POMPEI, MAXIRISSA PER GELOSIA CINQUE FERITI

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POMPEI. «L’onore di una donna va lavato con il sangue». È per tener fede a questa legge, non scritta, in vigore tra le comunità straniere che si sono insediate a Pompei, che cinque giovani sono finiti in ospedale. È per uno sguardo di troppo, seguito da un complimento a una ragazza, non gradito dal fidanzato, che un pompeiano, un albanese, un ucraino e due bulgari si sono picchiati a sangue. Bottiglie rotte utilizzate come armi, sedie e spranghe di ferro hanno trasformato il bar della Fonte Salutare, che affaccia su via Sacra, in un ring. Si è corso il grosso rischio che la maxi rissa sfociasse in tragedia. Il tempestivo intervento dei carabinieri, coordinati dal capitano della compagnia di Torre Annunziata Luca Toti e dal maresciallo capo Tommaso Canino, ha evitato che si compiesse un dramma contemporaneo di «Otello». Sì, perché il fattore scatenante della rissa è stata la gelosia. Ad un giovane bulgaro non sono andate giù le attenzioni che alcuni ragazzi presenti nel bar, hanno rivolto alla sua fidanzata. L’onore da difendere e qualche birra di troppo hanno mandato l’odierno «Otello» su tutte le furie. Dopo aver reclutato alcuni amici, il fidanzato geloso ha cercato la vendetta. Sono, così, volate parole grosse prima, e pugni, sedie e vetri infranti, dopo.Il provvidenziale intervento dei militari ha evitato che qualcuno potesse farsi male davvero, se non addirittura morire. I presupposti perché la rissa finisse in tragedia c’erano tutti: dall’ubriachezza alle bottiglie rotte utilizzate per colpire gli avversari. Tutti e cinque i ragazzi, in età compresa tra i diciotto e i venti anni, sono finiti in ospedale con prognosi dai cinque ai venti giorni. Il più grave ha il setto nasale rotto. Per tutti sono scattate le manette e si sono aperte le porte del carcere napoletano di Poggioreale. Il capo d’accusa è unico: rissa aggravata. I militari, impegnati nel controllo notturno del territorio nella notte a cavallo tra mercoledì e giovedì, sono stati richiamati dalle urla e dai rumori di vetri infranti provenienti dal locale di via Sacra. Giunti sul posto si sono subito resi conto della gravità della situazione. Hanno chiesto l’ausilio di altri colleghi per immobilizzare i giovani che, nonostante avessero visto l’arrivo dei militari, continuavano a picchiarsi a sangue. Una volta riportata la calma è stato necessario chiedere l’intervento di alcune unità del 118 che, dopo un primo intervento, hanno trasportato i giovani al pronto soccorso dell’ospedale di Castellammare di Stabia. I medici del San Leonardo hanno riscontrato ferite al viso e al corpo guaribili tra i cinque e i venti giorni. Al più grave è stato diagnosticata la rottura del setto nasale. Dopo le cure mediche, i ragazzi coinvolti nella rissa, sono stati accompagnati presso la stazione dei carabinieri di via Lepanto per le procedure di identificazione – tutti sono risultati essere incensurati – e per l’espletamento delle formalità di rito atte a formulare le accuse. Immediata è stata la reazione del sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, che si è detto pronto a definire una strategia d’azione volta a bloccare preventivamente questo tipo di reato. «Ringrazio i militari dell’arma per il loro tempestivo e puntuale intervento volto a tutelare e garantire la sicurezza dei pompeiani – ha detto il sindaco -. È mia intenzione porre in essere tutte quelle iniziative atte ad impedire che episodi del genere, dalla gravità assoluta, si possano ripetere ledendo la sicurezza pubblica».

Susy Malafronte IL MATTINO DI NAPOLI

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