da provenienza da zone aldilà di monti o da località posta a tramontana, cioè a settentrione o anche da toponimi come Tramonti/SA

 

RIZZO anticamente Riccio, è documntato dal secolo XIII° in costa di Amalfi, della cui città furono patrizi; una parte passò in Sicilia  e la principale si trasferi a Napoli. Aggregati al Seggio di Forcella nel 1444 con il conte Michele senior e nel 1501 con il nipote, ex frrate Michele junior, conte di Cariati e di Giugliano. La tradizione fà risalire le origini remote ai patrizi romani Ritius/Ritii. Giovanni nel 1276 fu tra i Baroni del Principato Citra che sovvenzionarono Re Carlo I° d’Angiò; Pietro fu vicere della provincia di Abruzzo  per la regina Giovanna II nel 1430; Antonio,1488, fu arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe du cappellano del tesoro delle reliquie dei santi Protettori di Napoli, Andrea vescovo di Telese nel 1515, Giovanni Luigi divenne Canonico della cattedrale di Napoli nel 1643 e poi vescovo di Vico Equense. La famiglia ha avuto 15 cavalieri di Malta.

RISPOLI tipico napoletano e salernitano con un ceppo a Roma;  tracce a Napoli nell’elenco dei collaboratori della zecca nel 1325; nel 1400 rappresentano una famiglia di ricchi mercanti stanziati a Malta; NEL 1800 Vincenzo Rispoli è feudatario di Orsia nel brindisino. Dal punto etimologico dovrebbe derivare dal medioevale Rispolo; ha origini longobarde presente nel Codice diplomatico proveniente dalla Badia di Cava dei Tirreni, che contiene documenti a partire dal secolo VIII°

 

SCANNAPIECO  antica famiglia della costa di Am alfi detta “Scannapecus”, che ha goduto nobiltà a Cava dei Tirreni, Minori, Scala; il Crollalanza la fà derivare dalla bolognese “Scannabecchi”. Le memorie risalgono al 1161 con Mauro Scannapieco, vescovo della diocesi di Minori; Leo ed Antonio, qualificati come “Miles” nel 1190; Martino giudice, Leone protofisico regio nel 1184; Palazzo Penna  Napoli è stato posseduto fino al 1662 da Aloisa Scannapieco.Il titolo nobile.-patrizio riguarda il patriziato di Cava, Minori e Scala. Onofrio, quale magistrato -sindaco di Cava d.t,. fu delegato da re Ferdinando I° di Aragona a ricevere il “privilegio in bianco”. Don Francesco, generale dei Carmelitani, fece erigere la facciata dei SS Martino e Silvestro al colle Oppio a Roma; nel 1874 Vincenzo trasferì la famiglia a Catania dove fondò una fabbrica di legnami. Famiglia Scannapieco Capece Minutolo Correale è stata ammessa all’Ordine Militare Costantiniano di san Giorgio al grado di “grazia” nel 1982.

 

AVITABILEnobili napoletani; prime notizie con Masello condottiero, che ricevette dalla regina Giovanna II d’Angiò Durazzo il diploma di “famigliare” di casa reale nel XV° sec. ; Giacomo ottenne da re Carlo nel 1749 il titolo di marchese; famiglia iscritta nell’elenco ufficiale nobiliare nel 1922

CONFALONE originario della costa d’Amalfi; le prime memorie certe risalgono al XII° secolo a Scala e poi a Ravello nel 1384 con Marco e Aniello; iscritti nel patriziato fino all’abolizione dei sedili; Carlo decorato il 1659 da Filippo di Spagna; Giovanni Battista giureconsulto, riconosciuto nel 1915 del titolo di duca e patrizio di Ravello.

MORMILE campano, deriverebbe da un soprannome originato da una modificazione dialettale del termine latino myrmillus oppure  mormillus, un tipo di gladiatore molto possente  con grande elmo; tracce bel 1547 nel libro Historiae sui temporis,.

