Soldi pubblici (inefficaci) ai vecchi media, dimenticati i nuovi

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     Uno studio condotto da due ricercatori del Reuters Institute for the Study of Journalism della Università di Oxford, in cui si analizzano flussi e sistemi di sovvenzioni pubbliche all’ editoria in 5 paesi europei, Finlandia, Francia, Germania, Italia, UK, e negli Stati Uniti, mostra come non emerge nessun meccanismo keynesiano che possa mettere in correlazione spesa pubblica e penetrazione dei giornali. Gli Stati Uniti spendono solo il 16% per abitante di quanto fa l’ Italia ma ha il 94% di lettori in più per 1.000 abitanti. Come per la Germania, che spende il 40% di quello che fanno gli italiani ma ha almeno tre volte i loro lettori – Praticamente si può dire che non c’ è nessuna speranza di poter invertire il declino della diffusione dei giornali distribuendo sussidi e sovvenzioni – Dalla ricerca emergono anche alcune linee comuni, come l’ assenza di riforme della normativa e il radicato pregiudizio a favore dei media tradizionali – I sussidi, diretti e indiretti, continuano insomma ad andare ai settori tradizionali della stampa e della radiotelevisione, mentre ‘’gli sforzi innovativi e i nuovi protagonisti del mercato basati essenzialmente sui new media ricevono poche o nessuna sovvenzione’’ – Un sistema costruito come minimo negli anni Settanta e mai aggiornato, che ruota tutto attorno a piattaforme che stanno perdendo relativamente importanza, spiega uno degli autori, perderà la sua efficacia a mano a mano che le attuali tendenze nel campo della pubblicità e dei comportamenti delle persone continueranno e non avranno quindi alcun effetto sul piano della sfida principale che i media tradizionali hanno di fronte, quella di una profonda ristrutturazione condensato da www.lsdi.it

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