Lavitola il Pm chiede la revoca degli arresti

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    Dopo matura e sofferta riflessione” la Procura di Bari ha chiesto al gip di revocare la misura restrittiva emessa a carico di Valter Lavitola, il faccendiere latitante a Panama. Non ci sarebbero “i gravi indizi di colpevolezza sulla consumazione del reato di induzione a mentire all’autorità giudiziaria” nei confronti di Gianpaolo Tarantini. Il Procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, incontrando informalmente i giornalisti, ha ribadito il suo riserbo sugli atti d’ufficio, ma ha confermato di aver affrontato solo il problema cautelare nella richiesta di revoca depositata all’Ufficio del gip Sergio Di Paola, in cui è stata sottolineata la “complessità” della vicenda procedurale. LEGGI Bari, la richiesta dei pm: “Lavitola non va arrestato” Nella richiesta del pm, a quanto si apprende, è scritto che è necessario capire esattamente come si è svolta la vicenda relativa alla consegna del denaro che il premier, Silvio Berlusconi, ha consegnato a Gianpaolo Tarantini con la mediazione di Lavitola. Finora, si evince da fonti della Procura, “nessuno è riuscito a capire esattamente come si sono svolti i fatti”. Quindi, vi è la necessità di “chiarire diversi aspetti”. Al termine delle indagini, affermerebbe Drago nel provvedimento, sarà affrontata la questione della competenza ad indagare della Procura di Bari.

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