 

IMPERATO  marchesi di Spineto. antica nobiltà napoletana, decorata con regio diploma nel 1617 del titolo di marchese di Spineto  in persona di Francesco, consigliere di Collaterale; Nicola iscritto nel 1806 nel Cedolare del Molise; nell’elenco ufficiale nobiliare nel 1922

LIETO  iscritto nel patriziato di Ravello, prima memoria con Pietro che fu stratigato di Ravello nel XII° sec. ; Nicola  fu 1° tenente del 5° reggimento fanteria di linea Borbonico e partecipò alla difesa del Regno, capitolando  a Messina nel 1861; nel 1928 Francesco conseguì il rinnovo del titolo di barone con riconoscimento dell’Arma gentilizia.

OLIVA  famiglia niota sin dal XV° sec. , ricevuta nellì’Ordine di Malta nel 1771, ascritta nell’elenco del Priorato di Capua nel 1801. Nicola, tenente, partecipò alla difesa del Regno Borbonco capitolando a Capua nel 1860; Nicola ottenne il titolo di nmobile di Gaeta. Tracce nel 1500 con i conti Oliva nelle Marche; discenderebbe da un rapporto con le olive.

PISACANE prime notizie nel 1345 con Filippo, consigliere della regina Giovanna 1 Di Angiò, ottenendo il fondo di Ripalonga; Gian Giacomo ciambellano di re Ladislao d’Angiò Durazzo;Donadeo nel 1459 ottenne da re Ferdinando d’Aragona l’ufficio di “secreto” di Trani ed aggregato a quel patriziato. Famiglia ascritta al patriziato di Trani nel 1571; Gennaro decorato del titolo di duca di san Giovanni e marchese di san Leucio nel 1826. Diversi membri sono appartenuti all’esercito delle due Sicilie.

DE ROSA tracce nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale in un atto colà redatto nel 1177; cognome panitaliano deriverebbe dal nome Rosa utilizzato nel medioevo come un niome augurale e come devozione alla Santa.

 

LUCIBELLO un ceppo nel salernitano (Amalfi,Ravello, Scala, Positano, Sanerno, Pollicca) ed uno inferiore in Sicilia; deriverebbe da una delle molte varianti di Lucifero, il nome medioevale Lucibello; nome che venne attribuito anche al demonio citato nel processo del 1428 a Benevento contro la strega Matteuccia di Francesco, abitanto a Ripabianca presso Deruta. Ignazio Lucibello (1904-1970) è stato un pittore tra i più celebri della costa amalfitana (i costaioli). Andrea Lucibello, vescovo di Arpino (1820), come da testimonianza della lettera della badessa Battiloro. Arcivescovo Antonio LUCIBELLO, NUNZIO APOSTOLICO. Ad Amalfi sono 120 persone con questo cognome. I Lucibello furono anche padroni di cartiere. Imparentati con i Marino, casato nobiliare, con ilmatrimonio di Carolina Lucibello con Raffaele Maria Marino

ROMANO casato originario di Roma, passato ad Amalfi, Napoli e Calabria. Aggregato al patriziato di Tropea nel 1572; Ademaro, maggiordomo di camera del re e “familiare” di re Roberto d’Angiò e Protontino in Calabria, grande ammiraglio del regno nel 1328; il ramo di Sorrento si estinse nel 1850con Andrea. Deriverebbe, direttamente  tramite ipocoristici, o dal nome slavo Roman o dal latino Romanus o da vari toponimi contenuti da radici roman.

 

 

CESARANO tipicamente campano, deriverebbe da toponimi quali Cesarano di Tramonti. Cesarano, primo villaggio di Tramonti secondo Andrea Mola, fondato verso il IV°-V° secolo a.C., dopo Scala ed Amalfi da Picentini e Romani.

CONTE panitaliano, dovrebbe derivare direttamente o tramite ipocoristici dal medioevale Conte o da soprannomi legati  a capostipiti in qualche modo connesso con dei conti o perchè a loro servizio o per atteggiamenti o per somiglianza fisica o per altri simili motivi.

