Rapporto sul settore dell’industria chimica e della plastica

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Un settore formato da imprese nuove, con spiccata attitudine all’innovazione e alta propensione agli investimenti 

 

 

La Camera di Commercio di Salerno, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Economico Provinciale ed in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno – Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche – ha ralizzato un‘indagine sul settore dell’industria della chimica e della plastica della provincia di Salerno. L’indagine rileva alcune importanti caratteristiche strutturali di tale settore, così sintetizzabili. 

 

La distribuzione per macro area geografica delle imprese del settore chimico-plastico evidenzia una distribuzione piuttosto equa, con una lieve concentrazione nella zona dell’Agro nocerino (29,93%) e della Piana del Sele (27,18%).

 

 

Passando ad analizzare la distribuzione in base al volume d’affari, sempre con riferimento alle macro aree, si evince una maggiore concentrazione delle imprese che realizzano il maggior fatturato nella Piana del Sele (61,82%) seguite da quelle ubicate nell’Agro-nocerino (18,03%).

 

Distribuzione del volume d’affari (in €) per macro area

 

Chimico – plastico

 

Agro-nocerino 

200.228.013

18.03%

Area Metropolitana

131.666.895

11,86%

Cilento – Vallo di Diano

92.082.545

08,29 %

Piana del Sele

686.576.934

61,82%

Totale

1.110.554.386

100,00%

Fonte: elaborazione DISES su dati CCIAA – Agenzia delle Entrate

 

Informazioni generali sull’impresa e sul responsabile

Dall’analisi dei dati emerge che circa il 69% delle imprese intervistate é stata fondata dall’attuale titolare, mentre solo il 14% ha risposto che l’impresa é stata fondata dai genitori dell’attuale titolare per cui sembra trovarsi di fronte ad imprese sostanzialmente nuove, almeno sul piano formale.

 

Una importante caratteristica del settore é rappresentata dal peso esercitato dalle societá di persona (19,3%) o di capitali (63%) sul totale degli operatori presenti a conferma che si tratta di un settore in cui le imprese per poter operare hanno bisogno di strutturarsi adeguatamente, almeno sul piano della forma societaria.

 

La considerazione dei dati relativi al fatturato medio del quadriennio 2007-2010, suddiviso per classi, fa emergere una forte incidenza delle imprese di piccola e media dimensione (meno di 2 milioni di euro) che sono il 62% del totale, mentre il 32% rientra nella classe media impresa (tra 2 e 40 milioni). La partecipazione a gruppi di imprese é molto scarsa (il 91% circa ha risposto di non farne parte), mentre il restante 9% di imprese che fa parte di un gruppo risulta, nell’80% dei casi, controllata da un’altra impresa di origine italiana.

 

Gli investimenti realizzati dall’impresa

Dall’indagine risulta che una elevata percentuale di imprese (circa 81%), nel quadriennio di riferimento (2007-2010), ha realizzato almeno una volta un investimento, prevalentemente in impianti, macchinari, attrezzature (58% circa) e in attivitá di ricerca o sviluppo (30% circa).

 

Circa le fonti di finanziamento, il 73% delle imprese realizza tali investimenti mediante ricorso alle risorse proprie (autofinanziamento) mentre il 47% circa ha sostenuto di aver finanziato i progetti mediante ricorso al debito ordinario.

 

Forza Lavoro

L’indagine dimostra che il settore si caratterizza per la presenza di imprese con un basso numero di addetti (piccolissime e piccole imprese, secondo la distinzione comunitaria). Il 39% degli intervistati ha risposto che ha massimo 10 addetti, il 35% circa possiede tra i 15 e 25 addetti, mentre il 15% degli intervistati si colloca nell’intervallo tra 26 e 50 addetti. L’incidenza del lavoro femminile in questo settore produttivo risulta piuttosto bassa, mentre la presenza di lavoratori stranieri registrata nel settore chimico-plastico risulta assolutamente trascurabile.

 

Dal punto di vista dell’analisi delle forme contrattuali, dall’indagine emerge che la tipologia di contratto prevalentemente impiegata é quella a tempo indeterminato. I lavoratori hanno in prevalenza un’etá compresa fra i 24 e 54 anni e, nel quadriennio di riferimento (2007-2010), per il 36% delle imprese il numero di addetti é rimasto invariato, per il 26% é diminuito poco mentre per il 20,4% il numero di addetti é aumentato poco.

 

Ricerca, sviluppo e innovazione

Dall’indagine risulta che le imprese del settore esprimono una rilevante attitudine all’innovazione in quanto il 70% di esse, tra il 2007 e il 2010, ha realizzato innovazioni di prodotto, mentre il 52% ha  realizzato anche innovazioni di processo. Le fonti da cui provengono le idee innovative è soprattutto interna (33%) mentre piuttosto bassa la percentuale assegnata alle universitá e centri di ricerca (7%).

Infine, per il 35% delle imprese l’incidenza in termini percentuali della spesa per ricerca e sviluppo sul totale dei costi di produzione si aggira tra il 6 e il 10 per cento.

 

Fattori di successo e concorrenza

Le imprese del settore ritengono che i principali fattori capaci di spiegare il loro successo sono la capacitá di produrre beni con un elevato rapporto qualitá/prezzo (47,4%), la specializzazione del personale impiegato (33%), il rispetto dei tempi di consegna (32% circa).

Circa la localizzazione dei principali concorrenti delle imprese, emerge che oltre al livello nazionale (72%) e provinciale(62%), la pressione della concorrenza si fa sentire anche dal livello UE (45%) ed extra-UE (47% circa).

 

Secondo le imprese del settore, le misure idonee a favorire lo sviluppo economico e imprenditoriale dell’area sono, per il 63,2% riconducibili alla semplificazione dei processi burocratici, per il 26% al potenziamento della dotazione infrastrutturale, il 25% potenziamento della politica industriale mirate,  per il 23% il favorire la costituzione di consorzi e/o gruppi di imprese.

 

Infine, le migliori misure di politica industriale da attuare sono, per il 56% le politiche a sostegno dell’occupazione, per il 42% l’erogazione di contributi in conto capitale, mentre per il 23% interventi a garanzia del credito.

 

“In considerazione dei rapidi mutamenti dei contesti globali e locali – dichiara Guido Arzano, Presidente della Camera di Commercio di Salerno – diviene di fondamentale importanza per un’istituzione come l’Ente camerale conoscere il proprio ambito di riferimento. In tal senso, tramite le attività dell’Osservatorio Economico, si potrà perseguire l’obiettivo di creare valore aggiunto per il sistema economico, restituendo alle imprese quelle informazioni che esse stesse forniscono, rese intellegibili e arricchite di significato attraverso un’attenta analisi ed elaborazione”.

 

“Il distretto della chimica e della plastica in provincia di Salerno – afferma Antonio Ilardi, Vice Presidente della Camera di Commercio di Salerno – si configura quale uno dei comparti industriali di maggiore rilevanza e interesse prospettico. La Camera di Commercio di Salerno è fortemente disponibile a supportare politiche di rete in grado di esaltare le capacità produttive oggi esistenti”.

 

Il Rapporto è disponibile sul sito web della Camera di Commercio di Salerno (www.sa.camcom.it).

 

Salerno, 25 ottobre 2011.

 

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