Lettera ai capresi, Capri chieda scusa a Guido Lembo

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 Positanonews, quotidiano online della costiera amalfitana, penisola sorrentina, Cilento e Capri, riceve e pubblica una lettera rivolta ai capresi

Miei amati concittadini.

È passato un certo tempo dall’ultima lettera che, come questa, ho a tutti Voi indirizzata.

Purtroppo riprendo la penna in mano ancora una volta spinta dal vedere sempre più violentata la nostra Capri.

Come giustamente ha riportato  La Repubblica  in un eloquente articolo del mese di agosto appena trascorso, la nostra Isola è passata molto rapidamente dallo stato di essere una delle capitali mondiali della raffinatezza, del bon ton e del
glamour, alla condizione di isola cafona.

Sono estremamente addolorata, nel dover concordare pienamente con l’analisi di quel giornalista.

Il nostro territorio non appartiene più a noi. Troppi sono gli operatori che – venuti da fuori – non sono all’altezza della nostra realtà; imprenditori che hanno investito nelle nostre strutture, ma che di ospitalità e di turismo non sanno niente. Bar, ristoranti ed alberghi che propongono sé stessi senza la Qualità e l’Eleganza che ci ha sempre contraddistinti nel Mondo – e senza le quali Capri non è Capri.

Spiagge che non sono spiagge, in quanto andrebbero bonificate, ristrutturate e rese accessibili ai portatori di handicap; alberghi privi di servizi al passo coi tempi, privi di un respiro internazionale, come invece troviamo anche in località molto meno importanti di Capri. Tassisti senza educazione che applicano prezzi esorbitanti. Carrelli che corrono a dritta e a manca come sull’autostrada. Un’isola presa d’assalto da orde di turisti solo per due o tre ore, che nulla lasciano ma che – a noi – costano caro.

Unici a trarne beneficio: le compagnie di trasporto e navigazione e le agenzie di viaggio, nonché le famose guide – di cui non voglio occuparmi,per il momento.

Servizi pubblici inesistenti, con file enormi e biglietti della funicolare che non possono nemmeno essere cumulati con quelli degli autobus, quando poi più volte si è costretti a farsela  a piedi, perché i dipendenti delle società la fanno da padrone in combutta con le guide, riempiendo all’inverosimile i mezzi pubblici. Aliscafi che costano sempre di più, ma diventano sempre più vecchi, e con percorsi sempre più lunghi. Un porto praticamente da terzo mondo, senza regolamentazione delle corse, delle entrate e delle uscite. Con i bar di Marina Grande che, al pari dei colleghi della Piazzetta, spadroneggiano riempiendo la strada con sedie e tavoli tanto che si fa fatica a camminare. Oltre a rendersi anche loro ristoratori improvvisati e senza requisiti.

Per non parlare dei piccoli alberghi, con poche camere e tasse pesantissime, e nessuno, nelle alte sfere dell’amministrazione, o nella presidenza degli stessi albergatori che si preoccupi di aumentare i posti letto laddove sia
possibile nel rispetto dell’ambiente. Mi ricordo che fino a dieci anni fa, Capri era piena di congressi e manifestazioni, mentre oggi, i congressisti, non trovando posto nei grandi alberghi, scelgono altre località, così come le persone che vengono solo due tre ore in escursione, se ne vanno a mangiare e comprare altrove.

Che senso ha continuare a vivere in quest’isola?

Perché il nostro territorio dev’essere sfruttato e usato da altri, senza dare la possibilità a noi capresi di creare lavoro e garantire ai nostri figli di poter vivere qui dove sono nati?

Proseguendo su questa strada, la nostra Isola sarà solo un gelato da leccare poco a poco, e presto – speriamo non sia già tardi – a noi resterà solo la coppetta vuota, che dovremo anche provvedere a smaltire. A nostre spese.

Capresi!! Se l’economia dell’Isola, se i nostri incassi non vanno bene, non date la colpa alla crisi!

La responsabilità è solo e unicamente nostra perché con appena 2500 posti letto, pari a due/tre alberghi di altre località meno importanti, se non riusciamo ad occuparli tutti, il problema siamo solo noi!

Per le feste dell’ultimo dell’anno è stata allestita un’illuminazione come mai nella mia vita mi è stato dato di vedere. Vi confesso che mi sono commossa. Ma se abbassavo gli occhi verso terra, ecco che vedevo solo negozi, bar e ristoranti chiusi. Che senso ha tutto questo? Vi ricordo che è grazie agli albergatori, al turismo che essi portano sull’isola che l’isola stessa sopravvive. E dovremmo essere noi albergatori a pretendere dalla nostra amministrazione che si adegui ai tempi.

Ma certamente in un’isola cafona, piena di cafoni, non si ha l’apertura mentale per poterlo comprendere.

Appartengo a una delle più estese famiglie di albergatori di Capri, che insieme ai Morgano e pochi altri ha fatto crescere l’isola di Capri, dedicando la propria vita ad un’attività che qui, solo se ce l’hai nel DNA puoi resistere.

Inutile raccontare le mie ultime vicissitudini: è sulla bocca di tutti quello che sto passando.

È deprimente sospettare che, dietro ad esse ci possano essere illeciti e – ancor più – che l’intera Capri ne possa essere piena…

Perché colpire me impedendo di qualificare molto elegantemente ed efficacemente una strada che è di fatto l’ingresso al centro abitato (di Capri, intendo) ed all’isola pedonale?

Perché si vogliono morti i commercianti di Via Roma (tutti cittadini capresi), che nonostante ogni ostacolo sono aperti 12 mesi, mentre quelli di Via Camerelle (tutte griffes, che niente sanno di noi), la fanno da padrone ed aprono solo a proprio piacimento?

Anche per questo: isola cafona.

Non la si rende elegante solo con una strada. Senza i necessari interventi di qualificazione dell’economia e le dovute manutenzioni all’intero territorio.

Non venga mai il giorno in cui nemmeno più l’arco naturale o la grotta azzurra fossero in piedi: quel giorno la colpa sarà di noi capresi, che continuiamo a consentire a gente cafona, ottusa ed egoista di sfruttare Capri ed Anacapri senza nessun riguardo né amore per quest’Isola, che tanta storia porta in ogni proprio centimetro quadrato.

Gente che pensa solo ad arraffare e distrugge così il presente ed futuro nostro, dei nostri figli e nipoti.

Capresi! L’amministrazione dell’Isola dev’essere affidata ad una rappresentanza composta dalle varie categorie imprenditoriali dell’isola, per lavorare uniti ed iniziare a far risorgere la nostra economia ed i nostri valori prima che sia troppo tardi, prima che i giovani capresi siano costretti ad andare altrove.

Mi permetto infine un’ultima nota, che a sua volta la dice lunga di cosa e quanto stiamo permettendo agli invasori: vergognamoci tutti quanti noi per non aver fatto in modo che uno dei pochi imprenditori capresi a cui tutti dobbiamo tanto, Guido Lembo, fosse tutelato e difeso nell’esercizio della sua professione. Moltissime fra le persone che soggiornano sull’isola, vengono per Guido. Non dimentichiamolo. Quindi termino questa mia lettera chiedendoti scusa
a nome di tutti, Guido, e grazie per quello che hai sempre fatto per Capri.

Virginia Esposito

Albergatrice Hotel Capri

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