MARRAZZO tra napoletano e salernitano e calabrese, tratterebbesi di variazioni di cognomi medioevali come Maro o di forme aferetiche di nomi germanici come Guntmar o Gumaro o Ivimaro o franchi come Hincmar; o da un cognome medioevale calabrese mazzril (coltellaccio di macellaio). fra i più presenti in epoca remota a Tramonti/SA

FONTANA-FONTANELLA il primo è panitaliano, mentre il secondo ha diversi nuclei campani e siracusani. Origini legate generalmente a toponimi. Fontanella faceva parte dei cognomi più presenti, ormai estinti, a Tramonti/SA e più precisamente a Cesarano.

DE MAIO tipicamente campano, compreso in quegli antichi cognomi presenti nella popolosoa Tramonti/SA antica ed ormai estinti in zona. Lo si fà derivare dal medioevale maggio, riferentesi a famiglia con capostipiti con tale nome; ci sono anche tracce in Sicilia nel 1300

D’AFFLITTO le radici sono a Scala dove il casato godeva di juspatronato sulla chiesa di s. Eustachio di epoca normanna.La famiglia discende dalla parentela di s. Eustachio con il nome che allude alle “afflizioni” del santo, della moglie Teopista e dei figli Teopisto e Agapito, che furono bruciati nel 120 d.C. Casato con godimento di nobiltà in Amalfi, Ravello, Lettere. Landolfo, con sigliere di re Ruggiero il Normanno; Orso fu vescovo di Scala; Niccolò fu sindaco di Napoli nel 1268; Angelo nel 1306 fu ambasciatore di Carlo d’Angiò a Siena; Leonardo resse l’ufficio di gran Camerlengo sotto Ladislao Durazzo e sotto Giovanna Durazzo fu gran Cancelliere nel 1414; Michele nel 1505 fu nominato primo conte di Trivento nel Molise. Michele nel 1600 fu vicere e governatore di Chieti; don Scipione d’Afflitto, 1640, impedì con le sue milizie, accorso in soccorso del vicere Nunez de Guzman, duca di Medina, lo sbarco dei francesi che minacciavano il regno.; don Girolamo nel 1652 vendette il palazzo di famiglia a Napoli a Real Monte di Manso. Giovanni Battista fu governatore di Afragola, di Cava nel 1645, di Foggia nel 1647, di Lucera nel 1648, di Lecce nel 1654, di Catanzaro nel 1658. Antonio nel 1794 sposò Cavilla d’Aragona creando il ramo d’Afflitto d’Aragona, Titoli del casato: Barone di Materdomini e Macchia, di Roccagloriosa; conte di Trivento, di Loreto; duca di Barrea 1511, di castel di Sangro 1587, di Bernalda; marchese di Montefalcone nel 1859, di Frignano maggiore, di Agropoli nel 1870; principe di Scanno nel 1646.

CAPONE casato nobile napoletano con titolo di marchese concesso da re Carlo II° nel 1745; palazzo Capone a Napoli acquistato  dal barone Gaspare; palazzo Capone, meglio conosciuito come palazzo Venezia, perchè nel 1412 fu donato da re Ladislao di Durazzo alla serenissima repubblica di Venezia per farne sede dell’ambasciata. cognome del centro.-sud; tracce molto antiche si trovano nell’alessandrino nella seconda metà del 1100. Deriverebbve dalle caratteristiche fisiche di qualche capostitpite o dal vocabolo siciliano cappuni ( cappone , gallo castrato)

 

GAGLIANO famiglia con il patriziato di Trani, predicato di san Mauro , dei marchesi di san Mauro; stabilitasi tra Napoli e Salerno, si fermarono ad Amalfi e poi a Salerno con Tiberio Pompilio che aqcuistò il feudo di san Mauro; Giuseppe nel 1681 acquisì il titolo di marchese; Matteo du Vescovo di Fondi nel XVIII° secolo; Carlo, capitano, e suo figlio Luigi, guardia a cavallo delle reali guardie del Corpo , parteciparono alla difesa del Regno delle Due Sicilie nel 1860. Famiglia aggregata alla nobiltà di Trani.

CALENDA barone di Tafani; di origini amalfitane, passata a Salerno e iscritta al seggio di Campo;: Salvatore, dottore della Scuola Salernitana; la figlia Costanza ebbe cattedra a Salerno nel XV° sec. ; Colantonio fondò, con i fratelli Gregorio e Domenico un maggiorato nobile con beni a Nocera e Roccapiemonte nel 1732; nel 1897 ottenne il titolo di barone di Tafani.

CAMPANILE di Montedimezzo; casato originario di Ravello (sire Galganus Campanilis de Ravello in anno 12473 e sire Angelus Campanilis de Ravello in anno 1430); Nicola, abate di San Trifone in Ravello, eletto vfescovo nel 1455; Oaolo ottenne il feudo di Montedimezzo in Molise nel 1791; iscritta nel patriziato di Trani nel 1585; Diego e Giuseppe parteciparono alla difesa del Regno.

CAPUANO di origine longobarde, tra le famiglie illustri di Amalfi, cui diede anche un arcivescovo, Pietro; casato aggregato ai seggi di Nido e Portanova; Michele, alfiere  del 2° reggimento Cavalleria pesante, partecipò alla difesa del regno nel 1860; riconosciuita nel 1900 famiglia patrizia napoletana

SPINA famiglia che commissionò il pergamo che ornava parte della navata della chiesa dell Annunziata a Minuto di Scala, ormai distrutto. La famiglia, durante il regno di Giovanna I, si era imparentata con i d’Afflitto con il matrimonio di Capuanella Spina con  Coluccio d’Afflitto. Di origini amalfitane, passata poi a Scala e quindi a Napoli; un ramo si stabilì a Cosenza ed iscritto a  quel patriziato. riconosciuta nell’Ordine Costanitniano nel 1777

RUFOLO  Nicola Rufolo, verso il 1272, commissionò il pulpito della cattedrale di Ravello; lsciò i suoi beni ai figli Matteo, Orso, Jacopo e Mauro a patto di mantenere in buone condizioni il pulpito e la cappella ; il sepolcro di Marinella Rufolo Cppola si trova nella cattedrale di Scala. Costruttori e proprietari della Villa Rufolo .

 

DE LUCA famiglia patrizia di Trani con il predicato di Melpignano; iscritta al patriziato di Trani, accolta nell’Ordine di Malta nel 1735; Giovanni Battista, maestro di campo, comandante delle truppe italiane nella guerra di Fiandra con Filippo di Spagna; Raffaele, alfiere del 21° reggimento; Domenico tenente del 9° reggimento; Giovanni Battista, canonico metropolita di Napoli nel secolo XX: Marcello de Luca di Melpignano ebbe il possesso di Lizzano d’Otranto con il titolo di marchese. Famiglia de Luca di Lizzano, altro ramo, patrizio di Amantea con il predicato di Lizzano. Giuseppe nel 1870 venne decorato del titolo di marchese. Luca Nicola, vescovo di Isernia; Rosa, coniugata con il magistrato beneventano Francesco Moscati, ebbe nove figli, il settimo fu san Giuseppe Moscati (1880-1927) medico, ricercatore, insegnante universitario a Napoli, direttore dell’istituto di anatomia patologica. Nicola de Luca fu decorato del titolo di barone trasmissibile in linea maschile di primogenitura. Ramo de Luca-Selipigni nato in seguito al matrimonio tra Sebastiano a Maria Solipigna; fu acquisito il titolo di barone della Dogana del Mare di Catania.

PAGANO di origini normanne, ascritta al patriziato di Salerno ai seggi di Portarotese e òPortanova; iscritta ai Cavalieri di Malta. Il casato si divise in diversi rami. Ugo, nativo di Nocera dei Pagani, si ritiene uno dei fondatori dell’Ordine dei Cavalieri Templari nel 1119, di cui fu anche Gran Maestro; Giovanni cardinale nel 1228; Nicolò arcivescovom di Bari nel 1339

 

MEZZACAPO radici sin dai tempi dei Normanni a Maiori, che fu elevata nel  1622 da Filippo IV° d’Asburgo-Spagna al rango di città regia. Il nome dovrebbe derivare da un  episodio in cui il capostipite dei Mezzacapo tagliò a metà la testa d’un saraceno e ricevette tale soprannome che si tramutò in cognome. Notizie anche dal 1268 con Geronimo che combattè contro i pisani che espugnarono Maiori; nel 1530 la famiglia eresse la propria cappella gentilizia in Maiori nella chiesa di san Francesco. Il casato si diramò a Scala nel 1569 e ad Amalfi nel 1582. Andrea Filippo, Gaetano, Giovanni vestirono l’abito di Malta. La famiglia ha fatto dono dell’imbarcazione di nome Lusoria (al museo navale militare di Venezia) con la quale Guido Mezzacapo , ai primi del secolo xviii°, si recò a Malta da Maiori. Il duca Giovanni Giuseppe d’Alessandro affidò all’avvocato Giuseppe Mezzacapo la difesa di tutte le sue vertenze. La famiglia nel 1788 fu insignita con il titolo di Marchese di Monterosso in Calabria.  I Mezzacapo avevano la procura sul santuario dell’Avvocata di Maiori, gestito dai Camaldolesi, ed avevano a disposizione un appartamento nel Cenobio; come nel palazzo di famiglia a Maiori c’era un appartamento per i Monaci che ne avessero bisogno. Polita sposò Dezio Confalone; Guido Mezzacapo di Monterosso sposò Giulia Mastilli; Edoardo sposò Carlotta Mirelòli nel 1872 dei principi di Teora.

CORREALE originaria di Amalfi o Scala, si traferì a Sorrento nel XIII° sec. ; nel 1428 la regina Giovanna d’Angiò donò ai Correale un terreno a Sorrento sul mare e nel 1458 la famiglia fu decorata con il titolo di Conte di Terranova. iscritta al patriziato sorrentino del sedile di Dominova; nel 1535 il conte Onofrio sposa Ippolita de Rossi, zia di Torquato Tasso;  agli inizi del 1800 il conte Francesco Maria sposa Maria Clelia Colonna, da cui Alfredo e Pompeo. Alfredo nel 1878 sposa Angelica dei Medici.La famiglia è la  Fondatrice del Museo Correale di Terranova.

GRIMALDI tra il XV° e il XVI° secolo il ramo Messimeri Grimaldi si trasferì da Genova a Cava dei Tirreni e Nocera. Giovanni, detto Giovannello, nel 1460 si distinse come abile comandante alla battaglia di Sarno e nel 1484 fu riconosciuto nobile da re Ferrante I° d’Aragona; nel 1690 Giacomo Antonio, nobiluomo cavese, fu vice duca di Nocera; Costantino fu Consigliere Regio e famoso filosofo, per cui ,causa le sue idee ,fu imprigionato nel 1744; il suo pensiero fu sfruttato dai patrioti della Repubblica napoletana nel 1799; Giovanni Battista visse a Nocera dove fu patrizio e dove originò un nuovo ramo, divenendo il capostipite dei Grimaldi di Nocera, Roccapiemonte, Reggio Calabria e Napoli.

DELLA  MARRA Famiglia di estrazione meridionale e particolarmente campana, iscritta al sedile di Capuana, fu imparentata con i Ruffo, i Caracciolo, i del Balzo, i Sanseverino, i d’Aquino, i Gesualdo. Ebbe vari fondi e titoli, ebbe il baronato di Ravello e la contea di Serino. Famiglia con cappella gentilizia nella basilica napoletana di Regina Celi.

TAIANI originaria di Vietri sul mare. Matteo Taiani, dal 1076 al 1085, diresse le opere del Duomo di Salerno. Un altro Matteo ebbe nel 1587 la concessione di una cappella in san Giovanni B attista a Vietri; Matteo ebbe il titolo di Patrizio Cavese concesso da Ferrante d’Aragona ad un suo antenato; Giovandomenico nel 1634 ha interessi in diverse aziende, quali la ceramica; il magnifico Giuseppe viveva facoltosamente. Durante la rivoluzione del 1799 i Taiani di Amalfi si schierarono contro i Borboni a favore dei francesi, favorendo l’ascesa al trono di Napoli di Giuseppe Bonaparte prima e di Murat dopo. Quando i Borboni rientrarono a Naopoli la famiglia fu privata di ogni bene. Gaetano nel 1854 è direttore della provincia di Terra di Bari. Durante il periodo in cui Raffaele fu sindaco di Amalfi iniziarono i lavori per la sistemazione e valorizzazione del Chiostro Paradiso.

 

AVALLONE specifico della Campania potrebbe derivare dai toponimi antichi legati al termine  osco abel o dal celtico aval-mela; sarebbe l’equivalente italoico della Avalon celtica.

CAFRRETTA molto diffuso nel parmense, Vento, mantovano, napoletano e potentino; deriverebbe da iporistico del cognome latino Carus, di cui Titus Lucretius Carus 55 a.C. ; in certi casi potrebbe anche derivare dal mestiere dei capostipiti che erano, forse, trasportatori con carri.

FREZZA famiglia originaria di Ravello, decorata col titolo di duca nel 1572, inserita nell’ordine di Malta. Francesco ed Andrea, avvocati in Abruzzo al tempo di Carlo 1°; Ruggiero, regio consigliere dei Durazzo ed Aragonesi; Antonio giureconsulto; Calamerino, regio consigliere che scrisse il trattato DE SUB FEUDIS; Fabio, duca di Castro; Marino sposò Ippolita Orsini dei Conti Piacentro e d’Oppido; Elvira ebbe tre mariti; il primo fu il duca di Castro da cui non ebbe figli; il 2° fu Alessandro Pallavicini, nobile genovese, con cui generò figli tra cui Carlo Pallavicino che sposò Laura Pignatello dei duchi di Montecalvo; il 3° fu Francesco Toraldo, principe di Massa e maestro di campo di Filippo IV° di Spagna, che fu messo a morte dal popolo napoletano; da questo una figlia sposa del reggente Melchiorre di Navarra e cavaliere di Alcantara.

MILANO famiglia originaria della Spagna (Milà trasformato in Milano), trasferitasi nel napoletano al seguito di Alfonso d’Aragona; Pietro, nel 1448, fu nominato da re Alfonso governatore e castellano di Tropea e, dopo, castellano di Ischia. Auxia fu nominato castellano di Gaeta e fu il capostipite del ramo napoletano, iscritto al seggio di Nido nel 1459; Jacopo nel 1501 fu nominato barone di san Giorgio; Giacomo fu nominato nel 1593 marchese di san Giorgio; Giovanni divenne marchese anche di Postiglione ; Giovandomenico , già marchese di san Giorgio e Polistena, nel 1696 comprò la baronia di Ardore, con il castello già dei Gambacorta e degli Spina ad Ardone. nel 1702 Giovandomenico divenne pricipe di Ardore, Grande di Spagna e prin cipe del Sacro Romano Impero e duca di san Paolo.

COSTA  panitaliano con origine che ha come base il latino   costa, sinonimo di costola, fianco, lato, costiera, riviera, ecc; potrebbe derivare anche dal greco Costa o Kostas derivante da Kostantinos. Cognome molto diffuso anche fuori dell’Italia. Per cui, unendo le varie ipotesi, si potrebbe affermare che Costa deriva dalla cognomizzazione o da soprannomi di origine toponomastica o da nomi propri di capostipiti.

 

DE ANGELIS secondo il Palazzolo il casato discende dall’imperatore bizantino Isacco Angelo: Stanziato ad Amalfi nel XIII° sec. , posswedette numerosi feudi ed annoverò tra i discendenti vari Cavalieri di Malta. Bartolomeo, cavaliere della Pentecoste nel 1272, Giacomo barone di Teano nel 1303, Antonio e Giovanbernardino ca valieri aurati di Carlo V° nel 1546; il ramo di Trani e Bari aggiunsero il cognome Effram. Il casato ebbe sviluppo e splendore nelle Puglie con titoli di principi, marchesi e con ricchi possedimenti.

CAPUTO diffuso in ntutto il Sud dell’Italia, deriva dal nome medioevale Caputus, originato o dall’adere il capostipite una testa grossa o dall’essere est4remamente cocciuto.Tracce del cognome si hanno ad Aversa nel 1302 dove in un atto compare Cojvanus Caputus

TROIANO specifico di Molise, Campania e Basilicata, derivazioni dall’etnico di Troia nel foggiano; è pure possibile una derivazione dal medioevale Troianus, di cui si hanno riscontro nell’Ateneo di Perugia nella seconda metà del 1500, come ad esempio un certo Francucius Troianus.

TROTTA nel 1100 a Salerno un medico di cognome Troiano, che sembra sia stato il primo medico donna della storia; panitaliano; derivazioni dal medioevale Trottus o dal germanico Druht o dal suo alterato Trutten; tracxce nel 1300 con Albeertus Trottus dottore uin legge e profeswsore a Ferrara. Secondo Minervini è la cognomizzazionme di Trotta, deverbale di trottare (chi dera partito o chi amava agire in fretta)

 

DE CURTIS  nobile famiglia originaria di Ravello, decorata della contea di Ferrazzano. Il ramo napoletano è originario di “li Curti”, casale di Cava dei Tirreni e si dice discenda dagli imperatori di Bisanzio ed è iscritto all’albo della nobiltà con il titolo di Principe, Altezza imperiale.

PASTORE beroni della Carrara di Montoro, potente e ricca famiglia di Pellezzano dove c’è ancora Casa Pastore. Ospitò più volte i Re d’Italia nella residenza di Capriglia di Pellezzano, Villa Pastore. Soporavvive il ramo dei Pastore del Pen dino. don Sabato Pastore nel 1639 acquistò il feudo di Carrara in Montoro da don Giovanni Battista dee Lembo.

QUARANTA per le antiche origini meritò il patriziato in molte città. Ascritta al seggio di Forcella nel 1270, di Porto nel 1309, di Portanova e Montegna nel 1521, di Campo a Salerno nel 1610. Uguale nobiltà ebbero in Amalfi e Cava dei Tirreni. Famiglia che possedeva 47 feudi tra cui quello di Pastena di Amalfi,7 signorie, 4 baronie, 7 contee; insignita dell’ordine Gerosolomitano di Giustizia; ordine dell’Armellino;  il Costantiniano di Giustizia, quello di Piano, di Cristo di Portogallo. di Carlo 3° di Spagna, di san Michele di Baviera, dell’Aquila rossa di Prussia, san Stanislao di Russia, della Corona d’Italia; la Legione d’onore di Francia

SCHIAVO diffuso a macchia di leopardo in tutta Italia, dovrebbe derivare dal nome Sclavus, come da un esempio a Benevento in uno scritto del 1126 riguardante un Robertus Sclavus; e a Napoli in un editto del 1325 in cui si legge di Guillelmus Novellus dictus Sclavus

LAURO recente è la storia del comandante Achille Lauro, anche se avvincente. tipico del napoletano dovrebbe derivare dal latino Laurus  (consacrato ad Apollo) ed è pure possibile una derivazione da toponimi come Lauro/AV e CE e simili. Tracce si trovano sia a Fano che a Macerata fin dal 1500

FDERRAIOLI ceppo nel Lazio, ma il n ucleo principale è nel salernitano a Angri, Pagani, Nocera; deriverebbe dal mestiere di fabbro svolto dal capostipite

; oppure la derivazione potrebbe venire da ferrajolo (sorta di mantello di color rosso o viola, di stoffa pregiata, panno oseta) derivato a sua volta dal termine arabo faryul, forse ad indicare una carica religiosa o civile del capostipite; tracce le troviamo nel salernitano dal 1500

VITAGLIANO radici profonde a Tramonti con memoria dal 1124: Leone, giureconsulto di Tramonti, fu capitano di Molfetta dal 1423 al 1429; Martuccio nel 1424 era abate del monasterio di s. Nicola de Carbonera di Erchie di Maiori; alla fine del XV° secolo i Vitaliano si imparentarono con i nobili d’Anna.

 

LAUDANO specifico della costa amalfitana, deriverebbe dalla modifica del termine laudanus, usato spesso per indicare un trovatello; tracce a Napoli nel 1500 con lo scultore Angelo Laudano

ANASTASIO speifico del napoletano e salernitano, dovrebbe derivare dal nome del tardo latino Anastasius o dal greco bizantino Anastasios, nomi di cui si ha esempio in Paolo Diacono nel suo Historiae Longorbardorum; potrebbe anche derivare da toponimi come sant’Anastasia/NA o sant’Anastasio/LU

COLAVOLPE specifico di Amalfi e Nocera superiore dovrebbe derivare da un soprannome originato dall’aferesi del nome Nicola con il suffisso Volpe, forse a caratterizzare una particolare furbizia del capostipite

CRETELLA tipicamente campano (Scafati, Maiori, Amalfi, Atrani) potrebbe derivare, avendo un ceppo romano, dalla località di Porta Cretella nel romano; possibile derivazione dal greco Kretheus, nome del re mitologico di Ialco, città da cui partì la spedizione degli argonauti

DE MARTINO panitaliano con maggioranza in Campania, nel napoletano; radici molto antiche, deriva certamente dal latino della antica Roma Martinus, con  altre varianti.

FARINA diffuso in modo notevole in tutta Italia, deriverebbe, direttamente o tramite variazioni, da soprannomi legati al mestiere di mugnaio o di lavorante presso mugnai, derivante dal latino farin arius (mugnaio)

INGENITO prettamente campano; nel salernitano è diffuso notevolmente nell’agro nocerino-sarnese; dovrebbe trattarsi di uno dei tanti cognomi attribuiti ai trovatelli; si basa sul termine latino ingenitus (non generato) sottinteso nell’ambito del matrimonio, quin di illegittimo.

PANSA panitaliano; deriverebbe dal cognome latino Pansa, di cui Gaio Vibio Pansa tribuno della Plebe e sostenitore di Cesare, che divenne console l’anno dopo la morte di Cesare; Svetonio ne parla nel suo De Vita Caesarum

PAOLILLO ceppo napoletano, deriva da una modificazione  dialettale del cognome latino Paulus (piccolo)

SAVO grosso ceppo nel Lazio ed uno nel salernitano (Amalfi, Salerno, Atrani); deriverebbe da nomi di località oppure dallo slavo Savo, nome anche di un fiume della Dalmazia

SCOCCA  tipico delle province di Benevento e Campobasso; l’origine etimologica è incerta, perchè potrebbe derivare da un nome normanno di mestiere basato  sul termine escohier (scuoiatore, pellettiere), ma molto più probabilmente da un soprannome orginato dal termine longobardo skokka (ronzino, cavallo da tiro)

 

ATTANASIO derivas dal greco Athanasios con il significato di immortale : composto da a(alfa privativa) e thanatos (mortale). E’ un cognome beneaugurante  che ha dato origini a cognomi soprattutto nella zona di influenza greca con con centrazioni in Lazio, Puglia, Campania, Calabria

BARBA derivazione da un soprannome germanico indicante un uomo barbuto oppuere derivante dall’appellativo dialettale barba (zio)

COLLINA ha un ceppo nel salernitano, deriverebbe dal latino Collinus, di cui un esempio in  un antico registro di carico e scarico; tracce nel 1600

DE LUCIA panitaliano, può derivare da toponimi con la radice Lucia e il de ha funzione di indicatore di provenienza oppure il de ha funzione di tipo matronimico (figlio di)

GARGIULO proprio della fascia tirrenica, dovrebbe derivare da modificazioni del nome latino Gargilius, portato ad esempio da Quinto Grgilio Marzide nel 1° sec.; tracce a Battipaglia in una iscrizione murale dell’antica dogana di Eboli; in calabrese gargia= bocca aperta.

GUADAGNO diffuso nel Lazio ed in Campania , deriverebbe dall’aferesi del medioevale Buonguadagno, attribuito a figli molto attesi che venivano considerati un buon guadagno  per la famiglia; nell’archivio di stato di Venezia fra i notai della Serenissima si trova il veneziano Buonguadagno de Amedeo che opera dal 1362 al 1372

GUIDA panitaliano , derivazione dal longobardo Wildo o Wido o anche dal germanico Guildo; la casata Guidi, fin dal 1000, ha esercitato signoria feudale in  alto Casentino; capostipite Tegrimo Guidi, cui Re Ugo nel 927 assegnò il monastero di san Salvatore in Alina nella diocesi pistoiese; un conte Guido è presente a Biandrate/NO nel XII° sec., cui Federico Barbarossa nel 1152 conferma il feudo di Bian drate, Comeri ed Oleggio.

 

 

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